In cima al colle solitario, lieto
di verdi pini e d'asfodeli in fiore,
s'erge il castello dell'imperatore
tragico e muto come un sepolcreto.
Ora del sole il tepido fulgore
l'avvolge e lo ridesta dal suo cheto
sonno di gloria: un palpito segreto
svelan le pietre d'immortale amore.
Irrompe giovanile comitiva
per la rosata porta del Ducento:
qual destata da un sogno si ravviva
la bella corte dalle mute soglie.
Voci di amori antichi porta il vento,
voci di amori nuovi il vento coglie.