L'Editto di mons. Giambattista Bolognese (vescovo di Andria dal
19/4/1822 al 1830), emesso il 25 Agosto 1822, fornisce
un’altra ampia relazione della vita del nostro Seminario all'inizio
dell'Ottocento, quando era ancora funzionante nell'ala sinistra
dell'Episcopio. Lo riteniamo un documento molto importante e perciò
lo pubblichiamo integralmente.
(Il grassetto, il corsivo e quanto scritto in parentesi quadre non sono presenti nel documento, ma sono posti dal redattore della trascrizione.).
In calce pubblichiamo anche uno stralcio (sul Seminario) dalla sua relazione sullo Stato della Chiesa di Andria redatta il 3 Gennaio 1826 per la "Visita ad Sacra Limina"
Utilissima, e Divina è stata l’idea del Concilio di Trento di ordinare nelle Diocesi lo stabilimento di Seminarj, dove i Giovani, che inclinano allo Stato Ecclesiastico istruiti nelle sacre scienze, e sopratutto nell’esercizio delle virtù cristiane si rendessero idonei alla santificazione de’ Popoli.
Sono essi i luoghi di Noviziato e di probazione per ascendere ai Sacri Ordini, la di cui professione è non meno solenne di quella degli Ordini Regolari: debbono perciò essere altrettanti fioritissimi giardini d’onde si possano trascegliere in ogni tempo fertili arboscelli da trapiantarsi nella vigna del Signore a fruttificarvi la maggiore gloria di Dio, l’edificazione de’ Popoli, ed una cultura premurosa delle anime, che alla cura, e buona condotta de’ Ministri della Chiesa vengono affidate, che fu appunto l’unico oggetto che si prefisssero li prudentissimi, e zelantissimi Padri del mentovato Sacrosanto Concilio: Ut hoc Collegium Dei Ministrorum perpetuum Seminarium sit. Persuasi i medesimi, che convivendo i giovani tutti uniti in una sola Comunità a tenore delle antiche adunanze colla scorta di provvide Costituzioni, e Regole, e coll’ajuto, e vigilanza di saggi, e prudenti moderatori nudriti col latte, e collo Spirito della Chiesa, ed istruiti nelle utili, e sane Dottrine, sarebbero per divenire degni Ecclesiastici accetti a Dio, e profittevoli al Popolo.
A qual effetto furono quei Padri così attenti, ed esatti nell’ordinare la scelta de’ giovani, che si dovevano introdurre nei Seminarj nel prescrivere minutamente le loro applicazioni alla pietà, ed alle lettere, nel dare ad essi la piena assistenza in una vita Comune; e così impegnati finalmente, e zelanti nell’ingiungerne ai rispettivi Prelati la pronta, e puntuale esecuzione, lascando ancora alla pastoral cura, e sollecitudine de’ medesimi, con amplissime facoltà di aggiungere tutto ciò, che secondo le circostanze de’ tempi, e dei luoghi avessero giudicato più espediente, e vantaggioso ai loro Seminarj, come può chiaramente vedersi nel Capitolo 18. Sez. 23. de’ Reformat.
L’esperienza ci fa tutto giorno vedere, che un Seminario ben regolato è un arsenale, dirò così,
di buoni allievi, donde il Vescovo può provvedere tutte le sue Chiese di buoni Parrochi,
di Confessori, Predicatori, Canonici, e Sacerdoti, e così vedrà fiorire la pietà in tutta la sua Diocesi.
Al contrario se il Seminario è mal regolato si converte in rovina della gioventù,
e meglio sarebbe, che si dismettesse. Quindi assunti noi immeritevolmente al governo
di questa rispettabile Chiesa, e giunti non ha guari in questa nostra Residenza, siccome provammo
sempre piacere nel vedere in essere il Seminario, così sentimmo altrettanto rammarico nell’osservare
il di lui locale troppo angusto, e ristretto, e le sue Rendite di molto insufficienti al bisogno.
