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sulle colonnine asportate dal Castello
Emanuele Merra (1838-1911)
(stralcio)
Dall'architetto Luigi Vanvitelli si volevano adoperare queste colonnine [di
Castel del Monte] nel boschetto di Caserta, per sempre più abbellire le
Reali Delizie di quell'amenissima ed incantevole villa, che si
direbbe un terrestre paradiso
[1].
Esse erano trentuno, cioè quindici
bianche e sedici di breccia color mischio, come si rileva da una lettera del
5 aprile 1757, scritta da Castel del Monte dal segretario della Regia
Udienza di Trani, Francesco d'Aulilia, al Presidente e governatore delle
armi il Conte Cesare Anguinola
[2].
NOTE
[1]
"
Le colonnette offerte dal celebre Castel del Monte, dal Vanvitelli si
stimarono da potersi adoperare per qualche giocosa fonte
circondata da porticato gotico in uno dei boschetti del
giardino". Minieri-Riccio, Catalogo dei manoscritti, vol.
IV, p.17, Napoli, Del Re, 1869.
[2]
L'8 marzo 1757 un forzato di galera, Domenico Laini, denunziava al
Presidente della Regia Udienza di Trani "
che in tempo andava
fuggiasco discoverse nel palaggio di Castel del Monte, dodeci
miglia distante da Andria, di esservi 2 colonne di verde antico,
6 altre di porfido, e 12 di marmo bianco". Si ordina a
Francesco d'Aulilia di verificare il fatto. Il d'Aulilia
unitamente al rev. D. Pasquale Valentino da Bitonto, che era
ingegnere, si porta sul luogo, e di là fa sapere non essersi
trovate le colonne di porfido, nè quello di verde antico; "
ma
soltanto negli appartamenti superiori di detto Castello esistono
alla veduta del pubblico 96 colonne di finissimo marmo bianco,
dell'altezza di palmi 11¼ senza la base e li
capitelli, ciascuna delle quali tiene di diametro un palmo ed un
sesto. Le dette colonne sono legate a tre a tre, formando una
figura triangolare di palmi 3½. Nelle finestre sì esterne
che interne (del cortile)
vi sono altre 31 colonnette: 15
bianche, e 16 di marmo mischio. Nell'appartamento inferiore 32
mezze colonne di marmo mischio, dell'altezza di palmi 11¾
oltre la base ed i capitelli e palmo 1¼ il mezzo
diametro. Questo marmo mischio è ritenuto dai periti africano.
Mancano le lastre di marmo, che foderavano le pareti".
Archivio suppletorio di Trani. Andria,
Processi antichi di
diversa materia, 1717, 1790.
Da “Castel del Monte, presso Andria,
di Emanuele Merra, 3^ ed., tip. Apicella, Molfetta 1964, pag31