Per approfondire lo studio dei fregi più importanti del campanile si riportano alcuni disegni e foto dell'arch. Rosangela Laera, nonché due ipotesi di lettura di alcuni di essi: l'interpretazione di mons. Nicola de Ruvo e quella di Michele Palumbo.
[Il 2° registro del prospetto sud (lato Chiesa) del Campanile - disegno dell'arch. Rosangela Laera]
Il FUOCO (mascherone posto sul lato del chiostro - figura b) è anzitutto energia, la stessa energia che permette la vita sul nostro pianeta. Il fuoco illumina, purifica e rinvigorisce, ma quando sfugge al controllo si trasforma in forza distruttiva e, invece di portare vita, causa la morte.
La TERRA (mascherone posto sul lato dell'orologio - figura c) è la fonte del nostro nutrimento e dunque è grazie ad essa che possiamo crescere e riprodurci, sia come singoli che come specie. Ma perché la spinta allo sviluppo e alla riproduzione sia soddisfatta occorre che la terra si resa fertile dall'acqua: se questa manca la terra inaridisce e diventa infeconda o sterile.
L’ARIA (mascherone posto sul lato della chiesa - figura d) è fra i quattro elementi il più intangibile, il più sfuggente, il più "astratto". L’aria è trasparente, inconsistente, inodore ed insapore. Tuttavia l’aria esiste e noi non ce ne accorgiamo perché si "muove" e, muovendosi, porta con sé molecole indispensabili alla vita nonché pollini, odori ed infine suoni che vengono utilizzati da tutti gli esseri viventi per entrare in comunicazione tra loro.
L’ACQUA (conchiglione posto sul lato della "ex Cabina[-Officina]" - figura e) è da sempre collegata all'idea della nascita: è nell’acqua degli oceani primordiali che sono nate le prime forme di vita, ed è nell’acqua dell’utero materno che la vita di noi tutti ha preso forma. L’acqua è il più misterioso fra tutti gli elementi, il più insondabile: gli abissi oceanici possono nascondere mondi meravigliosi, ma anche mostri terrificanti.
È interessante notare l’esistenza di una maschera apotropaica, posta al secondo ordine
sotto il cornicione inferiore del terzo ordine, sopra il mascherone raffigurante il Fuoco.
È una maschera demoniaca (figura a) che può rappresentare íl Male
("il principe di questo mondo") che cerca di sopraffare il creato (i Quattro elementi).
Ma immediatamente sopra di essa è posto il simbolo dei Padri Domenicani
(il cane con la fiaccola in bocca) che sono chiamati a sconfiggere il Male
e a propagare la Fede, con la predicazione e l'insegnamento.
Il cane con la fiaccola accesa in bocca è legato ad un racconto immaginifico. Si narra infatti che la madre di San Domenico, al momento del parto, abbia avuto la visione di un cane in corsa con una fiaccola fiammeggiante fra le fauci per illuminare il mondo. Ma il cane, comunemente conosciuto come l’animale fedele, può rappresentare la fedeltà al messaggio evangelico, mentre la fiaccola la diffusione della Parola di Dio (luce che rischiara il cammino dell'uomo). Merita certamente un cenno il blasone dello stemma dei Padri Domenicani. Esso è di colore «bianco, cappato, alzato di nero, caricato del cane corrente al naturale, ingollante una torcia fiammeggiante posta in sbarra, timbrato di una corona all’antica attraversato da un decusse formato da un gambo di giglio in banda fiorito e fogliato al naturale e da una palma di martirio in sbarra al naturale, il tutto sormontato da una stella di 8 punte d'oro».