Il perché prendendo a cuore il migliore stabilimento di questo nostro Seminario, non abbiamo
tralasciato fin dal primo momento del nostro arrivo d’impiegare tutta l’opera nostra per ampliarlo il più,
che si è potuto, e per rimetterlo in istato capace di poter ricevere tutti gli Alunni
della nostra Diocesi. Per qual effetto non abbiamo avuta difficoltà di cedere alla nuova fabbrica
di esso Seminario Loggia, e Camere, che appartenevano al nostro Episcopio, di erogare ingenti somme,
che occorrono pel compimento di detta opera, e di provvederlo di necessarj libri; questo è riguardo al materiale.
Rispetto poi al formale, che più d’ogni altra cosa ci deve premere, non si mancherà da noi di provvedere questo Seminario di buoni regolamenti, e di ottimi, e scelti Maestri, de’ quali confessiamo per la verità, che lo abbiamo trovato sufficientemente provveduto. Nel formare dette regole, ci uniformeremo alle indicazioni de’ zelantissimi Padri del Concilio di Trento, ed a quanto è stato coerentemente inculcato, e pratticato così dal glorioso S. Carlo Borromeo nelle sue Istituzioni del Seminario, e dalla S. M. di Benedetto XIV. nella notificazione 59, come dai nostri zelantissimi Predecessori con varj ordini, e stabilimenti.
Dopo questa premessa, che abbiamo stimata necessaria nella nuova apertura del Seminario sotto il nostro Governo passiamo francamente ad esortare col presente Editto, ad entrarci tutti i giovani della nostra Diocesi, che aspirano all’acquisto delle utili scienze, ed agli Ordini Sacri, togliendo quel mal concetto, ed errore, che alcuni ne hanno, e considerando questa Casa non come una prigione, ma come un luogo di educazione, e di studj, di grazie, e di benedizioni, ov’essi debbono vivere con allegrezza, e senz’altra cura, e pensiero, che di apprendere le scienze, e le virtù necessarie al Sacro Ministero, al quale aspirano: protestando noi per una legge costante, ed indispensabile, che siccome condiscenderemo ben volentieri a consolare con la Sacra Ordinazione li Chierici, che saranno stati lodevolmente in Seminario, ed avranno progredito nella pietà, e nelle scienze, così non saremo per verun conto per imporre le nostre mani a chiunque potendo, non sarà entrato in esso, e per parte di quelli, che verranno in Seminario protestiamo ancora, che incorreranno nella stessa pena di essere privati dell’Ordinazione, qualora per la medesima si proporranno con impegni e raccomandazioni di chicchesia, volendo noi, che dall’animo loro, e de’ loro parenti sia lontana questa sollecitudine, e pensiero, e che rifidino nell’amore, e nella cura del proprio Pastore, di chiamare agli Ordini della Chiesa coloro, che secondo Dio, la propria Coscienza saranno giudicati degni e meritevoli.
[ETÀ d'ingresso] E per anticipata intelligenza di coloro, che vorranno entrare nel nostro Seminario, e dei loro rispettivi Genitori, e parenti, dichiariamo, ch’è nostra costante volontà di non ammettere in detto Seminario, se non quei fanciulli, che vogliono incamminarsi alla Stato Ecclesiastico, e che hanno l’età di circa dodici anni, essendo questa l’età, in cui i fanciulli possono piegarsi al bene, e farsi dei buoni allievi. Circa per i Chierici, che sono di età maggiore, ci riserbiamo di dare quelle provvidenze, che ci detterà la prudenza, per non introdurre in questo luogo di educazione Giovani, che possano corrompere, e guastare i buoni.
