Nicola Montepulciano nelle nuove ricerche sulla Basilica, pubblicate nel n.2 della "Rivista Diocesana Andriese", Maggio/Agosto 2011, (pagg. 143-144) parlando degli affreschi della chiesa inferiore, spiega il motivo della simultanea presenza di tali dipinti:
“L’affresco [del miracolo di San Placido] trova una giusta collocazione nella chiesa inferiore dove vi sono le immagini affrescate di S. Margherita e S. Nicola, che sono due santi “sauroctoni”, capaci, cioè, di sconfiggere ed esorcizzare il diavolo sotto forma di drago, al pari di S. Silvestro, di S. Giorgio, di S. Michele(36). Il de Palma ci fa di seguito osservare come Mario Sensi «ha posto in evidenza quanto il culto e la devozione per i numerosi santi sauroctoni sia da porre in relazione con il problema rappresentato dall’impaludamento delle acque e con i danni provocati sulla popolazione dei territori interessati dalle epidemie malariche». Ma, ancora, i santi sauroctoni sono invocati anche per altre forme di difesa dalle forze delle acque. S. Silvestro è venerato a Roma come il santo che protegge anche dallo straripamento del Tevere, a Venezia S. Giorgio è invocato per la difesa dall’acqua alta, S. Michele dalle acque malariche. Infatti «richiamandosi alle scene descritte dall’Apocalisse (12,12-16), la forza delle esondazioni viene configurata con il vomito del drago, mentre l’impeto del mare dal drago precipitato negli abissi. Perciò San Nicola, che secondo la leggenda dirada la tempesta e salva i naufraghi, può considerarsi -per estensione- un santo sauroctono». E questo miracolo è rappresentato nella nostra grotta, dove vi è l’icona di S. Nicola. L’affresco è affiancato da sei scene relative alla vita del santo, due delle quali illustrano le fasi del miracolo del salvataggio di alcuni marinai: nella prima scena S. Nicola appare ai marinai di una nave sorpresa dalla tempesta, nell’altra i marinai, riconosciuto il santo salvatore, si prostrano per ringraziarlo. ... ... ... .”
Una descrizione del dipinto ci perviene poi da L. Derosa:
"Sulla parete nord è l'icona murale di San Nicola, affiancato da sei scene relative alla vita, disposte solo sul lato destro. Si tratta di una sorta di compendio della vita del santo attraverso gli episodi più diffusi nella devozione popolare medievale. ...
Le prime due scene sono relative all'episodio della dote alle tre vergini ... con il santo che lascia al padre dormiente le borse di denaro e, nel riquadro sottostante, le tre fanciulle raffigurate a mezzobusto inserite in una finestra ad arcatelle. ... Accanto alla figura del padre dormiente, i resti di un'iscrizione dimostrano, che ogni singola scena era accompagnata da una iscrizione didascalica ... .
Segue la cosiddetta Praxis de nautis, anche questo episodio narrato su due registri: nel primo il santo, ancora in vita, appare ai marinai di una nave minacciata dalla tempesta, in quello inferiore i marinai, riconosciuto il loro salvatore, si prostrano per ringraziarlo.
Negli ultimi due riquadri - ma l'ultimo è ormai illeggibile - dovrebbe essere narrata la Praxis de stratelatis, l'episodio - ricordiamo - più noto in ambito orientale, con il santo che interviene a bloccare l'esecuzione di tre giovani soldati ingiustamente accusati di disordini."
[testo di L.Derosa, tratto da "La Madonna d'Andria" di AA.VV., Grafiche Guglielmi, Andria, 2008, pag.82]