Sino al 1993 il dipinto era una pittura ad olio su lastra di zinco
(foto a sinistra del luglio 1991, rilevata dal sotto citato testo della Cestari); per le pessime condizioni fu
restaurato rifacendolo in affresco.
Sull'affresco si vedono riportate le date delle precedenti ristrutturazioni: 1893 e 1965
(scarsamente leggibili).
Il dipinto era circondato da una cornice colorata di giallo ed aveva "una pensilina di stagno con resti di sfrangiatura" [1].
[1] da "Le edicole sacre di Andria", di Beatrice Adriano Cestari, Sveva Editrice, Andria, 1995, pag. 42.