di † Antonio Franco (vescovo di Andria dal 1604 al 1625)
[trascrizione del testo originale in latino] [2]] | [traduzione] |
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Ill.mi et R.mi D.ni Ex præcedentibus Relationibus meis satis innotuit Ill.mis DD. VV. Cathed.lem Andriensem amplam, decenterq; aptam sachristiam convenienter sacra suppellettili refertam, satis canonicis missis, praedicationisbus, aliisq; divinis muniis, officiis, exercitiis, et in specie Xρ.ana doctrina debito modo, congruisq; temporibus in ea satisplevi. Itidem in alijs duabus recepticijs [3] Ecclesijs sub tit.lis S.i Nicolai Trimodien’ intus Civitatem una, et S.mæ Annunciat.nis in suburbijs altera. Constat etiam ex dictis in d.a Civitate adesse quamplura Cenobia inter quæ illud cum celebri Ecc.a toti Prov.æ admiranda ac sũma et continuo populorum concursu S.tæ Mariæ Miraculorum nuncupata, in quo resident RR. Patres Cassinen’ S.i Bened.cti, Conventus S.i Francisci conventualium de observ.a, ac Cappuccinorum; itidem S.i Augustini ac S.i Dom.ci, residentes in quolibet ipsorum ad minus quindecim et viginti fratres. Mulierum pariter unum adest monasterium ad numerum circiter quadraginta monialium ord.nis S.i Benedicti, cuius clausura optime custoditur. Confratern.tes Lajcorum octo numerantur quæ diversa instituta ac pia opera exercent ad pauperum gubernat.ne’, hospitalis servitium, mortuorũ sepulturam, Virginum collocat.ne’ expositorum alimoniam, et 40 sororum decorem. Gramaticæ, humanitatis, et cantus scolæ adsunt plurimæ, sed ob mortem veterorum magistrorũ vereor ac sufficientia p_tiunt nec usq; modo adeguatum remedium occurrit. Sex sunt jam transiti menses quod Dux Civitatis Primarius quidem ac praepotens ex Caraforum prosopia … clausit diem extremum, debitũ naturae persolvendo; insignitus a Deo manifestis signis imò demonstrationibus efficaciss.mæ gratiæ, interque verè admirandum perpetuæq; memoriæ fuere; quæ per spatium duorum mensium ante publice dixit, fecit, mandavit et procuravit in favorem, honorem et amorem mei indignissi.mi ac etiam successorum meorum totiusq. Ecclesiasticæ Hijerarchiæ; quibus incensus presens Dux filius etsi juvenis cũ optimæ indolis adeo obsequens circa Dei cultum, ministrorum eius reverentiam, animarum salutem, et aeque justitiae subiectis administrationem gubernium incepit suum ut omnia ad Dei gloriam et animarum salutem usq. in finem prospere corde uno et anima una ipso bonorum … largitore donec eventum sperantur. Sacras Ill.mas D.narum Vestrarum personas Deus Optimus Maximus Toti Ecc.æ S.tæ S_ incolumes servet, ut ego etsi nullius meriti cum tota Ecclesia Andriesis orare non desistam. Datum Andrien in n.ro Ep.ãli Palatio Die 18 9.bris 1619. DD. VV. Ill.mæ et R.mæ
Hum.mus Servus [sul retro del foglio]
Relatio x is trien.i exhibita |
Ill.mi e R.mi Signori Come può sufficientemente evincersi dalle mie precedenti Relazioni alle Illustrissime Signorie Vostre, la Cattedrale Andriese è ampia, la relativa sacrestia convenientemente fornita delle sacre suppellettili, in essa ho adeguatamente adempiuto alle messe canoniche, predicazioni, agli altri divini doveri, funzioni, esercizi e specialmente all’insegnamento della dottrina cristiana nel modo debito e conveniente. Parimenti (accade) in altre due chiese recettizie, una in Città intitolata a S. Nicola Trimodiense, l’altra nel sobborgo dedicata alla SS. Annunziata. In detta Città esistono anche diversi cenobi, tra i quali quello con la celebre chiesa detta di S. Maria dei Miracoli, ammirata in tutta la Provincia con un continuo afflusso di popolo, nel quale monastero risiedono i RR. Padri Cassinesi di S. Benedetto, c’è poi il Convento di S. Francesco dei Conventuali di stretta osservanza e dei Cappuccini; inoltre quelli di S. Agostino e di S. Domenico, nei quali risiedono rispettivamente circa 15 e 20 