di † Alessandro Egizio (vescovo di Andria dal 1657 al 1689)
[La relazione č preceduta da una nota di accompagnamento del giorno 19/02/1661, nella quale il vescovo Alessandro Egizio nomina come suo sostituto nella Visita ad Limina il suo Vicario Generale D. Oronzio Polidoro (Questa parte del manoscritto č stesa in italiano)]
Andrien Visit SS. Liminorũ
Alla Santitą di N. Sig.re
Mons.r de’ Vecchij ne’ pauli
Per
Il Vescovo di Andria
23 Martij 1661
S fff anniv
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1661
Beat.mo P[ad]re
Il Vescovo di Andria humilm.[en]te espone a V. B., come dovendo visitare limina Apostolorum, né potendo venir di persona per la povertą della sua Chiesa, supp.[li]ca V. B. degnarsi ammettere il suo Vicario Generale mandato in Roma per quest’effetto.
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L’impotenza fa, che invii per il s.ro limine, il p[rese]nte D. Polidoro mio Vic[ari]°, e subito gionto verrą da V. S. Ill.Ŗ per le mie dovute suppliche pel contenuto dell’obbligo, e poi saprą soggiungere li bisogni delle giuste spedizioni, in ordine alla sodisfazione di si gran’ numero di messe, che vćno ą dietro questi Cap[ito]lari, quali per nõ essere contestati da me, nel passarle sotto banca questo particolare, eccedono in altri disordini, come farsi gratia V. S. Ill.Ŗ intẽdere dal med.[esim]° Vic[ari]° e la supp[lic]° concedermi quella parte della sua Benegnitą che puram[ent]e puņ allargare in tanto serv[izi]° di Dio, et a V. S. Ill.Ŗ river[entement]e bacio le mani.
Andria 19 feb[brai]° 1661
D. V. S. Ill.ma e R.ma
obblig[atissim]° ser[vitor]e
Al[essandr]° Ves[scov]° d’Andria
[trascrizione del testo originale in latino] [2]] | [traduzione] |
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Emin.mi, et R.mi P. D.ni, mei Col.[endissi]mi. Beatorum Ap[osto]lorum Petri, et Pauli sacrorum liminũ visitationis munus pro primo triennio adimplens, mediante Rev.° Oronzio Polidoro Baglivo Presb[ite]ro Lycien. Diœcesis, meo Vicario g[ener]ali, Pro[curato]re ad hoc special[ite]r ą me constituto, ex quo non valgo person[alite]r explere ab meam inopiam, huius Civitatis Andrię, eiusq[ue] diœcesis status ranẽm redditurus, hęc omni qua decet reverentia, et dilig[enti]Ŗ EE. VV. referre posse videor. In p[rędict]is hęc Civitas Andria sita est in Apulia Provincia Baren[sis] intra fines Diœcesiũ Tranen’ [3], Sipontin’, Ruben’, et Minervinen’, suffraganea Archie[pisco]po pręd[ict]ę Civ[ita]tis Tranen’.
Cathedralis Ecc[lesi]Ŗ sub invoc[atio]ne Assumptionis B.[eatę] V.[irginis], quę unita est E[pisco]pali Palatio,
sacra suppellectili, et omnib[us] ad sacrificiorum usũ, ac cœterarum ecclesiasticar[um] functionũ satis composita, et ornata,
cum Sacrario pluribus Sanctor[um] reliquijs in thecis argenteis bene decorato, in qua pręsertim adest integrum corpus
S.[anc]ti Richardi, p[rim]i Antistitis Andrien[sis], cum eius Cappella, in qua prędictum corpus custodit[ur] propé Altare maius.
Eidem Ecclesię quin[ue] Dig[nita]tes, Archidiac[o]nus s[cilicet], Archipresb[ite]r, Cantor, Primicerius,
et Prior d[ict]ę Cappellę Divi Richardi, Sacerdotes fere 50, duo Diaconi, totidem, Subdiaconi, ac undecim Cl[eri]ci inveniunt[ur]. Civitas non habet Parrochias, sed solum Cath[edra]lis et Colleg[ia]ta S. Nicolai habent fontẽ baptismalem, et ad libitum civium recipiunt Parvuli Baptismum et sacramẽtor[um] usũ, de nocte vero secundi sacristę, qui in Cath[edra]li, et in d[ict]Ŗ Colleg[ia]ta S[anc]ti Nicolai recective [4] resident in necessitatibus sacram[en]ta administrant. Hęc Diœcesis non habet alia loca sub se, sed tantũ solam Civ[ita]tem cum suo territ[o]rio.
