volta della navata

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panoramica della volta
[panoramica della volta restaurata - foto di S. Di Tommaso del 01/10/2016]

volta della navata
[panoramica della volta restaurata - foto di S. Di Tommaso del 01/10/2016]

La volta della navata

Una breve e sintetica descrizione strutturale della volta  ce la fornisce la citata "Relazione storico - artistica" dell'arch. Mario Loconte.

"L'aula è coperta da una volta a botte continua, interrotta da quattro fusi, due per lato, localizzati in corrispondenza dei finestroni che illuminano l'aula liturgica. Più precisamente, la pianta della volta a botte si compone di due fasce-campate strutturali più strette e due più ampie. Quest'ultime, sono quelle che accolgono i finestroni laterali. In esse trovano collocazione anche due dipinti su tela. ...
Dalla quota dei capitelli parte una trabeazione costituita da un primo cornicione continuo più semplice al quale segue un secondo più importante, con aggetto significativo. Quest'ultimo costituisce il piano di posa della volta a botte.
"


Leggiamo le immagini nel loro duplice ordine: nel verso in cui sono mostrate, cioè dal presbiterio all'uscita, e cronologico della storia della Redenzione, dall'Annunciazione di Maria, all'orazione nell'orto del Getsemani fino alla Resurrezione di Gesù.

Annunciazione
[Annunciazione - foto di S. Di Tommaso del 23/09/2016, dopo il restauro]

Nella campata della volta presso il presbiterio e in una cornice lignea rettangolare con angoli polilobati verso l'interno è dipinta un'Annunciazione dell'Arcangelo Gabriele a Maria, ultimamente (2016) restaurato dalla rinomata ditta andriese . Ella, in tunica rossa (stola romana) e manto (palla) celeste, è nella caratteristica posa di profonda meditazione sui testi sacri mentre l'Arcangelo [1], in stola e pianeta bianchi come sacro messaggero, giunge su un nembo recante un piccolo vessillo nella sinistra, con la scritta di saluto "Ave Gratia Plena", e accompagnando con la destra il suo annuncio. Nella scena, ambientata in un elegante portico di stile arabesco, non mancano altri elementi essenziali dell'avvenimento: lo Spirito Santo in forma di colomba che contestualmente permea Maria della sua Divinità e il giglio che bianco la affianca a memoria dei suoi contemporanei attributi di Madre e Vergine. A corollario dell'insieme fan discreto capolino altri due dati: la serenità del cielo che bilancia il turbamento di Maria, evidenziato quest'ultimo dalle mani incrociate sul petto e gli occhi abbassati, e il cestino con la matassa e il fuso del lavoro della filatura, temporaneamente sospeso per meditare sull'inatteso evento, ma segno della sua assidua laboriosità familiare.

In basso a destra il dipinto è firmato e datato "S. Marchio 1963", periodo in cui iniziarono gli adeguamenti richiesti dal Concilio Vaticano II. L'affresco è stato restaurato nel 2016 dal rinomato laboratorio andriese di Valerio Iaccarino e Giuseppe Zingaro.
Non sappiamo se questo dipinto (ed anche il successivo) sia originale dell'autore firmatario o una sovrapittura di quello eseguito nei primi anni dalla costruzione della Chiesa.


orazione nell'orto degli ulivi
[Orazione nel Getsemani - foto di S. Di Tommaso del 23/09/2016, dopo il restauro]

Nella seconda campata della volta tra i due fusi dei finestroni e in una identica cornice lignea rettangolare con angoli polilobati verso l'interno, è dipinta l'apparizione dell'Angelo a Gesù orante nell'orto o giardino degli ulivi nel Getsemani.

Il Getsemani (dall'ebraico "גת שמנים ", in lettere latine "gat šemanîm", che significa "frantoio oleario") si trova sulle pendici del Monte degli ulivi (810m), ad oriente di Gerusalemme; vi si giunge uscendo dalla porta di Santo Stefano (o dei Leoni), prendendo la strada per Betania e attraversando un ponte sul Cedron (o Qidròn), ruscello che scorre nella valle un tempo chiamata "dei Re". Ecco perché il pittore pone la scena sull'acclivio occidentale del monte e nello sfondo, al di là della valle del Cedron fa vedere le mura di Gerusalemme. Gesù, con tunica rossa (colore simbolo della sua intrinseca divinità) e pallio indaco (simbolo della sua incarnazione umana) prono prega Dio Padre perché lo sollevi dal sacrificio, rimettendosi comunque alla sua volontà; ed ecco un Angelo, che la tradizione identifica con Gabriele, gli appare per confortarlo [2].