[RETTA e DOTE] Chiunque vorrà essere ricevuto nel Seminario deve pagare per ogn’anno docati cinquanta s’è Andriano, docati settanta s’è Diocesano, giusta il solito, e docati ottanta s’è d’aliena Diocesi, e questi per semestre sempre anticipato, il quale non potrà ripetersi dal Seminario quante volte accadesse, che il Seminarista fosse licenziato pel mal costume, o se ne andasse capricciosamente. Oltre la detta mezza annualità anticipata, sopra la quale niuno speri arbitrio, o diminuzione, deve l’Alunno nella sua venuta portare un lettino di quattro palmi scarsi, il quale deve essere spezzato, cioè colle tavole secate per mezzo, e con tre scannetti, acciocché si possa ritirare la mattina, come si è già finora praticato, un cassetto colla sedia, posata, biancheria per suo uso, libri convenienti per lo studio, che verranno anche somministrati dal Seminario, a chi n’è sprovveduto con pagarne il costo, l’Ufficiolo della Madonna, la Dottrinella del Bellarmino, la corona pel Rosario, il Crocefisso pel capo letto, la Cotta con la fettuccia nera, la Pianella, e le fedi autentiche de vita, et moribus, del Battesimo, dell’assistenza al Servizio della Chiesa, della frequenza alla Dottrina Cristiana, ed alla Congregazione di Spirito, ed un Certificato in forma valida di non essere inquisito, né di appartenere ad alcuna Società segreta.
[ABITO] Per la uniformità dell’abito deve il Seminarista vestire la Sottana di Paonazzo e di un medesimo panno, cioè di Saja [tessuto spigato, di cotone] di Milano, e a tal vista abbia una continua … di portamenti, e fervori degli antichi Chierici, che usavano lo stesso colore, per imitarli nella dimora, che fa in Seminario. Detta veste debba avere le svolte delle maniche, e li bottoni cremisi, e portarsi tutta imbottonata, e chiusa coi detti bottoni. Il Mantello, o sia Cappotto sia lungo e nero. Le calze anche nere, Le Scarpe colla fibia di ferro, o di acciajo, proibendo espressamente di portarla d’argent.[on]e. I Capelli modesti, il Cappello decente, che nulla sappia di secolaresco. Per la casa potrà far uso di zimarra nera, se avrà la possibilità di farsela. Per non gravare le Case di spesa, ci rimettiamo per le coverte del letto circa la qualità, ed il colore al giudizio, ed alla possibilità de’ Genitori.
Muniti dunque gli Alunni di tutti gli oggetti, e riquisiti fin qui espressi, debbono essi trovarsi
entrati in Seminario pel dì ventotto Ottobre, giorno degli Apostoli S. Simone, e Giuda,
in cui si darà principio al ritiro di cinque giorni, che faranno prima di applicarsi ai studj,
per attendere in detti giorni la parola di Dio, e che verrà loro annunziata da un Sacerdote
da noi destinato alla meditazione delle Massime eterne, alla lettura spirituale,
e ad un diligente esame di coscienza, per fare una Confessione annuale, e siano essi degni
della Santa Comunione, e meritare le benedizioni di Dio nel Seminario.
Chiunque non vi si troverà entrato per detto tempo, non sarà più ricevuto, molto meno sarà ammesso
intra annum, eccetto, che se fosse stato impedito per cause di vera infermità,
che deve a noi testare colla fede giurata del medico. Si guardino dal portare libri proibiti,
carte da gioco, e qualunque sorte di armi, sieno da fuoco, sieno da taglio, fuorché la sola posata
per uso di tavola. Le annue vacanze autunnali si prenderanno ai 25. Settembre.
[STUDI] Per ultimo dichiariamo, che i studj saranno di Grammatica, dialettica, e belle lettere, di Filosofia, cioè Logica, Metafisica, Fisica, Aritmetica coll’Algebra, Giometria, Etica, ossia Filosofia Morale, Teologia Dommatica, e Teologia Morale. Nella Grammatica, e nella Rettorica si daranno ancora gli elementi della Geografia con un trattatino della Sfera Armillare, e gli elementi ancora della Storia, giusta gli Autori, che troveranno a comprare nel Seminario, colla spiega del Catechismo Romano, libro che noi bramiamo di rendere ai nostri Alunni famigliari, per quindi trarre la verità, la purezza, e l’eleganza del Cristiano linguaggio, avendo noi per tal’oggetto già commesse in Napoli molte copie di esso Catechismo.
