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Storia della Città di Andria ...
di Riccardo D'Urso (1800 - 1845),
Tipografia Varana, Napoli, 1842, pagg. 87-89
Libro Quinto
Capitolo IV.
Roberto Re di Napoli, e poi sua Nipote Giovanna I Regina di Napoli.
La Contea di Andria sotto Bertrando del Balzo, e Margherita di Alneto.
Vescovo Giovanni.
Bertrando come Gran Giustiziero obbligato ad inquirere sullo strozzamento del Re Andrea.
Anni 1331.
La perdita della Principessa Beatrice dispiacque altremodo a Bertrando,
anche perché si vide decaduto dal Dominio di questa Contea; mentre come dote ricevuta
doveva passare in potere di Maria sua figlia maritata col Delfino di Francia.
Quand’ecco gli perviene lettera da lei, assicurandolo della Contea;
poiché conoscendo ella il suo genio, aveva indotto il Delfino a farne a lui
la vendita a prezzo discreto. Bertrando rimase molto penetrato da questo tratto
di figliale riconoscenza; e prontamente inviò al Genero in Vienna di Francia
la somma di trentamila oncie di oro; e così ne venne effettuata la compra.
Or ricostituito ne’ suoi dritti, viveva solamente doluto di esser privo di maschia prole.
Pensò quindi passare ai secondi voti, e si congiunse in quest’anno 1331.
con Margherita di Alnèto, figlia del Conte Roberto, Vedova del Conte Luigi di Fiandra.
Da queste seconde nozze vennero appagati i suoi desiderii, riportando un solo figlio maschio,
chiamato Francesco, e tre femmine. Mentr’egli viveva tutto badato all’educazione della sua prole,
fu costretto lasciare questa sua Contea, e conferirsi nella Capitale; essendo avvenuta
nel Gennaio del 1343. la morte del Re Roberto suo Cognato.
In mezzo al torbido de’ partiti era quivi necessaria la sua presenza,
essendo Gran Giustiziero del Regno. Il Re Roberto non lasciò prole maschile;
quindi gli successe nel Governo sua Nipote Giovanna, figlia del fu Carlo
Duca di Calabria suo fratello maggiore. Giovanna trovavasi già sposata
col giovanetto Andrea, fratello di Lodovico Re d’Ungheria.
Ella non appena poggiò da Regina su quel Soglio fino allora onorato dai suoi,
che si cambiò di repente il sereno del Cielo di Napoli in luttose gramaglie.
Correndo l’anno 1346. odesi con universale raccapriccio, essere stato strangolato
il giovine Re Andrea senza conoscersene l’autore. Mille voci si sparsero,
e queste per la maggior parte tendevano ad attribuire alla stessa Regina
l’esecrando delitto. Si voleva, ch’ella non mai lo avesse amato; essendo
questo giovane Unghero non adattabile alla delicatezza delle sue gentili maniere.
Giunse subito la notizia di sì tristo avvenimento al Re Lodovico in Ungheria,
il quale divampando di sdegno, giurò prender cruda vendetta dell’assassinio
del fratello. Quindi ordinò un generale armamento nel suo Regno,
e diresse le sue truppe alla volta di Napoli. Il Sommo Pontefice Clemente VI.
inorridito per tale attentato, spedisce sollecitamente un’ambasceria in Napoli
con una sua Bolla diretta a Bertrando del Balzo Conte di Andria, e Montescaglioso.
Con essa a nome della Santa Sede lo investe dell’alto potere d’inquirere,
e di procedere contro i colpevoli : sebbene il nostro Conte come gran Giustiziero
ne aveva intraprese le operazioni. Intanto l’Unghero Re è alle porte di Napoli;
e dopo avere sparsa da per tutto la costernazione , e lo spavento,
lascia un suo Vicario Generale in questo Regno già fatto suo,
e dopo quattro mesi ritorna nell’Ungheria: essendo stata all’istesso
Bertrando affidata la inquisizione,
contro i colpevoli
[1].
Ma il nostro Conte o perché molto sentisse la voce della parentela,
essendogli Giovanna I. Nipote; o perché cercasse non dispiacere ai Baroni;
o perché ne avesse scoperta la innocenza, rispettò, quello ch’è certo,
la Regina. Or risultata costei, dietro la inquisizione, innocente,
incominciò questo Regno a scuotere il giogo Ungherese, e ad invocare
il ritorno della Regina, la quale si teneva in salvo presso del Pontefice.
Lodovico in Ungheria non tardi ne venne ragguagliato; ed inferocì maggiormente
alla notizia di essere stata costei dichiarata innocente dal nostro Conte Bertrando.
Quindi egli di bel nuovo alla testa delle sue armate si diresse a questo Cielo.
Questa sede Episcopale era occupata allora da Monsignor Giovanni,
ch’è il secondo di questo nome. Altre notizie non abbiamo su di lui,
se non di essere stato creato da Clemente VI., e di esser morto nel 1349.
NOTE
[1]
Giann. lib. XXIII. pag.228.