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Il Cristo benedicente della Cripta: studi
Confronto con il Cristo benedicente, Mottola,
Chiesa di Santa Margherita
e con il Pantocratore, Mottola, Chiesa di San Nicola
[sx: part. dell'affresco della Chiesa di S. Margherita (foto internet) - dx: part. dell'affresco della Chiesa di S. Nicola (foto di Domenico Zagaria, 2019)]
Nota di arricchimento di un esperto (di interpretazione trasversale
delle immagini)
“ ………….
Accertati i tramiti della
committenza e quelli della esecuzione pur con i limiti che la
documentazione presenta, il discorso sulla "cultura" dispiegata
all'interno delle chiese rupestri si fa più puntuale, quando si
considera la pittura parietale non soltanto nei suoi aspetti decorativi,
ma anche nei suoi elementi iconografici. Certo le difficoltà da
affrontare in questo settore non sono affatto trascurabili, quando si
rifletta al carattere di questi affreschi; carattere essenzialmente
devozionale svolto all'interno di una dimensione sacrale e pertanto
soggetto a processi psicologico-religiosi legati alla mentalità del
committente o del fruitore, e in ogni caso, ancorato ostinatamente ad un
costume inveterato. Varrà notare come la atemporalità dei fatti
devozionali incida in maniera determinante sulla realizzazione artistica
e sul linguaggio figurativo, rendendo estremamente difficoltosi i
tentativi di collocazione cronologica.
In definitiva, la sedimentazione dei fatti artistici
sull'humus delle tradizioni religiose popolari richiede tempi molto
lunghi di cui si dovrà tenere necessariamente conto per spiegare la
sopravvivenza di forme, di stilemi, di modelli o di nuclei agiografici
in epoche assai distanti da quelle più propriamente "storiche". Il
divario tra "tempo storico" e "tempo estetico" si accentua come non mai
di fronte a queste testimonianze sacrali delle chiese rupestri del
Mezzogiorno d'Italia. Comunque, pur con queste difficoltà e con questi
limiti, alcuni orientamenti ed alcune tendenze sembrano di agevole
individuazione.
Intendo riferirmi anzitutto alle aree cultuali
articolate almeno in tre nuclei agiografici fondamentali: l'uno
fortemente legato all'ecumene bizantina, l'altro collegato alla
tradizione crociata, il terzo, infine, inserito in un ambito devozionale
locale.”
[ da “La Puglia tra Bisanzio e l’Occidente”-’La
civiltà rupestre in Puglia’ di C. D. Fonseca, Electa
Editrice,Milano, 1980, pag. 94]
[La pagina, come per molte altre, è stata sottoposta ad opportuni aggiornamenti sia
nelle immagini che nei testi, dopo l'iniziale approccio con gli alunni
nell'anno scolastico 1999/2000.]
[il testo e le immagini della pagina sono di Sabino Di Tommaso
(se non diversamente indicato)]