Marco Stigliano
Architetto e progettista del nuovo complesso
Il progetto della nuova chiesa “Madonna della Grazia” si rivolge alla città con una forte immagine identitaria capace di trasmettere al contesto urbano, ancora informale, il senso di una sua diversa e migliore configurazione, assolvendo così al compito che la chiesa, intesa come organismo architettonico, ha sempre svolto all’interno dei tessuti urbani: essere il riferimento per tutta la comunità.
Il corpo di fabbrica principale che coincide con l’aula liturgica si rappresenta esplicitamente nella immagine esterna di grande cubo lapideo compatto e massivo, in cui le finestre sono tagli nella massa e l’esattezza geometrica è chiara.
Il carattere distintivo di questa architettura è rappresentato dalla riduzione formale, un processo di progressiva semplificazione della forma sino a far coincidere la forma, la struttura e la sua rappresentazione astratta.
[Vedute dell'ingresso e dei due lati che affiancano la relativa gradonata]
La lettura del linguaggio architettonico delle facciate si concentra sulla stratificazione di una fascia basamentale con rivestimento in pietra bronzetto di Apricena di tonalità beige, questo basamento coincide con la struttura architettonica dei deambulatori interni, esso si dilata in altezza sul lato posteriore coincidendo con il fonte battesimale, il coro e la chiesa feriale, quasi in un abbraccio tra questi spazi e l’aula liturgica. Quest’ultima si staglia al di sopra del basamento con una candida bianca pietra di Apricena bocciardata, la lettura del volume è palese vi è esplicitata la forma dell’aula, vi è la veritas della sacra scrittura, la verità di Dio non è mutevole, relativa, soggetta a revisione, Gesù afferma in modo molto netto ed inequivocabile: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6).
La condizione gerarchica della composizione architettonica si rafforza anche nel rapporto tra la chiesa (intesa come aula liturgica e cappella feriale) e le opere annesse (uffici, aule di catechismo e salone parrocchiale), un rapporto scalare sia di massa che di materia. Infatti questi ambienti si caratterizzano per una minor altezza e per l’uso del rivestimento ad intonaco, enfatizzando il concetto di verità appena espresso.
Tutta la chiesa è sopraelevata rispetto al piano stradale, attraverso una gradonata posta perpendicolarmente alla diagonale del quadrato di base dell’aula liturgica si raggiunge il sagrato, questo spazio seppur di modeste dimensioni (legate alle dimensioni dell’intero lotto a disposizione) accoglie il fedele e lo invita all’ingresso nello spazio sacro attraverso il nartece tripartito, dove si collocano il grande portone centrale e le due porte laterali di accesso ai deambulatori.
[Planimetrie ai diversi livelli del campanile]
Il campanile sorge isolato, rispetto al corpo di fabbrica principale del complesso parrocchiale, questa condizione gli conferisce una proporzione molto snella: una base quadrata di lato pari a 2,6 metri ed un’altezza di 23 metri. Il campanile si configura come un alto parallelepipedo completamente rivestito di pietra bianca di Apricena bocciardata, sormontato da una altana circolare che contiene quattro campane in bronzo. I tagli frammentari ma continui per tutta l’altezza della torre, segnano delle profonde ferite tettoniche nella massa lapidea, assolvendo al duplice compito di illuminare la scala interna e di proiettare lame di luce verticali durante le ore notturne, come un faro per il richiamo della comunità parrocchiale.
[Il campanile isolato e un particolare delle feritoie-finestre]
Il linguaggio architettonico adoperato nella nuova chiesa vuole essere vicino al silenzio. Nella contemporaneità rumorosa e distratta, occorre fare silenzio per mettersi in comunione con Dio.