Pręd[ict]ę Coll[egia]tę S[anc]ti Nicolai inserviunt tres Dig[nita]tes, Prępositus, Cantor, et Prim[ice]rius,
viginti tres Sacerd[o]tes, duo Subd[iaco]ni, et X Cl[eri]ci, in qua neq[ue] adsunt Can[oni]ci.
Adest et[iam] altera Colleg[ia]ta Ecc[lesi]Ŗ SS.mę Annunt[iatio]nis extra mœnia,
in qua adest una Dig[ni]tas s[cilicet] Prior, X Sacerd[o]tes et octo Cl[eri]ci; Propé d[ict]am Cath[edra]lem adest Mon[aste]rium Monalium ord[i]nis Sancti Benedicti, copiosum ac bené compositũ, cum eius Ecclesia sub invocate[io]ne SS.mę Trinitatis, in qua quatuor adsunt altaria, Chorus, et organum bene adaptata, et moniales exemplares. Caret Seminario ob tenuitatem reddituum mensę episcopalis, verum adsunt Magistri Gram[mati]cę, et Musicę, qui Cl[eri]cos, aliosq[ue] docent.
Adsunt septem Mon[aste]ria virorũ Regularium: ord[i]nis, s[cilicet], Cassinensiũ sub invoc[atio]ne
S[anc]tę Marię Miraculorũ, extra mœnia spatio unius miliarij, cuius Ecc[lesi]Ŗ valde ornata, et ditata est,
cum magno concursu devotionis, pręsertim sabbati;
In Cath[egra]li Ecclesia adsunt tres Confratern[ita]tes, nimirũ SS.mi Sacram[en]ti,
S[anc]tę Marię de M[on]te Carmelo, et S[anc]tę Marię de Capitulo.
Intus predictam Civ[ita]tem adsunt septem Ecclesię, et in tribus ipsarum tres Confr[aternita]tes,
s[cilicet] S[anc]ti Andreę, S[anc]tę Clarę, et S[anc]ti Io[ann]is Baptistę. In Cath[edra]li Ecc[lesi]Ŗ, et in alijs Colleg[ia]tis in Divinis officijs persolvendis, at in missis celebrandis per Dignitates Illarum(?), quam plurimi committunt[ur] abusus contra formam Ritualis Romani, prętextu prętensq consuetude[i]nis immemorabilis ą quibus per edictum abstineri mandavi, et ad unquem Cerem[onia]le Rom[anus] servari de quo grav_tę pręfatę Dig[nita]tes ad Sac.[ra] Rituum Cang[gregatio]ne recorsum habuerunt, ubi ad p[rese]ns lis vertit. In hac Andrien’ Diœcesis quamplurima sunt Benef[ici]Ŗ, et fere omnia de Iure Patronatus laicorum, valde tenua, quorũ aliqua vacant ą triennio, et ultra nec est qui ea obtinere curet, tum ob tenues eorum redditus, tum etiam ob onus missarum, quorum fructus exigit subcollect_ Ap[osto]licus. Huius mensć E[pisco]palis redditus ascendunt ad summam ducatorũ octingentũ circiter monetę Regni, quorum maior pars exigit[ur] ex spenditione Herbarũ super quibus est annua pensio scutorũ biscenti monetę Romanę, quę ad p[rese]ns solvit[ur] Em.mo Card[ina]li Caroli Gabriellio.
