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Gli altari della Basilica di S. Maria dei Miracoli
Gabriella Di Gennaro
(Architetto - Centro Ricerche di Storia Religiosa in Puglia)
(stralci)
La Basilica della "Madonna d'Andria" si impone per la ricchezza dei suoi altari
marmorei, opara di valenti artisti e commissionati nell'epoca d'oro del barocco
napoletano.
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Gli altari nei Cappelloni di D. A. Troccoli
La chiesa conserva ancora oggi, nonostante le numerose
spoliazioni subite, sei altari in marmo di ottima fattura, posizionati nelle
cappelle di S. Benedetto e del Crocifisso e quattro localizzati a coppie nelle
due navate laterali della suddetta chiesa (questi ultimi attribuiti al
Bastelli).
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L’altare del cappellone del Crocifisso è in marmi policromi
che vanno dall’alabastrino allo statuario ed ai marmi mischi rossi e gialli;
esso presenta nel paliotto un motivo a volute spezzate in rilievo che si
conclude nel medaglione ovale centrale. Sul postergale e sui cantonali è
ripreso, con la tecnica del commesso marmoreo, il motivo a volute del paliotto.
Il tabernacolo, fulcro della composizione, è sormontato da tre teste di
cherubini ed i capialtare terminano con due putti alati in marmo bianco. Il suo
gemello, nel Cappellone di S. Benedetto della navata di destra, è composto con
gli stessi marmi. Il paliotto è decorato da un motivo a volute in rilievo che
culmina nel medaglione centrale. Ma il postergale a doppio gradino ed il
tabernacolo, circondato lateralmente da due volute, è sormontato sempre da tre
teste di cherubino. I capialtare sono arricchiti da due cherubini alati di marmo
bianco, mentre ai lati dei pilastrini due volute fasciate completano la
decorazione d’insieme.
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Sui due altari nei cappelloni di Domenico Antonio Troccoli
vi sono poi due tele col Crocifisso e con S. Bendetto che dà
la regola generalmente attribuite al pittore napoletano Alessio D’Elia,
probabilmente del 1755.
Tale anno potrebbe considerarsi un termine per datare anche
i rimanenti quattro altari delle navate laterali della chiesa di S. Maria dei
Miracoli. Ma questa data potrebbe far pensare anche ad un periodo di ripresa
dell’attività di completamento della chiesa; questo perché le stesse balaustre
di marmo bianco delle scalinate che conducono alla chiesa inferiore, portano
inciso l’anno 1757. Anche nella zona presbiteriale è ubicata una balaustra
anch’essa di marmo bianco (realizzata presumibilmente in questi stessi anni),
realizzata in sintonia cromatica col bianco marmoreo dell’altare maggiore di
Ferdinando de Ferdinando, del 1720.
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Gli altari laterali attribuiti a G. Bastelli
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A parte l’imponente altare policromo del presbiterio che fa
da sfondo alla navata centrale, ricordiamo i due altari delle cappelle laterali
delle navate, opera elegante e sobria nella sua composizione di linee e marmi di
Domenico Antonio Troccoli e i quattro altari situati sempre nelle due navate
laterali in altrettante rientranze.
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Queste precise raffinatezze, questo trionfo dell’ornato e
questa ricchezza dei marmi e la fluidità delle linee (a parte, però, la
policromia), si ritrovano analoghe in altri altari napoletani di un grandissimo
marmoraro settecentesco, Giuseppe Bastelli a cui appunto sono stati attribuiti
gli altari di Andria.
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Le balaustre e i pavimenti maiolicati
In sincronia con i due altari del Troccoli nasceva anche il
pavimento maiolicato con ricorrente tema ornamentale formato da quattro riggiole
a cellula dipendente, secondo uno schema molto diffuso nelle decorazioni
pavimentali napoletane del Settecento.
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La balaustra della chiesa di S. Maria dei Miracoli è sempre
di un ignoto marmoraro di Napoli, ed è in marmo scolpito. Essa è caratterizzata
inoltre da un ripiano di appoggio lavorato a commesso ad intarsi marmorei
giallo-ocra. I pilastrini sono decorati da una mensola in rilievo con volute
stilizzate, mentre il motivo centrale è costituito da un gioco di volute
affrontate, arricchite di ornamenti vegetali. All’interno della transenna sul
retro è incisa la data 1757. Questa, identica a quella del presbiterio, è
posteriore di qualche anno all’altare maggiore (oggi smembrato e sostituito con
un altro proveniente dalla distrutta chiesa delle Benedettine di Andria) con
cui, però, costituisce parte integrante, realizzata in sintonia col bianco
marmoreo dell’altare maggiore secondo un preciso disegno di effetto coloristico
e formale.
Il pavimento maiolicato della zona presbiteriale in S. Maria
dei Miracoli ad Andria, risale al sec. XVIII e fu eseguito da maestranze
napoletane. La maiolica presenta degli ornati di colore azzurro, verde ed ocra
su fondo bianco e pertanto risulta più sobria da un punto di vista formale e
coloristico rispetto al pavimento del cappellone di S. Benedetto sempre nella
medesima chiesa. Anche la trama e il disegno variano: nel cappellone sono più
fitti, mentre nel presbiterio la maiolica, ottenuta da terracotta invetriata e
dipinta, è composta da una cellula quadripartita decorata con motivi geometrici
a reticella, con campanule, bacche ed altri motivi vegetali stilizzati.
È probabile che la sistemazione di questo pavimento risalga
allo stesso periodo in cui furono collocati i pavimenti del cappellone di S.
Benedetto e del Crocifisso, quando ci furono nella chiesa numerosi interventi di
ristrutturazione.
Il motivo decorativo rimanda alla produzione del primo
Settecento che si rifà ad uno schema analogo molto diffuso, anche se esemplato
su modelli diffusi della seconda metà del Seicento.
[stralcio tratto da La Madonna d'Andria,
studi sul santuario di S. Maria dei Miracoli,
di AA.VV., Grafiche Guglielmi, Andria, 2008, pagg. 263-274]