di † Andrea Ariano (vescovo di Andria dal 14/01/1697 al 17/08/1706)
[Precedono alcune note della Sacra Congregazione del Concilio]
Alla Santità di N.ro Sig.re
Clemente XI
Per
Mons.r Ariani Vescovo di Andria
[ Segue la richiesta di mons. Ariano di ammettere alla Sacra Visita in sua vece il Sacerdote Carlo Antonio Tarsia Quirino, dimorante in Roma. ]
Beatissimo Padre
Non potendo Mons. Vescovo d’Andria venire personalmente né mandare alcuno di gremio Capituli alla visita de’ Sacri Limini, supplica humilm[en]te la Santità V[ost]ra ad ammettergli il Sacerdote Carlo Antonio Tarsia Quirini commorante in Roma Procuratore à tal’effetto Che &.
[ Segue la procura notarile datata 19 giugno 1705 in favore di D. Carlo Antonio Tarsia Quirino e sottoscritta dal notaio D. Cesare Tesse “ Ego D. Cæsar Tesse de Andria publicus ubique Apost[oli]ca Aucthoritate Not[ariu]s qui meum quo in similitu utor, rep.s signũ apposui.” . ]
[trascrizione del testo originale in latino] [2]] | [traduzione] |
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Emin.mi, ac R.mi Dni. Ut meo, in hac quadragesimi triennij visitatione Sacrorum Liminum, muneri satisfaciam, ultrà ea, quæ in præcedentis visitationis statu retuli, adhuc remanet iuxtà præsentem huius Andrien[sis] Ecclesiæ statum, infrascripta adijcere. Posquam ecclesiam hanc suppellectibus, vestibusque pretiosis, quibus vacuam inveni, benè providerim; Palatiumq[ue] E[pisco]pale ad habitationem ineptum non tantum restauraverim, imò maximis expensis renovaverim; Præbendam Theologalem in personam Nicolai dè Robertis ad præsens Archidiaconi contulerim; pariterque Pænitentiarium in personam Sebastiani Renza, sub spe unionis simplicis beneficij utrique, iam facto casu vacationis, illam firmavi perpetua unione simplicis beneficij sub titulo S. Antonij Patavini in Altari SS.mi Salvatoris intus Collegiatam S. Nicolai; istam quoque alterius simplicis Beneficij sub titulo S. Antonij in proprio Altari intus Cathedralem, qui sunt tituli dictarum præbendarum (dictæque vacationes contingerunt in mensi non reservato,) pro regimine animarum, et disciplina ecclesiastica fovenda, iuxtà sacrorum canonum et Sac[ri] Conc[ilij] Trident[ini] decreta.
Maxima mihi remansit difficultas in erigendo Seminario, pro quo incredibiles undiq[ue] difficultates obivi;
verùm quià totis viribus, totoq[ue] conatu eius erectionem exoptavi, tandem, humano licet destitutus auxilio,
sola Divina ope suffultus, proprio ære dignam ad hoc aptissimam emi, espensisq[ue] considerabilibus ad formam Collegij reduxi,
perpetuos redditus assignavi ex annuis superfluis quorumdam Piorum locorum, effectivè implicatis in emptionem annuorum censuum.
