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Montano i rintocchi

Le due antiche torri entro le mura di Andria cittadella
fedele allo Svevo e sempre contesa dalle genti d’oltralpe 
da tempo ormai     non han più vedette
per avvistare messi o cavalieri     novità
che s’appressano dalle subsidenti lande e vie.

Torre longobarda l’una      possente e antica
dal tempo dei Normanni slanciata verso il cielo
in tre ordini di archi e volte
in imperioso campanile dell’Assunta s’è trasformata.

Minuta ed austera l’altra
(quanto superba e splendida la prima)
da Francesco secondo del Balzo eretta
s’imperla d’un gioiello della scienza
e scandisce i mestieri del giorno
col secco replicar dell’ore
dall’imponente orologio al secondo registro.

Montano i rintocchi
dall’angusto sagrato di Mater Gratiæ
rapidi e decisi verso La Corte
nella Piazzetta discendono   innanzi a Maria dell’Umiltà
e giù presso l’ospizio dei cavalieri teutonici
nell’ampia Piazza   mercato alimentare
risuonano   in vista della Annunziata di dentro.

S’inviluppa il sonito
tra il Castello e San Riccardo alla bandiera
incupito s’infila nelle vie maestre
la Chiancata, la Larghe Longue e Fravina
s’espande nei crocicchi di San Ciriaco e Porta Santa
e persa ogni baldanza si flette   svicola impastato
sotto gli archi e nei più riposti ronchi.

Magici nel giorno giungono rimandi alla preghiera
quando all’ora prima alla mezza e all’Ave
all’orologio fan eco melodiosi   i rintocchi del Duomo
cui s’accodano le più dolci campane
di San Nicola San Domenico e le altre chiese.

Si segna ai tocchi il devoto rallenta il passo e ristà
invoca la Vergine in fugace prece
volge i pensieri al cielo alla casa ai suoi cari
chiede confida spera
una vita serena senza affanni né duoli
la pancia piena il lavoro e un tetto
s’augura e attende
l’agognata pace tra le contrade
e delle genti    e nel suo cuore.

"I pensieri del Folletto", SDT

Montano i rintocchi

Le due antiche torri entro le mura di Andria cittadella
fedele allo Svevo e sempre contesa dalle genti d’oltralpe 
da tempo ormai     non han più vedette
per avvistare messi o cavalieri     novità
che s’appressano dalle subsidenti lande e vie.

Torre longobarda l’una      possente e antica
dal tempo dei Normanni slanciata verso il cielo
in tre ordini di archi e volte
in imperioso campanile dell’Assunta s’è trasformata.

Minuta ed austera l’altra
(quanto superba e splendida la prima)
da Francesco secondo del Balzo eretta
s’imperla d’un gioiello della scienza
e scandisce i mestieri del giorno
col secco replicar dell’ore
dall’imponente orologio al secondo registro.

Montano i rintocchi
dall’angusto sagrato di Mater Gratiæ
rapidi e decisi verso La Corte
nella Piazzetta discendono   innanzi a Maria dell’Umiltà
e giù presso l’ospizio dei cavalieri teutonici
nell’ampia Piazza   mercato alimentare
risuonano   in vista della Annunziata di dentro.

S’inviluppa il sonito
tra il Castello e San Riccardo alla bandiera
incupito s’infila nelle vie maestre
la Chiancata, la Larghe Longue e Fravina
s’espande nei crocicchi di San Ciriaco e Porta Santa
e persa ogni baldanza si flette   svicola impastato
sotto gli archi e nei più riposti ronchi.

Magici nel giorno giungono rimandi alla preghiera
quando all’ora prima alla mezza e all’Ave
all’orologio fan eco melodiosi   i rintocchi del Duomo
cui s’accodano le più dolci campane
di San Nicola San Domenico e le altre chiese.

Si segna ai tocchi il devoto rallenta il passo e ristà
invoca la Vergine in fugace prece
volge i pensieri al cielo alla casa ai suoi cari
chiede confida spera
una vita serena senza affanni né duoli
la pancia piena il lavoro e un tetto
s’augura e attende
l’agognata pace tra le contrade
e delle genti    e nel suo cuore.
da "I pensieri del Folletto"     sdt
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