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Storia della Città di Andria ...
di Riccardo D'Urso (1800 - 1845),
Tipografia Varana, Napoli, 1842, pagg. 141-143
Libro Settimo
Capitolo V.
Filippo III. Re di Napoli.
Antonio Carafa Duca di Andria.
Vescovo di essa Vincenzo Basso Nobile Cremese.
Miracolo, ed invenzione della Immagine della Santissima Vergine dell’Alto Mare
Anni 1598.
Quest’epoca va distintamente segnata per quel miracolo strepitoso operato dalla
Santissima Vergine detta dell’Alto Mare
[1].
Nella distanza da questa Città circa cento passi, accanto al Convento del
Carmine, o sia al nuovo Seminario, eravi anticamente la Chiesa di S. Sofia.
Questa poi ridotta in un’ampia cisterna, era occupata dall’acqua molto più della
metà.
Un giorno essendosi ad essa avvicinata una ragazza di
anni quattro o per dissetarsi o per altro, a caso sdrucciolando, tombolò in
quella, senza esser veduta da chicchessia. I di lei genitori, avvertendone la
perdita, incominciarono per rinvenirla a correre molte vie, a tutti
domandandone, ma inutilmente. Erano già passati tre giorni, dacché vivevano inconsolabili.
Quando nel quarto un nostro contadino chiamato Pietro Circiello, avendo gittata
la secchia in quel pozzo, per attingere l’acqua pel suo animale, intese una
voce, e la credette in prima un pigolio delle rondini, che sogliono in tali
luoghi nidificare. Ma porgendovi più teso l’orecchio, avvertì esser quella una
voce umana. Questi allora e perché non poteva mai supporre lì dentro trovarsi la
perduta ragazza; ed anche perché non poteva supporsi viva, essendo passati tre
giorni; preso da un panico timore incominciò a fuggirne urlando. Tanto bastò per
far correre molta gente intorno a quella cisterna. Si sentivano frattanto
chiaramente da tutti le voci di una fanciulla.
A questa divulgata notizia sopraggiunse la di lei
genitrice, e ne distinse la voce. Indi cominciò a gridare piangendo; e la figlia
le rispose, che si fosse trattenuta dalle lagrime, poiché stava in sicuro. Tosto
si approntarono funi, e nuotatori; standovi palmi quindici di acqua. Ma non
appena la persona intromessa giunse a toccarne la superficie, che la fanciulla
come se camminasse su duro pavimento da un angolo della cisterna si presenta
alle braccia di colui, ch’era disceso per nuotare. Rimenata fuori sana, e salva,
senz’affatto tener bagnato un capello, o le piante de’ piedi; e domandata chi
l’avesse sostenuta pel corso di tre giorni, mentre stava colorita, e ben
pasciuta; rispose che quella Signora ch’era in faccia alla parete l’aveva
governata.
A questa seconda notizia, degli Andriesi non rimase un
solo in Città; ma tutta la popolazione da tutti i lati precipitandosi, sorpresa
dal prodigio s’incoacerva in quel luogo. Ivi in breve tempo fu tutta l’acqua
della cisterna esaurita, della quale, porzione passò anche nei paesi vicini, e
rimoti rinchiusa ne’ barili, ed ampolle per devozione.
Ma come intromettersi tante genti; che tutt’erano
impazienti a voler osservare le pareti interne di questo ampio vaso?
Fu allora che Monsignor Vescovo D. Vincenzo Basso fece aprire a fianco una
grada, la quale protratta al basso, e poi apertavi una bocca, immise nel fondo
di esso.
Si osservò la parete, ed in effetti vi fu trovata una
Immagine della Vergine dipinta come in Alto Mare a motivo delle segnature
dell’acqua. Non mancarono le oblazioni de’ fedeli, le quali servirono a ridurre
a forma di Chiesa quella Cisterna; ed erettosi un Altare sotto la sacra pittura
di pennello Greco, incominciò sin d’allora il suo culto, che dura tuttavia. Una
frequenza, e concorso di popolo non vi mancò per lungo tempo; ma poi raffreddata
la devozione, ora corre la sorte delle altre chiese suburbane: quivi
affollandosi la gente, quando si celebra la sua festa
[2].
Correndo poi l’anno 1603. il nostro Vescovo D. Vincenzo
Basso ebbe la consolazione di essere visitato dal suo fratello D. Gianfrancesco
Basso; ma questa durò poco, essendovi sopraggiunto il lutto per la di lui morte,
e Monsignore fece incidere questo epitafio sul suo tumulo nella cappella di S.
Riccardo. Dopo alcuni mesi si perdè anche l'istesso Vescovo.
D.O.M.
Joannes Franciscus Bassus Cremensis
Patricius Romanus, vir mire probus,
Qui vixit ann. XLVI. mens. III. D. X.
Flagrans desiderio post aliquot lustra videndi
Vincentius Bassum Episcopum Andriensem Fratrem,
Andriam venit, fratrem vidit,
Et ad Deum iit
V. Id. Decem. anno a partu Virginis gloriosae MDCIII.
Vincentius dilecto fratri posuit.
NOTE (Nell'originale la numerazione è di pagina e non progressiva dell'intero argomento)
[2] Ha luogo
questa festa nel terzo giorno della Pentecoste, nel qual giorno successe
l’invenzione dell’Immagine.