Unum remanet adimplendum, deputare scilicet Vicarios ad exercendam curam Animarum confusè residentem penes Capitulum,
cum assignatione congruae præbendæ, iuxtà Constit[utionem] ad exequendum Beati Pij V; ad vitandam etiam irregulatam electionem
annuam Capitularem Sacristarum, in qua habetur potiùs præoculis onus turnale, quàm habilitas electorum,
prout in præcedenti Visitatione exposui. tantò magis quia ob frequentatam discussionem casuum conscientiæ,
singulis hebdomadis, metu pænæ pecuniariæ addictæ complures habilitati sunt, super qua re summoperè expecto sensum et mandata E.E. V.V. Fructuosus evasit quò ad reformationem Monasterij Monalium, laboriosus, et ad saturitatem calumniatus meus recursus ad Sac[ra] Cong[regatione] E[pisco]porum, secundum cuius decreta ipsarum abusus, quò ad temporalia precipuè, iam iuxtà tramites perfectæ observantiæ emendati fuere, in specie erectione Novitiatus deficientis, taxactione numeri iuxtà redditus, vita communi, deputatione duplicis arcæ depositi, unius pro conservandis Capitalibus Monasterij, alterius pro redditibus superfluis communitatis, et annualitatibus, sivè livellis cuiusque Monialis prudenti moderatione paulatìm urgentioribus prospexi, nè omnia innovanda simul assumerentur; remansit curare, nè loco Conversarum detineantur famulæ seculares, sed eæ habitum suscipere, aut exire cogantur, item aliquæ fenestræ cum planis elevatis indigent reduci ad meri luminis ingressum, aliaq[ue] similia: Super quibus dignentur E.E. V.V. mandata imponere.
Non sine litium et expensarum incommodis, iam Ecclesiastici ad continuò gestandum talarem habitum inducti sunt,
cum edificatione non tantum Civitatis, sed Provinciæ.
In hac Cathedrali est Capella S. Richardi Primi Civitatis E[pisco]pi, erecta (ut aiunt) ab Universitate,
quæ in Sancti obsequium nominat Sacerdotem in Priorem ad vitam, cum assignatione annuæ præstationis
ducatorum decem ex peculio communitatis, ut Cappellæ curam habeat. Datũ Andriæ die octava Augusti 1705. E.E. V.V.
Humillimus, obsequent.s et addictis.mus Ser[vu]s |
Emin.mi e Rev.mi Signori Affinché adempia al mio dovere della Visita ai Sacri Sepolcri per questo quarantesimo triennio, oltre quanto ho già comunicato nella precedente visita, sullo Stato di questa Chiesa Andriese al presente mi resta da aggiungere quanto segue. Dopo aver ben fornito questa Chiesa delle suppellettili, delle vesti preziose che avevo trovato mancanti, con grandissime spese ho messo a nuovo più che restaurare il Palazzo Vescovile che era inadatto ad abitarsi; ho assegnato la Prebenda Teologale a D. Nicola De Robertis, attualmente arcidiacono; ugualmente quella di Penitenziere a D. Sebastiano Renza; nell’attesa delle ambedue unioni di benefici semplici, già divenuti vuoti, ho assicurato a quella [del De Robertis] l’unione dei benefici semplici intitolati a S. Antonio di Padova nell’altare del SS. Salvatore della Collegiata di S. Nicola, a questa [del Renza] anche un’altra unione di benefici semplici intitolati a S. Antonio nel suo altare della Cattedrale; questi titoli di dette prebende (e tali disponibilità accaddero in mesi non riservati) sono per la cura delle anime e per incrementare la disciplina ecclesiastica, in base ai decreti dei sacri canoni e del Sacro Concilio Tridentino.
Ho avuto grandissime difficoltà nell’erezione del Seminario, incredibili da ogni parte;
in realtà ho utilizzato tutte le mie forze ed ogni opera per ottenere la sua erezione, finalmente, senza alcun aiuto umano,
sorretto solo dalla Divina Provvidenza, col mio denaro ho trovato una dimora degna ed adattissima,
che l’ho trasformato in Collegio con elevate spese, l’ho dotato di redditi perpetui tratti da quelli
in sovrappiù di alcuni luoghi pii, effettivamente utilizzati per ottenere annue rendite.
Mi rimane ancora una cosa da completare, incaricare, cioè, i Vicari da destinare alla cura delle anime
ora confusamente assegnata al Capitolo, attribuendo ad essi una congrua prebenda, in base alla Costituzione
emanata dal Beato Pio V; evitando così anche l’irregolare elezione annuale capitolare dei Sacristi,
nella quale si bada più all’onere di una turnazione che non all’abilità degli eletti, che ho riferito nella precedente visita.
