Le Cappelle gentilizie, di R. Ruotolo

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CIMITERO COMUNALE DI ANDRIA: I PROGETTI INIZIALI

dell'Ing. Riccardo Ruotolo

Le Cappelle Gentilizie delle Confraternite religiose

Il Cimitero, cioè il “luogo del riposo”, così come oggi esiste in ogni città, si può dire che è figlio di una forte innovazione venuta dalla Francia nei secoli XVIII e XIX dell’era cristiana (Decreto di Parigi del 1765, Decreto di Tolosa del 1776, e soprattutto Editto napoleonico di Saint-Cloud del 12 giugno 1804 che specificava il divieto di seppellire i defunti all’interno degli edifici religiosi e dentro le mura delle città, ma prescriveva che i Cimiteri dovevano essere ubicati sempre al di fuori delle città e protetti da Cinte murarie alte almeno 2 metri). [1]

A partire dall’alto medioevo la sepoltura avveniva quasi esclusivamente nell’ambito dei centri urbani e, soprattutto, nei sotterranei delle Chiese (come nel sotterraneo della Chiesa di Sant’Anna di Andria), o in appositi piccoli ambienti costruiti sotto il pavimento delle Chiese, raggiungibili a mezzo di botole di legno realizzate sul piano del pavimento (Foto 1, tombe sotto il pavimento della Chiesa di San Domenico di Andria, anno 1998), oppure in piccoli spazi all’aperto nelle vicinanze delle Chiese e Conventi. Quando c’era un decesso, si apriva la botola e la salma veniva fatta scendere nel sepolcro (a volte letteralmente gettata), dove già giacevano altri numerosi corpi. Quando lo spazio era colmo, si ripuliva il tutto, raccogliendo le ossa e depositandole in grosse buche scavate nel terreno, sempre sotto le Chiese (sotto la Chiesa di San Nicola di Andria ci sono due grossi ambienti di quasi tre metri per tre metri e di altezza quattro metri, scavati nel tufo a forma di perfetti parallelepipedi, pieni di ossa).

sepolcreto sotto la navata di S. Domenico (prima dell'imminnte restauro, foto 2008)       sepolcreto sotto la navata di S. Domenico (prima dell'imminnte restauro, foto 2012)
[sepolcreto sotto la navata della Chiesa di San Domenico (foto 1: 2008; 2: 2012 (prima dei rastauri del 2013)]

L’Editto di Saint-Cloud fu emanato per due fondamentali ragioni: la prima era igienico-sanitaria, abbastanza comprensibile, la seconda, rinveniente da un principio basilare della rivoluzione francese, era quella di garantire ai cittadini gli stessi diritti sia che fossero benestanti sia che fossero poveri sia che fossero ladri.

Anche nel Regno di Napoli, dopo un decennio dall’ Editto di Saint-Cloud, si cominciò a legiferare applicando le nuove regole per le sepolture, condensate nella legge emanata dal Re Ferdinando I nel 1817. In Andria, però, dopo aver scelto il sito dove costruire il Cimitero, bisognerà attendere l’anno 1839 per dare attuazione alla nuova legge e, in quell’anno, l’Università di Andria dette incarico all’architetto Domenico Recchia di redigere un progetto per il nuovo Cimitero; il grafico del progetto (Documento 2,già pubblicato dall’architetto Vincenzo Zito sul sito di AndriaViva), molto bello nella sua semplice composizione quadrata, prevedeva viali alberati e spazi aperti per le inumazioni in fosse scavate nel terreno, mentre, addossate ai muri di Cinta anteriore e posteriore era prevista la realizzazione di tombe gentilizie di privati sotto dei porticati e, sui lati di sinistra e destra, era prevista la realizzazione di tombe gentilizie all’aperto.

