Silente maniero

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Silente maniero

In vetta giunti dell'altero monte
maestoso l'ingresso al castello c'invita
a varcare la soglia dai leoni protetta
rispettosi del luogo e del suo primo signore.
Ogni altro varco alla corte e alle sale
è un policromo intarsio di brecce ad arte arroccate
per donarci stupore ed armoniche visioni:
portali affabulanti e muti usciali
trappole dei sensi e schiuse dell'animo
forze dell'arte inquiete
e dell'immagine azione.

Rostre uniche o in coppia
strombate ad occhio monofore delle prime sale
qual dischiuse palpebre c'inviano
tenui e soffusi sprazzi di sole:
accoglienza traspare dalle rubenti colonne e dai colmigni
simular non dobbiamo ristando
di ritrovarci franchi e a nostro agio
se stiam bene sol perché ci stiamo.

E salendo i gradi delle inverse chiocciole
alle marmoree stanze dai tristili scapi
ridente il paesaggio disteso ci appare
tra voli di piccole silvie e grillai
dagli affacci preziosi del piano più alto:
trilobate bifore,
osculi appiccati improvvisi violenti
dall'aureo signore dei cieli
sull'eburnee gote del silente maniero,
e una boreal trifora solitaria
donde l'Andria arroccata lontana
Federico il Sire spiava della sua fede geloso
nei rari istanti di posa e pace.

Va nel cortile il nostro sguardo al cielo
sulle nude pareti incorre luminose perle d'arte
imperiose richiamano ogni nostra attenzione
incanto e sentire:
pregevoli àbati del nobil piano
sganciati ormai d'ogni ligneo adito antico,
fossili vivi di opachi intenti e destino,
arcali in morbide forme realizzati
onde traspaion quiete e dinamismo
sentire e fare lotte e apparizioni
della real corte e dell'inquieto Svevo.

Parla una sol voce ogni arco col vicino
son bimbi che intorno girano porgendonsi la mano
sulle paraste d'angolo
son otto e al cielo donano il roseo color dell'atrio
e tingonsi d'azzurro.

I pensieri del Folletto", SDT

Silente maniero

In vetta giunti dell'altero monte
maestoso l'ingresso al castello c'invita
a varcare la soglia dai leoni protetta
rispettosi del luogo e del suo primo signore.
Ogni altro varco alla corte e alle sale
è un policromo intarsio di brecce ad arte arroccate
per donarci stupore ed armoniche visioni:
portali affabulanti e muti usciali
trappole dei sensi e schiuse dell'animo
forze dell'arte inquiete
e dell'immagine azione.

Rostre uniche o in coppia
strombate ad occhio monofore delle prime sale
qual dischiuse palpebre c'inviano
tenui e soffusi sprazzi di sole:
accoglienza traspare dalle rubenti colonne e dai colmigni
simular non dobbiamo ristando
di ritrovarci franchi e a nostro agio
se stiam bene sol perché ci stiamo.

E salendo i gradi delle inverse chiocciole
alle marmoree stanze dai tristili scapi
ridente il paesaggio disteso ci appare
tra voli di piccole silvie e grillai
dagli affacci preziosi del piano più alto:
trilobate bifore,
osculi appiccati improvvisi violenti
dall'aureo signore dei cieli
sull'eburnee gote del silente maniero,
e una boreal trifora solitaria
donde l'Andria arroccata lontana
Federico il Sire spiava della sua fede geloso
nei rari istanti di posa e pace.

Va nel cortile il nostro sguardo al cielo
sulle nude pareti incorre luminose perle d'arte
imperiose richiamano ogni nostra attenzione
incanto e sentire:
pregevoli àbati del nobil piano
sganciati ormai d'ogni ligneo adito antico,
fossili vivi di opachi intenti e destino,
arcali in morbide forme realizzati
onde traspaion quiete e dinamismo
sentire e fare lotte e apparizioni
della real corte e dell'inquieto Svevo.

Parla una sol voce ogni arco col vicino
son bimbi che intorno girano porgendonsi la mano
sulle paraste d'angolo
son otto e al cielo donano il roseo color dell'atrio
e tingonsi d'azzurro.
da "I pensieri del Folletto"     sdt
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[foto di Nicola Nemore]