Il pontefice Clemente V, ad istigazione di Filippo il Bello re di Francia imputò di eresia i cavalieri Templari, e soppresso quell’ordine egli ed il re di Francia s’impossessarono dei loro beni.
Per la qual cosa il detto pontefice nel giorno 22 di novembre dell’anno 1307 da Poitiers scrisse a Roberto duca di Calabria e vicario generale nel regno [di Napoli], esortandolo di fare arrestare colla massima sollecitudine e segretezza tutti i Templari che si trovassero negli stati paterni e tenerli ben custoditi, e d’impadronirsi ancora di tutti i loro beni stabili e mobili ovunque posti.
E Roberto nel 17 aprile 1308 comunicando detta lettera a Filippo principe di Taranto e di Acaia suo fratello lo sollecitò a fare lo stesso in quei suoi stati della Morea (1).
E poiché Roberto ebbe eseguiti gli ordini di papa Clemente, i prigioni Templari fece rinchiudere ne’ castelli delle province in cui furono arrestati, e perciò quelli di Terra di Bari vennero cacciati nelle prigioni del castello della città di Bari (2).
I loro beni poi diede ad amministrare a’ suoi uffiziali nello interesse del pontefice, come fece per quelli sistenti nella provincia di Capitanata, che fece consegnare dal giustiziero di Capitanata Landulfo Minutolo di Napoli al giudice Niccola Cotugno di Napoli (3).
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[1309] Giugno 2. – [Re] Roberto scrisse al giudice Angelo di Ruvo e ad Andreotto di Donnaperna di Barletta, procuratori de’ beni sequestrati a’ cavalieri Templari in alcune parti della Puglia, che i Tcmplari i quali stavano prigioni nel castello di Barletta si querelavano di non ricevere l’assegno loro stabilito pel loro sostentamento, e perciò ordinò ad essi di subito adempiere quel pagamento, e che in avvenire fossero diligenti a non più mancare (4).
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Anno 1310 Marzo 7. – Roberto quando vivente il padre Carlo II era egli suo vicario nel regno, per gli ordini ricevuti [il 22 novembre 1307] dal pontefice Clemente V, fece arrestare quanti cavalieri Templari poté fare prendere nel regno, soppresse il loro ordine, e ne sequestrò i beni per conto della S. Sede, la quale dichiarando suoi nemici que’ Templari fuggiti dalle mani dei loro persecutori, furono dal pontefice incolpati di orribili eresie con ordine di arrestarli tutti e consegnarli a S. Chiesa.
In esecuzione quindi di tale mandato il duca di Calabria Carlo figliuolo di re Roberto in questo giorno 7 di marzo 1310 spedì ordini a tutti i giustizieri delle varie province del regno di adoperare ogni diligenza e potere per arrestare tutti quei Tcmplari che rimanevano in regno nascosti o profughi ed anche svestiti dell’abito dell’ordine, e costoro uniti a quelli già catturati si fossero consegnati all’arcivescovo di Napoli (5), all’arcivescovo di Brindisi (6), al vescovo di Sora (7), al maestro Arnulfo Battalle arcidiacono di Nazzaria nella chiesa di Bourges, a maestro Berengario de Olargiis di Narbona cappellano del pontefice. ed a maestro Giacomo de Carapella, canonici di S. Maria in Roma, i quali dal pontefice furono eletti inquisitori de’ Templari, e perciò re Roberto ordinò a’ predetti giustizieri di prestare a summenzionati inquisitori ogni aiuto e soccorso tanto di forza materiale, che di consiglio (8).
(1) Reg. Ang. 1307. B. n. 168. fol. 192 t - 193.
(2) Reg. Ang. 1208. 1309. n. 179 fol. 204..
(3) Reg. Ang. 1307. n. 169. fol. 117.
(4) Reg. Ang. 1308. 1309. n. l79. fol. 204.
(5) Umberto di Montauro nativo di Borgogna, il quale nel 1288 fu abate della Chiesa di S. Maria in Piazza della regione di Forcella nella città di Napoli, e poi papa Clemente V lo elesse arcivescovo di Napoli il 16 marzo 1300. Si morì il 13 luglio 1320.
(6) Bartolomeo decano della chiesa Capuana da Clemente V eletto il 28 gennaio 1306. Morto circa il 1319..
(7) Andrea Masarono di Ferentino eletto da Bonifacio VIII il 9 agosto 1295 viveva nel 1321.
(8) Reg. Ang. 1308. F. n. 174. Fol. 232 t.