Pianta-progetto del cimitero del 1839, dell'arch. Domenico Recchia
[Doc. n.2: Pianta-progetto del cimitero del 1839, dell'arch. Domenico Recchia]

La leggenda posta ai lati del progetto aiuta a comprendere la distribuzione degli spazi all’interno del Camposanto e il luogo assegnato per la costruzione delle Cappelle Gentilizie.

segni legenda
AAAA Pianta del muro di cinta del Camposanto (agli angoli del quadrilatero del Camposanto erano collocate delle colonne, come quelle previste nel prospetto della struttura d’ingresso).
P P Prospetto del Camposanto (il muro di Cinta era previsto di fattura molto semplice ed era sormontato da un coronamento lineare, quello attuale è completamente diverso; il prospetto dell’ingresso è in stile classico, quasi palladiano, molto proporzionato).
Q Vestibolo coverto (più o meno simile all’esistente).
M M Stanze del custode e deposito delle carrette.
ZZZZ Sepolcri comunali (sono fosse scavate nel terreno per inumazioni).
KKKK Pianta delle tombe gentilizie sotto il porticato (in queste zone addossate al muro di Cinta era prevista la realizzazione di quelle strutture che vennero poi chiamate Cappelle Gentilizie delle Confraternite e delle possidenti famiglie andriesi che potevano permettersi di acquistare in perpetuo suoli cimiteriali per costruire le loro Cappelle; tutt’oggi in questi luoghi, lungo il primitivo muro di Cinta, sono presenti queste Cappelle Gentilizie).
OOO Suolo per uso comunale servendo di ampliazione per altri sepolcri (trattasi sempre di sepolture ad inumazione).
RRRR Viali con piantagione di alberi.
C C Prospetto della Chiesa (È l’attuale Cappellone centrale che, però, è stato realizzato più grande e in posizione elevata per una maggiore visibilità e importanza).
N N Sezione della Chiesa sulla linea NC.
B Pianta della Chiesa.
S S Sezione delle tombe gentilizie col porticato (la struttura del porticato, molto bella, non fu poi realizzata nella costruzione delle Cappelle Gentilizie, credo perché non idonee ad accogliere le migliaia di loculi di una città che nell’arco di un secolo, dal 1850 al 1950, triplicò i suoi abitanti).
aaaa Cimitero per deposito delle ossa (non è stato realizzato in questo luogo l’ossario comunale e, a mio parere, il luogo indicato dall’architetto D. Recchia nell’intorno dell’ingresso era il meno adatto).

Segue una nota che chiarisce la scala delle varie parti del disegno.
Nota. La scala del prospetto e Sezione della Chiesa è doppia di quella segnata in piede della pianta del Camposanto ed è quadrupla per lo prospetto del detto Camposanto.
Andria 10 ottobre 1839
Architetto Laureato al N. 882
Segue la firma Domenico Recchia
Visto ing. di Prima classe segue la firma
Al centro e in basso è segnata la scala del disegno in “Scala di palmi napoletani”, con il palmo pari a circa cm. 26,45.

Questo progetto, però, fu realizzato solo limitatamente alla costruzione di Cappelle Gentilizie delle Confraternite e delle famiglie possidenti andriesi, come si rileva dal successivo progetto dell’anno 1859, dello stesso architetto Domenico Recchia (Documento 3, inedito), nel quale è mantenuta l’idea di realizzare le Cappelle Gentilizie lungo la muratura di Cinta dell’area cimiteriale, Cappelle che a quell’epoca riporta come gi� realizzate, e sono tutte Cappelle Gentilizie delle Confraternite ubicate nell’angolo di sinistra e in alto, disegnate con due linee marcate nel grafico del progetto, zona contraddistinta con la lettera D e con la dicitura “Tumuli gentilizi costruiti”.

Doc. n.3: Pianta-progetto del cimitero del 1859, dell'arch. Domenico Recchia
[Doc. n.3: Pianta-progetto del cimitero del 1859, dell'arch. Domenico Recchia]

Come è noto, alle Confraternite cui era demandato il pio compito della sepoltura dei morti nelle Chiese, fu data l’opportunità di continuare la loro pia funzione acquistando lotti di terreno nell’ambito del Cimitero, nuovo e unico luogo di sepoltura costruito dalle Università (Comuni) fuori del perimetro urbano.