frati. Unitamente c’è un monastero di donne con circa 40 monache dell’ordine di S. Benedetto, la cui clausura è perfettamente rispettata. Si contano otto Confraternite di Laici le quali svolgono varie istituzioni e opera pia in aiuto dei poveri, servizio d’ospedale, sepoltura dei morti, matrimonio delle Vergini, sostentamento degli esposti (trovatelli), e decoro (dote) per quaranta sorelle. Ci sono molte scuole di grammatica, lettere e canto, ma per la morte dei docenti vecchi temo soffrano della carenza finché non si porrà rimedio. Sono trascorsi già sei mesi da quando il Duca della Città, tra i più importanti e certamente molto potente di casa Carafa, visse il suo ultimo giorno, decedendo di morte naturale; da Dio segnalato con evidenti indizi e soprattutto prove di efficacissime grazie, nel frattempo in verità fu ammirevole e indimenticabile ciò che per due mesi pubblicamente disse, fece, ordinò e procurò in favore, onore e amore verso di me, indegnissimo ed anche dei miei successori e di tutta la Gerarchia Ecclesiastica: con ciò il nuovo attuale Duca figlio [Fabrizio] benché giovane e talmente di ottimo carattere, iniziò il suo governo rispettoso del culto divino, dei suoi ministri, della salvezza delle anime, dell’amministrazione di una equa giustizia verso i sudditi, così che a totale gloria di Dio e per la salvezza delle anime si spera tale situazione permanga fino alla fine felicemente d’amore e d’accordo con questo generoso donatore. Dio Fonte di ogni bene protegga le vostre persone, così io pur senza alcun merito non mancherò di pregare con tutta la mia Chiesa. Emesso in Andria, nel Palazzo Episcopale il 18 novembre 1619. Delle signorie Vostre Illustrissime e Reverendissime
umilissimo servo [sul retro del foglio]
Relazione redatta per questo triennio |
NOTE
[1]
Le riproduzioni delle Visitae ad Limina (visita dei sepolchi [limina→soglie all'ultraterreno] degli apostoli Pietro e Paolo) sono tratte da
"Microfilm DOM - N-5228, ARCHIVIO VATICANO, Cong. Conc. Andria, P. IA".
Le Visitae ad Limina (Apostolorum Petri et Pauli) qui documentate
sono quelle nuovamente istituite nel 1585, dopo il Concilio di Trento.
La data qui scritta si riferisce a quella apposta in calce alla RELAZIONE sullo STATO DELLA CHIESA inviata dal vescovo alla Santa Sede.
Detto documento manoscritto è stato traslitterato in caratteri di stampa da Sabino Di Tommaso
e da lui digitalmente pubblicato in prima assoluta su questo suo sito culturale
www.Andriarte.it nel 2016
(fino ad allora mai integralmente edito), affiancandogli contemporaneamente una sua traduzione in italiano.
Il documento ha poi fatto parte di una raccolta che nell’ottobre del 2022 Sabino Di Tommaso
ha anche editato a stampa per i tipi di “Grafiche Guglielmi Andria”,
in una pubblicazione distribuita ed archiviata secondo le disposizioni della legge n.106 del 15 aprile 2004 con il titolo
“L’Assunta, Cattedrale di Andria nel Seicento – La storia del suo edificio nelle relazioni delle visite pastorali e delle visite ad limina”,
(Link BNCF.):
Vol I, ISBN 979-12-80582-01-0;
Vol II, ISBN 979-12-80582-03-4.
[2]
Le parentesi quadre indicano lettere non presenti per abbreviazione.
I puntini di sospensione (…) o ___ indicano lettere, parole o gruppi di parole di difficile lettura sul manoscritto,
non solo molto antico ma anche non perfettamente riprodotto.
Il grassetto ed il corsivo non sono presenti nel testo originale.
[3] Fino a metà Ottocento (15/08/1867) era chiamata "recettizia" una Chiesa (del Regno di Napoli) che avesse un Collegio o Capitolo di Sacerdoti, giuridicamente costituito, dedicato alla cura delle anime e con l'obbligo di recitare o cantare collegialmente l'ufficio divino; il Collegio o Capitolo possedeva un patrimonio (derivanti da donazioni o acquisti) le cui rendite erano divise equamente tra i suoi membri.