Suntq[ue] examinat[o]res Synodales secundum decreta S[acri] C[oncilij] T[ridentini],
ac tota Diœcesis Gra[tia] Dei ab hęresi, ac erroribus conserv. immunis, in qua fides, Religioq[ue]viget. Hęc mihi pro p[rese]nti statu Ecclesię huius Civ[ita]tis Andrien’ EE. VV. referre posse videor, in quibus si quid pro divino cultu ampliando, et pro maiori regimine addendo, veli immutando EE. VV. iusserint, omni studio, ac humilitate me pręstaturũ, polliceor et, Sacras EE. VV. vestes humillime deosculor, felicitatemq[ue] ą Deo precor immortalem. Andrię die decimo octavo februarii 1661. Emin.rũ VV. R.marũ
Devotis[simus] et humilli[mus] Ser[vu]s |
Emin.mi e Rev.mi miei Signori … onoratissimi Ottemperando all’obbligo per il primo triennio della visita al sepolcro dei Beati Apostoli Pietro e Paolo, mediante il Rev. Orazio Polidoro Baglivo Sacerdote della Diocesi leccese, mio vicario generale, da me in particolare nominato per ciņ Procuratore, non potendo io personalmente effettuarla per mia necessitą, per esporre lo stato di questa Cittą di Andria e della sua diocesi, credo che questa possa riferirlo, con tutto il rispetto e l’accuratezza dovuti alle Eminenze Vostre. Innanzitutto questa Cittą di Andria si trova in Puglia nella Provincia di Bari tra le Diocesi di Trani, Siponto, Ruvo e Minervino, ed č suffraganea all’Arcivescovo della predetta Cittą di Trani.
La Chiesa Cattedrale intitolata all’Assunzione della Beata Vergine, č adiacente al Palazzo Episcopale,
sufficientemente fornita ed ornata di tutto ciņ che serve alle messe ed alle altre funzioni ecclesiastiche,
con la sacrestia ricca di molte reliquie di Santi in teche argentee, tra le quali soprattutto
c’č il corpo integro di San Riccardo, primo Vescovo di Andria,
con la sua cappella nella quale detto corpo č custodito presso l’altare maggiore.
Nella stessa Chiesa [Cattedrale] operano cinque Dignitą, cioč l’Arcidiacono, l’Arciprete, il Cantore,
il Primicerio ed il Priore di detta cappella del Divo Riccardo, circa 50 Sacerdoti, due Diaconi e due Suddiaconi e undici Chierici. La Cittą non ha Parrocchie, ma solo la Cattedrale e la Collegiata di S. Nicola hanno il fonte battesimale e, a scelta dei cittadini, i piccoli ricevono il Battesimo e il beneficio dei sacramenti; in particolare di notte i sacristi in seconda delle chiese recettizie della Cattedrale e di S. Nicola, in caso di necessitą, amministrano i sacramenti. Questa Diocesi non comprende altre localitą all’infuori della Cittą col suo territorio.
Nella predetta Collegiata di San Nicola operano tre Dignitą, il Prevosto, il Cantore e il Primicerio, ventitré Sacerdoti, due Suddiaconi e 10 Chierici; non vi sono Canonici. Fuori dalle mura esiste un’altra Chiesa Collegiata della SS. Annunziata, nella quale c’č una Dignitą, il Priore, 10 Sacerdoti e otto chierici; c’č il campanile e un organo da poco realizzato. Presso detta Cattedrale s’erge un Monastero di Monache dell’ordine di S. Benedetto, ricco e ben disposto, con la sua Chiesa, dedicata alla SS. Trinitą, ben aggiustata, nella quale stanno quattro altari, il coro, l’organo, e le monache esemplari. Manca del Seminario per la povertą della mensa vescovile; tuttavia ci sono Maestri di Grammatica e di Musica che insegnano ai chierici e ad altri.
Esistono sette Monasteri di uomini Regolari, e sono: fuori mura a circa un miglio quello dell’ordine Cassinese
intitolato a S. Maria dei Miracoli, la cui Chiesa č molto decorata e ricca con grande partecipazione di devozione, specialmente il sabato;
Nella Chiesa Cattedrale stanno tre Confraternite: appunto quella del SS. Sacramento,
quella di Santa Maria del Monte Carmelo e quella di Santa Maria del Capitolo.
Dentro questa Cittą esistono sette Chiese e in tre di esse altrettante Confraternite, vale a dire:
di Sant’Andrea, di Santa Chiara e di San Giovanni Battista. Nella Chiesa Cattedrale e nelle altre collegiate, recitando i Divini uffici e celebrando le messe, le Dignitą commettono molti abusi contro le norme del Rituale Romano, adducendo come scusa essere da tempo immemore consuetudine; da esse ordinai con editto che si astenessero e rispettassero puntualmente il Cerimoniale Romano; di ciņ incolpate le Dignitą hanno fatto ricorso alla Sacra Congregazione dei Riti, dove attualmente la causa č in corso. In questa Diocesi Andriese esistono molti Benefici, quasi tutti di giuspatronato dei laici, molto miseri, alcuni dei quali sono vuoti da un triennio e nessuno si preoccupa di riaverli, sia perché i loro redditi sono miseri, sia anche per gli oneri delle messe, i cui frutti sono riscossi dalla raccolta apostolica. I redditi di questa mensa Episcopale ammontano alla somma di circa ottocento ducati in moneta del Regno [di Napoli], la maggior parte dei quali si ricava dalla vendita delle erbe sulle quali c’č l’annua pensione di duecento scudi in moneta romana, che attualmente č pagata dall’Eminentissimo cardinale Carlo Gabrielli.