Quindi, i primi lotti di terreno del nuovo Cimitero di Andria furono concessi in proprietà alle Confraternite che in breve tempo (dal 1840 al 1859) costruirono diverse Cappelle Gentilizie, e il luogo dove esse furono costruite (come riportato nel grafico del progetto del 1859) è quello stesso dove ancora oggi esse sono ubicate. Rintracciare gli atti di cessione delle aree alle Confraternite per costruire le loro Cappelle Gentilizie è compito abbastanza arduo, però, bisogna tener presente che le Cappelle Gentilizie delle Confraternite sono nel Cimitero di Andria da oltre 170 anni, cioè da quando fu realizzato il Cimitero, e attendono alle sepolture sia dei soci sia di ogni altro cittadino.

Si riporta qui di seguito l’interessante “leggenda” del nuovo progetto cimiteriale dell’anno 1859, come da grafico colorato del documento 3 in cui il progettista architetto D. Recchia disegna il Camposanto come un giardino alla francese, realizzato su un terreno essenzialmente in piano e/o con poca pendenza, in cui prevale il disegno squadrato e simmetrico, con siepi di arbusti che convergono verso un centro in cui è collocata una cisterna, una fontana o una statua, siepi che delimitano i campi di inumazione che a loro volta sono anche ricoperti con fiori; la sua struttura schematica è progettata in modo preciso e rigoroso, senza lasciare al caso alcun dettaglio.

segni legenda
A Vestibolo (ingresso al Cimitero come ora si possiede).
B Cappella (Cappellone centrale costruito dal Capitolo della Chiesa Cattedrale nell’anno 1842, come attesta l’iscrizione e lo stemma dello stesso Capitolo, su cui c’era il diritto di patronato del Comune attesa la presenza dello stemma comunale ai lati dell’altare).
C Sezioni di sepoltura (campi di inumazione: sepoltura in fossa scavata nel terreno).
D Tumuli gentilizi costruiti (sono tutte le Cappelle Gentilizie delle Confraternite e famiglie nobili e/o possidenti andriesi).
E Gentilizi a costruirsi (dopo il 1860 furono costruite solo lungo il lato di sinistra le Cappelle Gentilizie delle Confraternite e lungo il lato destro, ma solo per il primo tratto a partire dall’alto, le Cappelle Gentilizie delle famiglie nobili e possidenti, il tutto come ora è riscontrabile nel Cimitero.
F Parterre nel Camposanto (giardino alla francese).
G Cisterne.
H Cimiteri.
I Parterre avanti il Camposanto (questa era la grande novità rispetto al progetto del 1839: la previsione di realizzare un grande giardino alla francese, esteso quanto metà Cimitero, davanti all’ingresso, composto da due grandi quadrati separati da un viale centrale in asse con la struttura d’ingresso l Cimitero, da siepi disposte sia in modo circolare si a rombo quadrato, il tutto con viali diagonali simmetrici e viali perimetrali continui).

Sotto la legenda è specificato il significato dei colori presenti nel progetto:
- La tinta nera dinota le fabbriche costruite (sono le costruzioni delle Cappelle Gentilizie delle Confraternite).
- La tinta rossa dinota le opere a farsi (sono le murature di Cinta anteriori e laterali del parterre avanti all’ingresso monumentale).
- La tinta gialla le fabbriche a demolirsi (sono le murature di cinta del contorno del Cimitero dove costruire altre Cappelle Gentilizie, come in effetti furono costruite sia dalle Confraternite sia dai privati possidenti, come tutt’oggi sono presenti nel Cimitero).
- La tinta verde dinota i parterre.
- La tinta paglia dinota i viali.

Nel progetto redatto dall’architetto D. Recchia, la vegetazione doveva contribuire a valorizzare i monumenti funerari: cipressi, pini e siepi di arbusti sempreverdi, dovevano avere la funzione di “ombroso sfondo alle fioriture poste sulle singole tombe”, mentre i parterres erbosi dovevano accogliere le inumazioni comuni.

