Rapporto con la tradizione ... L’abbraccio della “Madre Celeste”

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Rapporto con la tradizione filtrato dalla modernità
I simboli con la forza della semplicità

Riccardo Ruotolo
Ingegnere e progettista del nuovo complesso

7 – L’abbraccio della “MADRE CELESTE”.

Dalla relazione conclusiva del convegno sull’architettura delle Chiese tenutosi a Milano nel 2012, abbiamo desunto il seguente suggerimento: “L’architettura ha sempre saputo e ancora sa e deve riproporre i valori cristiani rappresentandoli in modo immediato, a partire dalla facciata che dovrà essere aperta in un abbraccio di fede e speranza nella protezione e misericordia della Chiesa. Questa nuova sensibilità e questi valori devono riflettersi già nella facciata della Chiesa”.

Questo principio affermato con forza nei dibattiti del convegno di Milano del 2012 noi l’avevamo già sposato e tenuto in grande considerazione fin dal 2010 quando la progettazione del nuovo complesso parrocchiale cominciò a prendere l’aspetto definitivo.

Il fedele avvicinandosi alla Chiesa non dovrà mai sentirsi solo, ma abbiamo ritenuto che abbia bisogno già di trovare dei segni nella struttura, degli indicatori che parlino di accoglienza, fraternità e protezione. Questi segni invitano ad entrare per essere con gli altri una comunità orante.

Pertanto, poiché all’interno dell’Aula liturgica preferivamo dare una luce naturale diffusa e discreta, abbiamo pensato di realizzare strette finestrature verticali, di lunghezza variabile, a partire dall’angolo sopra la porta principale, disposte sulle due facciate che convergono sull’angolo sotto cui si trova l’ingresso principale e su quest’angolo abbiamo realizzato una doppia finestra, una per lato. Tutti i vetri sono colorati in azzurro come un cielo cosparso di stelle. La grande finestra angolare simboleggia la Madonna regina del cielo, le due serie di strette finestrature verticali simboleggiano il mantello della Madonna, come può essere verificato sovrapponendo alla facciata l’immagine della Madonna della Misericordia di Piero della Francesca.


[La grande finestra angolare simboleggia la Madonna, le due serie di strette finestrature verticali simboleggiano il suo mantello]

Sulla porta dell’ingresso principale abbiamo ritenuto di condensare il grande significato del simbolo realizzato sulle facciate con l’iscrizione dell’antica preghiera mariana “Sub tuum praesidium confugimus”: la comunità parrocchiale deve già dall’esterno dell’Aula liturgica sentirsi avvolta e protetta dalla Madonna cui la Chiesa è dedicata, sotto il cui manto si rifugia.

La finestra d’angolo con le sue due vetrate del colore del cielo stellato, vista dall’interno dell’Aula liturgica, soprattutto di giorno, è di forte impatto suggestivo; da essa, simbolo della Vergine celeste, partono su entrambi i lati doghe di legno stratificato “okumè” sempre più corte man mano che ci si allontana dall’ingresso, fino a raggiungere gli spigoli opposti dell’Aula. Un fedele che trovasi in prossimità del presbiterio e guarda verso l’ingresso principale ha subito la sensazione di ritrovare ciò che ha visto all’esterno: un cielo stellato a simboleggiare la Vergine celeste ed un manto che si apre per avvolgere tutta la comunità.


[Dalla finestra d'angolo, simbolo della Vergine celeste, partono su entrambi i lati doghe di legno graduate a simboleggiare il suo manto sulla comunità]

A ribadire ulteriormente questo linguaggio simbolico, anche sul presbiterio abbiamo realizzato una grande vetrata, alta otto metri, tutta dipinta color cielo stellato, dalla cui sommità partono, una per ogni lato, due serie di doghe di legno stratificato “okumè”, di color noce, via via sempre più corte, il tutto a riproporre nuovamente un cielo stellato.

Mancava, però, il significato principe per la nuova casa di Maria: il simbolo della Madonna della Grazia.

Generalmente la “Madonna della Grazia” è rappresentata da una figura femminile, vestita in modo diverso a seconda dell’epoca in cui l’immagine è stata dipinta, con l’espressione del viso a volte serena, a volte ieratica, a volte amorevole, e con in braccio un bambinello che rappresenta la Grazia: la Madonna con il suo concepimento ha donato la “Grazia”, cioè Gesù Cristo, alla umanità intera.

Anche il bambinello è stato rappresentato in vario modo: nudo, vestito con una tonaca bianca, con il volto rivolto verso la Madonna o verso la persona che guarda il quadro, a volte mentre beve il latte dal seno della Madre.

Per sintetizzare e trasferire questi significati nel linguaggio architettonico, abbiamo reso il tutto con un simbolismo di facile lettura: dietro la grande vetrata azzurra tempestata di stelle è stato posizionato il piccolo quadrato che contiene il Tabernacolo; due porte alla base della vetrata una volta aperte, mettono in evidenza la presenza del Tabernacolo dove è custodito il Cristo, cioè la Grazia. Questo simbolismo è ripetuto anche sul presbiterio della Chiesa feriale; così il Tabernacolo dorato diventa il centro di tutta la Chiesa e non è ancorato alla terra ma è sospeso, come nel grembo della Vergine celeste.

         
[La grande vetrata azzurra tempestata di stelle con il piccolo quadrato che contiene il Tabernacolo (foto: "Samele Fotografia" di Andria)]

Questa simbologia è subito percepita dal fedele che ritrova in essa tutti i significati liturgici più importanti del cristianesimo: la Madre celeste, la Madonna della Grazia, la Madonna della Misericordia, o, per dirla con Papa Francesco: la Mamma che protegge i suoi figli donando loro la Grazia.

L’aver riproposto all’interno dell’Aula liturgica l’armonia data dagli elementi introdotti in facciata, pensiamo abbia dato vigore al linguaggio simbolico da noi assunto.

Il concetto affermato nel convegno di Milano 2012: “L’edificio Chiesa deve parlare da solo” a cominciare dal suo volto esterno che dovrà comunicare un messaggio, messaggio facilmente percepibile e che dovrà invogliare ad entrare, a varcare la porta, per essere coinvolti in un più ampio e coinvolgente discorso teologico, pensiamo di averlo proposto nel modo più semplice e lineare. Invogliati ad entrare dal messaggio esterno, il fedele coglie all’interno dell’Aula liturgica così progettata la continuità del simbolismo rappresentato in facciata, resta coinvolto dall’architettura, dai particolari, dalla prospettiva che nel nostro caso varia con l’avanzare verso il presbiterio.