Ed affinché il presente nostro Editto, e stabilimento sia noto a tutti, ed in caso di contravvenzione, niuno possa scusarsi sul pretesto d’ignoranza, vogliamo, ed ordiniamo a tutti i nostri Vicarj Foranei, e Capi di Chiesa, che si pubblichi nella solennità della Messa in tre giorni festivi, che se ne faccia copia legale, e si tenga affissa nei soliti pubblici luoghi, e torni a Noi indietro l’originale nella solita relata.
Dato dal Nostro Palazzo Vescovile di Andria li 25. Agosto 1822.
Per copia conforme = Gianbattista Vescovo di Andria
Per copia conforme = Giovanni Can.co Pastina (?) Cancelliere
[trascrizione dal documento originale trovato esposto nella sala di ricevimento del Seminario di Andria]
Dalla relazione di mons Bolognese del 3 Gennaio 1826 sullo Stato della Chiesa di Andria redatta per "Visita ad Sacra Limina" si riporta quanto scrive sul Seminario e quanto il segretario della Sacra Congregazione del Buon Governo annota in calce.
Emin[entissi].mi et Rev[erendissi].mi D.ni
… … …
In hoc meo Clericorum Seminario Divina Misericordia omnia rite, recteque procedunt. Imo ut iuvenes eo vel magis affermantur in Studiis ad Statum Eccles.[iastic]um pertinentibus inter alias institui Cathedram tum Iuris Naturae, tum Canonici. Quoad illud Institutiones adhibentur in lucem typis edita a Sacerdote D. Iosepho Capocasale, quoad alterum vero Institutiones edita a Canonico D. Francisco Rossi in Universitate Neapolitana Professoribus.
Disputationes nunc Philosophicae, nunc Theologicae quolibet die veneris, _ratim habentur publice autem semel in anno; neque deest Casuum moralium solutio. [At] mihi satis est saepissime visitare scholas, sed ter in anno subeunt iuvenes generale examen cui adsum.
Clerici autem, qui in Episcopio vivunt, praeter missam, orationem mentalem, frequentiam Sacramenti Penitentiae, et ambulationem sub Praefactis cuilibet classi adsignatis, dividunt cum Convictoribus in Seminario Scholas, exercitationes Scholasticas, et tria anni examina generalia.
Curo etiam, ut Iuvenes exerceantur in praedicando Verbum Dei. Seminarium providi non mediocri librarum copia, et sum eo vel magis provisurus, ne ei … Bibliotheca Magistris, et Discipulis pro futura.
… … …
Datum Andriae die 3. Ianuarii, 1826
Humill.mus Obseq.us et addictis.mus Famulus
G. Baptista Episcopus Andrien
Riferita da Monsignor Mario de’ Conti Mattei
Segretario della S[acra]. C[ongregazione]. del Buon GovernoRelazione Pastorale di Monsignor Giovanni Battista Bolognese nato in Chieti 4 luglio 1747 = traslato da Termoli 19 Aprile 1822 = alla Chiesa Vescovile di Andria nel Regno delle Due Sicilie.
… … …
Asserisce che il Seminario è regolato molto bene, e gli Alunni profittano nelle Scienze appartenenti al S. Ministero. Ha accresciuto la Cattedra di Diritto Canonico, e del Diritto Naturale.
Una volta la settimana si tengono le dispute private di Sagra Teologia, e di Filosofia. Le pubbliche si tengono una volta l’anno.
Egli visita spesso le scuole, e tre volte l’anno fa gli esami. Procura che gli Alunni si esercitino nella predicazione Evangelica. Ha provveduto di molti libri il Seminario. Si fa la risoluzione de’ Casi Morali.
Circa il Seminario mancano varie notizie, specialmente se frequentandosi le Scuole del Seminario anche dagli Esteri, gli Alunni si tengono separati da questi, se si adoprano Autori di Sana Dottrina, in particolare di Sagra Teologia. Se vi sono le Costituzioni, i deputati del Seminario, se vi sono posti gratuiti.
Non spiega se almeno due volte al mese si fanno le conferenze de’ Casi Morali, e se si uniscono quelli di Sagra Liturgia.
… … …