Ciò è possibile tanto più ora che, per la frequentata discussione dei casi di coscienza ogni settimana
con la paura della eventuale pena pecuniaria, molti ne sono diventati idonei; su tale iniziativa
aspetto con molta attenzione il giudizio e gli ordini delle Eminenze Vostre. È risultato fecondo, travagliato e fin troppo calunniato il mio ricorso per la riforma del Monastero delle Monache alla Sacra Congregazione dei Vescovi, secondo il cui decreto i loro abusi, soprattutto nelle cose effimere, sono stati corretti con la perfetta osservanza, specialmente con l’erezione del carente Noviziato, col vincolo del loro numero in base al reddito, con la vita comunitaria, con l’assegnazione del deposito in due casse, una per conservare i Capitali del Monastero, l’altra per le spese correnti della comunità e per le annualità o scadenze più urgenti che mostrai gradualmente con la prudente misura d’ogni Monaca, affinché non intraprendessero contemporaneamente tutto quanto era da cambiare. È rimasto da curare che nel reparto delle converse non stiano serve secolari, le quali o indossino l’abito o siano costrette ad uscire, è inoltre necessario che alcune finestre del piano superiore siano ristrette al solo scopo di far entrare la luce, ed altri interventi simili; su tali necessità le Eminenze vostre si degnino dare ordini.
Non senza disagi di liti e di spese ora gli Ecclesiastici sono costretti a portare continuamente l’abito talare,
con buon esempio non solo per la Città, ma anche per la Provincia.
In questa Cattedrale c’è la Cappella di S. Riccardo, primo vescovo della Città, eretta (dicono) dall’Università,
la quale, in ossequio del Santo, nomina Priore a vita un sacerdote affinché curi la Cappella, assegnandogli,
dai fondi della comunità, dieci ducati annui per tale compito. Data in Andria, 8 agosto 1705. delle Eminenze Reverendissime
Umilissimo, ossequiosissimo e obbligatissimo servo |
NOTE
[1]
Le riproduzioni delle Visitae ad Limina (visita dei sepolchi [limina→soglie all'ultraterreno] degli apostoli Pietro e Paolo) sono tratte da
"Microfilm DOM - N-5228, ARCHIVIO VATICANO, Cong. Conc. Andria, P. IA".
Le Visitae ad Limina (Apostolorum Petri et Pauli) qui documentate
sono quelle nuovamente istituite nel 1585, dopo il Concilio di Trento.
La data qui scritta si riferisce a quella apposta in calce alla RELAZIONE sullo STATO DELLA CHIESA inviata dal vescovo alla Santa Sede.
Detto documento manoscritto è stato traslitterato in caratteri di stampa da Sabino Di Tommaso
e da lui digitalmente pubblicato in prima assoluta su questo suo sito culturale
www.Andriarte.it nel 2016
(fino ad allora mai integralmente edito), affiancandogli contemporaneamente una sua traduzione in italiano.
Il documento ha poi fatto parte di una raccolta che nell’ottobre del 2022 Sabino Di Tommaso
ha anche editato a stampa per i tipi di “Grafiche Guglielmi Andria”,
in una pubblicazione distribuita ed archiviata secondo le disposizioni della legge n.106 del 15 aprile 2004 con il titolo
“L’Assunta, Cattedrale di Andria nel Seicento – La storia del suo edificio nelle relazioni delle visite pastorali e delle visite ad limina”,
(Link BNCF.):
Vol I, ISBN 979-12-80582-01-0;
Vol II, ISBN 979-12-80582-03-4.
[2]
Le parentesi quadre indicano lettere non presenti per abbreviazione.
I puntini di sospensione (…) o ___ indicano lettere, parole o gruppi di parole di difficile lettura sul manoscritto,
non solo molto antico ma anche non perfettamente riprodotto.
Il grassetto ed il corsivo non sono presenti nel testo originale.