Ci sono anche gli esaminatori Sinodali secondo le norme del Sacro Concilio di Trento e, grazie a Dio,
tutta la Diocesi, nella quale vige la fede e la Religione, si conserva immune da eresie ed errori. Questo mi sembra di poter riferire attualmente sullo Stato della Chiesa di questa Cittą di Andria alle Vostre Eminenze; se su di esso le Eminenze Vostre comanderanno qualcosa per ampliare il culto divino e per aggiungere un governo pił efficace o modificarlo, prometto che con ogni diligenza mi ci applicherņ; quindi bacio umilissimamente le sacre vesti delle Eminenze Vostre e imploro da Dio tanta felicitą. Andria 18 febbraio 1661. delle Eminenze Reverendissime
Devotissimo e umilissimo servo |
NOTE
[1]
Le riproduzioni delle Visitae ad Limina (visita dei sepolchi [limina→soglie all'ultraterreno] degli apostoli Pietro e Paolo) sono tratte da
"Microfilm DOM - N-5228, ARCHIVIO VATICANO, Cong. Conc. Andria, P. IA".
Le Visitae ad Limina (Apostolorum Petri et Pauli) qui documentate
sono quelle nuovamente istituite nel 1585, dopo il Concilio di Trento.
La data qui scritta si riferisce a quella apposta in calce alla RELAZIONE sullo STATO DELLA CHIESA inviata dal vescovo alla Santa Sede.
Detto documento manoscritto č stato traslitterato in caratteri di stampa da Sabino Di Tommaso
e da lui digitalmente pubblicato in prima assoluta su questo suo sito culturale
www.Andriarte.it nel 2016
(fino ad allora mai integralmente edito), affiancandogli contemporaneamente una sua traduzione in italiano.
Il documento ha poi fatto parte di una raccolta che nell’ottobre del 2022 Sabino Di Tommaso
ha anche editato a stampa per i tipi di “Grafiche Guglielmi Andria”,
in una pubblicazione distribuita ed archiviata secondo le disposizioni della legge n.106 del 15 aprile 2004 con il titolo
“L’Assunta, Cattedrale di Andria nel Seicento – La storia del suo edificio nelle relazioni delle visite pastorali e delle visite ad limina”,
(Link BNCF.):
Vol I, ISBN 979-12-80582-01-0;
Vol II, ISBN 979-12-80582-03-4.
[2]
Le parentesi quadre indicano lettere non presenti per abbreviazione.
I puntini di sospensione (…) o ___ indicano lettere, parole o gruppi di parole di difficile lettura sul manoscritto,
non solo molto antico ma anche non perfettamente riprodotto.
Il grassetto ed il corsivo non sono presenti nel testo originale.
[3] Si badi che l'apostrofo posto alla fine delle parole latine indicanti localitą, č spesso l'apocope della terminazione aggettivante "sis" o altro, come in "Andrien’, Tranen’, Sipontin’, Ruben’, Minervinen’, etc."; esse quindi non indicano il nome della Cittą, ma la sua attribuzione, ad esempio "Andriensis, Tranensis, Sipontinę, Ruvensis, Minervinensis, etc.", che possono essere tradotti in "Andriese o di Andria, Tranese o di Trani, Sipontino o di Siponto, Ruvese o di Ruvo, Minervinese o di Minervino, ecc.".
[4] Fino a metą Ottocento (15/08/1867) era chiamata "recettizia" una Chiesa (del Regno di Napoli) che avesse un Collegio o Capitolo di Sacerdoti, giuridicamente costituito, dedicato alla cura delle anime e con l'obbligo di recitare o cantare collegialmente l'ufficio divino; il suo Collegio o Capitolo possedeva un patrimonio (derivanti da donazioni o acquisti) le cui rendite erano divise equamente tra i suoi membri.