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Nel 1895, dopo circa 40 anni dal secondo progetto dell’architetto Domenico Recchia, l’ingegnere R. Ceci disegnò una ipotesi di Piano Regolatore per la città di Andria, piano che prevedeva un mega sviluppo della città, con isolati tutti rigorosamente quadrati e rettangolari, senza piazze, senza giardini, senza edifici pubblici; in questo piano era anche disegnato l’ampliamento del Cimitero Comunale (Documento 4, inedito).

Doc. n.4: disegno dell'ampliamento del Cimitero del 1895, dell'ing. R. Ceci
[Doc. n.4: disegno dell'ampliamento del Cimitero del 1895, dell'ing. R. Ceci]

Come si rileva da questo stralcio del PRG dell’ing. Ceci il parterre davanti all’ingresso fu inglobato nella Cinta del Cimitero, fu riprogettato l’ingresso e fu previsto l’ampliamento sul lato destro in direzione Sud-Est, come poi fu realizzato, con la costruzione del viale Calvario al centro della zona di ampliamento. A quell’epoca risultava costruito tutto il lato sinistro a ridossa della Cinta e sono tutte Cappelle Gentilizie delle Confraternite e alcune Cappelle di famiglie possidenti; sul lato destro in alto, sempre a ridosso della vecchia Cinta, risultano costruite la Cappelle Gentilizie delle famiglie ricche della città, poi c’à un’interruzione da cui parte il nuovo viale Calvario, e in basso risultano costruite altre cappelle Gentilizie delle Confraternite. Su viale Calvario, nel tratto ricadente nella vecchia Cinta, risultano costruite 5 Cappelle Gentilizie di privati, mentre, non sono riportate le piccole edicole funerarie sparse nei campi interni perché troppo piccole per essere rappresentate.

La sagoma del Cappellone centrale è quella che tutt’ora è presente, con la scalinata anteriore e la protuberanza posteriore da cui si accede al soccorpo. Anche sul lato Nord-Est della Cinta il Ceci previde un ampliamento, condizione che fu realizzata nell’anno 1983 a cura e spese delle Confraternite per la realizzazione degli ampliamenti di quattro loro Cappelle Gentilizie.

Contrariamente allo sviluppo sovradimensionato della città previsto nella bozza di PRG, tanto che oggi a distanza di 125 anni la città non ha ancora raggiunto quel perimetro, riguardo l’ampliamento del Cimitero il Ceci, pur prevedendo un maxi ampliamento, non si sbagliò, anzi si può dire che ebbe ragione, perché lo stato dei luoghi attuale e molto più ampio.

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Da tutto ciò che è stato descritto e documentato risulta evidente lo spostamento nei nuovi Cimiteri Comunali dell’opera pia della sepoltura svolta per oltre sette secoli dalle Confraternite nelle Chiese, Conventi e giardini annessi, nonché la presa d’atto da parte dei Comuni che solo le Confraternite potevano, a loro spese, realizzare tante Cappelle Gentilizie per far fronte al sempre più copioso servizio della sepoltura, atteso l’incremento notevole di popolazione che la città ha avuto nell’arco di 150 anni.

Inoltre, la realizzazione iniziale del Cappellone centrale a cura del Capitolo Cattedrale sta a dimostrare che inizialmente e per diversi decenni è stata la Chiesa, intesa come organismo unitario e complesso allo stesso tempo, a prendersi cura della pia opera della sepoltura dei defunti e che soltanto dopo oltre cent’anni il Comune realizzò una sua propria struttura, unica presente nel Camposanto fino alla concessione fatta in favore della società San Riccardo che oggi gestisce il Cimitero Comunale.

Andria, 8 febbraio 2021

Ricerche dell’ing. Riccardo Ruotolo


NOTE

[1] Tutte le citazioni in parentesi rinvengono da sopralluoghi da me effettuati in occasione di lavori di restauro delle Chiese di San Domenico, Sant’Anna e San Nicola come da incarichi ricevuti da Mons. Giuseppe Lanave.