Abbiamo scelto una serie di
affrechi realizzati nei secoli di dominazione bizantina nel notro
meridione, nei quali può essere datato il Cristo
benedicente della nostra Chiesa inferiore (detta Cripta del
Redentore) in Cattedrale al fine di
confrontarli e rilevare somiglianze e differenze.
In modo elementare e sommario, con gli alunni (bambini di 10 anni!),
ne abbiamo colto gli stili, le motivazioni storiche e religiose, le
scuole di pensiero e d’arte, arricchendoci nella comprensione delle
linee grafiche, delle coloriture e di alcuni simboli-chiave di lettura.
Il Cristo della Cripta di San Michele di Altamura, poco lontano dalla nostra città, presenta, ad esempio, anch’essa la mano benedicente alla greca, il Vangelo aperto nella sinistra e rifiniture ai bordi degli abiti simili a quelle vicino al polso del nostro Redentore.
Anche quanto scritto sul libro che reggono con la sinistra è in parte identico. Leggiamo sul libro del Pantocràtore nel S. Michele di Altamura "EGO SUM LUX MŨDI Q[ui] SEQUITUR ME NÕ ÃBULAT Ĩ TENEBRIS..." [Giov, 8:12]; in quello della cripta della nostra Cattedrale "LUX EGO SUM MUNDI ..."
“… Intorno al 1300 il Salento dava ... luogo a manifestazioni figurative di stretta referenza bizantina, non arcaizzanti ma in sintonia con i tempi, motivate dai legami storici che tuttora si intrecciavano fra l'opposta sponda adriatica e i centri monastici pugliesi di lingua e di liturgia greca.
“ … … … .
Più a nord, in terra di Bari, tracce dello stesso fenomeno possono cogliersi presso Altamura: è di grande significato al proposito un frammentario affresco fortunosamente conservatoci nella chiesa-cripta di Sant'Angelo "in Fornello" dove appare l'immagine di un donatore "in costume imperiale bizantino, coronato e nimbato, nell'atto di offrire il modello di una chiesa rotonda con cupola", identificata da Lavermicocca, meritorio illustratore del monumento, con un "Kralj" serbo, la cui mutile figura ci manifesta "la complessità e la ricchezza dei legami tra le vicende della storia locale e gli avvenimenti politici concernenti l'area balcanica nel periodo angioino".
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Giovanni da Taranto e, proveniente dalla stessa città, Rinaldo da Taranto sono tra i primi nomi della pittura pugliese medievale. … Con la [loro] opera e con altre, quali la Deesis della cripta di San Michele ad Altamura - dove il Cristo è una corsiva traduzione "latina" di un modello paleologo - o come la figura del S. Paolo eremita nel San Leonardo di Massafra e ancora altrove, si hanno gli ultimi riflessi della cultura bizantina.”
[ da “La Puglia tra Bisanzio e l’Occidente”- ’La pittura delle origini in Puglia’ di V. Pace, Electa Editrice,Milano, 1980, pag. 398]
[La pagina, come per molte altre, è stata sottoposta ad opportuni aggiornamenti sia nelle immagini che nei testi, dopo l'iniziale approccio con gli alunni nell'anno scolastico 1999/2000.]
[il testo e le immagini della pagina sono di Sabino Di Tommaso (se non diversamente indicato)]