Anche questo dipinto è firmato "S. Marchio" e, come il precedente, è stato restaurato nel 2016 dal laboratorio di Valerio Iaccarino e Giuseppe Zingaro.


vetrata sull'ingresso: Resurrezione di Gesù
[Vetrata della resurrezione nella finestra della facciata - foto S. Di Tommaso, 23/09/2016]

Nella lunetta della parte alta della controfacciata, immediatamente sotto la volta, un grande finestrone polilobato illumina la navata attraverso una vetrata artistica riproducente la Resurrezione di Gesù - la sua Ascensione al Padre, di oltre sei metri quadrati e fatta realizzare nel 1997 dal parroco del tempo, Lapenna Don Giuseppe.

La scena raffigurata nella vetrata è per forza di cose fantasiosa perché nei racconti biblici non si parla di angeli che accompagnano l'ascesa di Gesù al Padre, pur se sottintesi; alcuni versetti prima si racconta invece di angeli che presso la tomba avvertono le pie donne che Gesù non era da cercare tra i morti, perché era risorto [3].


NOTE
[1] Gabriele, dall'ebraico " גַּבְרִיאֵל", (in lettere latine "Gabrī’ēl"), che significa "Uomo o forza di Dio", l'angelo che la tradizione colloca tra gli Arcangeli, nelle Scritture è il messaggero che spiega le visioni e annuncia una profezia (al profeta Daniele), o rivela un segreto (a Zaccaria), o comunica una richiesta di Dio (a Maria).

Nel Libro del profeta Daniele (Sacra Bibbia CEI, Daniele, cap.8, vv. 15-16; cap. 9, vv. 21-23) troviamo:
"Mentre io, Daniele, consideravo la visione e cercavo di comprenderla, ecco davanti a me uno in piedi, dall'aspetto d'uomo; intesi la voce di un uomo, in mezzo all'Ulai, che gridava e diceva: «Gabriele, spiega a lui la visione»."
[e dopo, mentre il profeta prega,]
"mentre dunque parlavo e pregavo, Gabriele, che io avevo visto prima in visione, volò veloce verso di me: era l'ora dell'offerta della sera. Egli mi rivolse questo discorso: «Daniele, sono venuto per istruirti e farti comprendere. Fin dall'inizio delle tue suppliche è uscita una parola e io sono venuto per annunziartela, poiché tu sei un uomo prediletto. Ora stà attento alla parola e comprendi la visione ...".
Nel Vangelo di Luca (Sacra Bibbia CEI, Vangelo di Luca, cap.1, vv. 8-20, vv. 26-38) Gabriele appare a Zaccaria:
"Mentre Zaccaria officiava davanti al Signore ... gli apparve un angelo del Signore, ritto alla destra dell'altare dell'incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l'angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, poiché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d'Israele al Signore loro Dio. Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». Zaccaria disse all'angelo: «Come posso conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anni». L'angelo gli rispose: «Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a portarti questo lieto annunzio. Ed ecco, sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, le quali si adempiranno a loro tempo»."
[Qualche versetto più avanti Luca narra di Gabriele che successivamente appare a Maria:]
"Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei."
[2] Il testo originale del racconto di Luca (Sacra Bibbia CEI, Vangelo di Luca, cap.22, vv. 39-46), che parla dell'angelo, recita:
"Uscito [Gesù] se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione»"
Matteo (Sacra Bibbia CEI, Vangelo di Matteo, cap.26, vv. 36-46) non racconta dell'angelo; infatti scrive:
"Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». E presi con sé Pietro e i due figli di Zebedèo, cominciò a provare tristezza e angoscia. Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». E avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!». Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano. E disse a Pietro: «Così non siete stati capaci di vegliare un'ora sola con me? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». E di nuovo, allontanatosi, pregava dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà». E tornato di nuovo trovò i suoi che dormivano, perché gli occhi loro si erano appesantiti. E lasciatili, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite ormai e riposate! Ecco, è giunta l'ora nella quale il Figlio dell'uomo sarà consegnato in mano ai peccatori. Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce si avvicina»."
Il brano del vangelo di Marco è quasi identico a quello di Matteo e anch'egli non cita l'angelo.

Giovanni (Sacra Bibbia CEI, Vangelo di Giovanni, cap.18, v. 1) infine sintetizza il tutto in un solo versetto:
"Detto questo [una lunga bellissima preghiera al Padre], Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là dal torrente Cèdron, dove c'era un giardino nel quale entrò con i suoi discepoli."
[3] Tutti i vangeli raccontano della Resurrezione, solo due dell'Ascensione, Luca e Marco. Si trascrive qui solo parte di quello di Luca (Sacra Bibbia CEI, Vangelo di Luca, cap.24, vv. 1-8, 50-53):
"Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, [le donne, Maria di Màgdala, Giovanna e Maria di Giacomo] si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, dicendo che bisognava che il Figlio dell'uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno». Ed esse si ricordarono delle sue parole. ...
... Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
"