Mentre il Governo richiamava i Gesuiti alla direzione dei RR. Collegi, il Vescovo di Andria faceva di tutto per averli alla direzione del suo Seminario.
Mons. D. Giuseppe Cosenza (già Canonico della Metropolitana di Napoli) appena eletto Vescovo di Andria, ebbe a primo pensiero e prima cura di riordinare il Seminario. Ottenuto da Re Ferdinando II l’ex grandioso Convento dei Carmelitani lo trasmutò, a proprie spese, in un Seminario capace di 300 alunni; e solennemente lo inaugurò il 29 aprile 1839, eleggendovi a Rettore pro tempore il dotto Canonico Primicerio Giuseppe Troia. Quindi riabbellì l’annessa chiesa già impiegata, con l’attiguo convento, ad ospedale militare durante l’occupazione francese — e ne fece la solenne consacrazione il 13 maggio del 1840 — [1].
Mentre si svolgevano gli accennati lavori, lo zelante Vescovo iniziava pratiche presso il R. P. Generale della Compagnia di Gesti Giov. Roothan per avere dei Padri alla direzione e all’insegnamento del Seminario. Intanto l’improvviso turbine del 1848 venne rudemente a chiudere il Seminario e a interrompere quelle pratiche.
Ristabilitasi la tranquillità, l’ecc.mo Vescovo riprese le interrotte trattative con una commossa lettera al R. P. Generale, dalla quale togliamo il seguente brano: «improba sceleratorum, veluti pulverem ante faciem venti, dissipavit Christus consilia, imperavit mari et ex prodigio Immaculatae Virginis Maria cunctarum haeresum interemptricis intercessioni elargito, factam vidimus, acclamavimusque tranquillitatem. Vix igitur vidimus Societatis Iesu Patres turbine illo dispersos, praeque coeteros Ecclesiæ ministros insectatos detestatosque, iterum coalescere et novæ gloriæ redimitos aureola … ». E così, seguitando, lo pregava ad inviargli 5 o 6 Padri per la direzione e l’insegnamento del Seminario sotto la dipendenza del Vescovo.
A tale scopo avrebbe assegnato per il loro mantenimento — col consenso già ottenuto dalla S. Sede — 1000 ducati annui, da prelevarsi dalla mensa Vescovile, e per i loro ministeri la bella chiesa del Carmine annessa al Seminario.
Il R.do P. Generale annuì generosamente ai desiderata del Vescovo e nell’ottobre del 1850 [ma nell'A.N.S.I., a pag. 193 della "Historia Residentiae Andriensis Societatis Jesu" si trova scritto: "... die sexta novembris anni millesimi octingentesimi quinquagesimi socii quatuor in Seminarium ingressi sunt ..."], il P. Giuseppe Piccone, nominato Rettore, con altri cinque Padri erano già in Andria a disposizione di lui.
Intanto a Mons. Cosenza, divenuto Arcivescovo Cardinale di Capua, succedeva — 18 marzo 1852 — Mons. Giovanni Longobardi, nativo di Castellammare di Stabia, uomo di santa vita e di forte carattere.
Mentre il nuovo Vescovo migliorava di molto le condizioni economiche del pio Istituto, il numero della comunità gesuitica aumentava fino a raggiungere il numero di 10 soggetti.
I vecchi canonici di un dieci anni fa ricordavano con sincero orgoglio i nomi dei loro venerati precettori, e in particolare P. Camillo Mazzella, che fu poi Cardinale di S. Chiesa, uno dei più grandi teologi del suo tempo; P. A. Mella, illustre commentatore della «Gerusalemme Liberata»; P. Federico Torniello missionario di santa vita, adibito da Re Ferdinando per la direzione spirituale del carcere di Trani; P. Quarelli, direttore spirituale del Seminario, morto in venerazione di Santo, e sepolto nella Chiesa del Carmine; e i quattro professori, nominati esaminatori sinodali (1859): P. Giuseppe Cerrone, ultimo Rettore Gesuita, prof. di Sacra Scritt., P. Sordi Domenico prof. di Teol. dommat., P. Felkierzamb Massimiliano, prof. di fisica e mat., e P. Ferrante Luigi, prof. di filosofia [2].
NOTE
[1] Il Convento di S. M. del Carmine — che fu poi Seminario — sorgeva nella parte più alta e più pittoresca della città; se ne iniziarono i lavori nel 1690, essendo Duca di Andria Ettore Carafa, nipote del nostro P. Ven. Vincenzo Carafa. — I1 23 marzo 1799 i francesi profanarono e saccheggiarono il sacro luogo, malmenandone i religiosi. Ridato ai Carmelitani nel 1800, questi dovettero di nuovo abbandonarlo (1806) sotto il governo di Gioacch. Murat.
[2] Andria va debitrice al P. Torniello del magnifico campanile che con le sue armoniose campane — una delle quali fu dono di Re Ferdinando II — decora 1a chiesa del Carmine.
[testo tratto da “La Compagnia di Gesù nelle Puglie, 1574-1767 1835-1940”, di G. Barella, R. Tip. Ed. Salentina, Lecce, 1941, pagg. 122-124]