affresco del Cristo, studio

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Il Cristo benedicente della Cripta: studi

Confronto con Pantocratore con la Vergine, Fasano, chiesa rupestre di San Lorenzo

Anche questo Pantocratore presenta analogie con il Cristo della nostra cripta di San Pietro: il benedire all’orientale, il Vangelo aperto nella sinistra. Ma anch’esso, come gli altri già visti, è in trono anziché in piedi, le coloriture sono totalmente diverse nella tunica rossa invece di verde, nel pallio che non presenta le stupende lumeggiature azzurre del nostro Redentore.
Pantocratore con la Vergine, Fasano, chiesa rupestre di San Lorenzo     Cristo benedicente, Andria,Cripta di San Pietro in Cattedrale
[Pantocratore in S.Lorenzo a Fasano (foto ripresa testo sotto citato) - Il Cristo benedicente di Andria, foto di Sabino Di Tommaso, 2006)]

Nota di arricchimento di un esperto, (di interpretazione trasversale delle immagini)

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... tutto questo rinvia ... a programmi decorativi, a modelli iconografici, a stilemi artistici, ad una cultura figurativa che, proprio perché si poneva in stretta connessione con il soddisfacimento di un bisogno vitale dell'uomo, quale è quello religioso, doveva adeguarsi alla capacità di lettura sia dei committenti che dei fruitori. Insomma la richiesta di immagini e la conseguente risposta degli artisti impegnati a realizzarle possono darci la misura delle eredità culturali alle quali, consapevolmente, partecipavano gli abitatori delle grotte. Anche perché non ci si imbatte, faccia a faccia delle pareti affrescate delle chiese rupestri, soltanto di fronte a modelli uniformi, a stereotipi dipinti senza convinzione, a schemi puramente iterativi fondati su principi di mera pratica tecnica. C'è tutta una gamma di possibilità figurative espresse entro i riquadri delle nicchie, nei catini absidali o negli intradossi delle iconostasi; possibilità che, molto spesso, rivelano un modello di base, ma che nel contempo si arricchisce di elementi che volta a volta modificano la stessa impostazione. Saranno elementi marginali, molto spesso interventi consistenti sia per l'iconografia che per lo stile e che risentono senza alcun dubbio di un particolare gusto estetico di una singolare ricchezza percettiva. Anche quando il programma decorativo dell'invaso risulta del tutto empirico, rispondente più che a un disegno artisticamente preciso, alle esigenze di carattere devozionale di cui si discuteva dianzi, pure ci si imbatte di fronte ad affreschi che rivelano un notevole livello culturale sia del pittore, sia del committente, sia del pubblico.
I rimandi su questo piano possono essere molteplici e sono stati in gran copia già individuati. Essi non si discostano da quella cultura pittorica bizantina, forse di influenza cipriota-palestinese, come rileva il Pace in questo stesso volume, di cui sopravvivono innumerevoli testimonianze sia per quanto riguarda i temi, sia per quanto concerne le formule iconografiche. Si pensi al Pantocratore …”
[ da “La Puglia tra Bisanzio e l’Occidente”-’La civiltà rupestre in Puglia’ di C. D. Fonseca, Electa Editrice,Milano, 1980, pag. 106]

[La pagina, come per molte altre, è stata sottoposta ad opportuni aggiornamenti sia nelle immagini che nei testi, dopo l'iniziale approccio con gli alunni nell'anno scolastico 1999/2000.]


[il testo e le immagini della pagina sono di Sabino Di Tommaso (se non diversamente indicato)]