Sono gli stessi elementi che sono presenti nel bassorilievo in pietra del Campanile di Andria (figura a) una corona sovrastante ed una decorazione di foglie. È presente la stella, che, secondo la tradizione, è simbolo di predestinazione e segno personale di San Domenico, poiché si narra che nel giorno del suo battesimo la madrina vide risplendere una fulgida stella sulla fronte del Santo. II cane con la fiaccola accesa in bocca. Il giglio e la palma non sono chiaramente rappresentati nel bassorilievo in cui, come accennato, è presente comunque una decorazione di foglie. Anche il simbolismo dei colori è importante: il bianco del saio: segno di purezza e castità; il nero della cappa: segno della rinuncia e della penitenza.
Infine, mi piace leggere nella stella posta in alto del blasone domenicano, che nel caso del bassorilievo di Andria è rappresentata con sei punte, la profonda devozione mariana di San Domenico divenuta caratteristica del suo Ordine e sorgente di quella luce verginale che egli diffonde nel mondo. Un’antica cronaca dell'Ordine dice: «nella casa della misericordia», cioè nel convento, «troverai Maria, colei che illumina... e Giuseppe, colui che fa progredire... e Cristo il quale ti salverà»."
[Testo di Mons. Nicola de Ruvo, tratto dall'opuscolo " Il campanile di San Domenico", edito dalla Città di Andria in "San Domenico Cantiere aperto" nel 2000]
[Le maschere apotropaiche del campanile - disegni e foto dell'arch. Rosangela Laera]
[Il 1° registro del prospetto sud (lato Chiesa) del Campanile - disegno dell'arch. Rosangela Laera]
"II Campanile della Chiesa di San Domenico di Andria presenta quattro mascheroni:
due sul lato "chiostro" (figure a — b) e gli altri due rispettivamente sui
lati "orologio" (figura c) e "chiesa" (figura d). Tre di questi mascheroni
sono stati realizzati sul primo ordine, mentre uno dei due del lato
"chiostro" (figura a) si trova sotto lo stemma dei domenicani posto sotto il cornicione inferiore del terzo ordine.
Si tratta di maschere che non trovano riscontro di significato in modo chiaro e semplice,
nel senso che non sono riconducibili, sia per mancanza di documenti sia per la datazione temporale
del Campanile, a schemi conosciuti o, quantomeno, classificabili.
Il Campanile di San Domenico, queste le notizie che si hanno (anche se frammentarie) è stato realizzato alla fine del 1700, precisamente una ventina di anni prima della fine del secolo. Un secolo, il Settecento, attraversato dalla potenza culturale ed ideologica dell’Illuminismo e questo rende ancora più complessa l’analisi delle quattro maschere realizzate sul campanile. Le domande, infatti, che si possono fare sono evidenti: perché quelle maschere mostruose? quale significato hanno quei volti che intrecciano tratti umani a tratti animaleschi? Si tratta di un retaggio, anche se riveduto e corretto, dell’antica tradizione dei bestiari medioevali e delle immagini tipiche delle cattedrali gotiche? O, al contrario, ci si trova in presenza di un nuovo codice, di una sorta di nuovo esoterismo che in un luogo di Fede cerca di coniugare le esigenze della Ragione?
Premessa
Prima di addentrarsi in una analisi che possa fornire elementi utili ad una ipotesi interpretativa,
è opportuno sottolineare alcune caratteristiche delle maschere. Le quattro maschere hanno tratti
caratteristici prevalentemente umani. In alcune, quelle dei lati "chiesa" e "chiostro",
gli elementi bestiali sembrano avere qualche presenza maggiore, ma è evidente che l’ "umanità"
delle maschere rimane significativa. E, anche questo appare evidente, non si tratta di "mostri".
Il mostro, nello sviluppo dei bestiari, ha sempre rappresentato il passaggio dall'informe
alle forme definite e la prevalenza dell'elemento umano all'interno della "mostruosità",
e, inoltre, ha confermato la superiorità dell'uomo su tutte le forme di vita.
Nel caso delle quattro rappresentazioni del Campanile di San Domenico, comunque,
più che in presenza di mostri ci si ritrova dinanzi a vere e proprie "maschere".
E solo un forzatura potrebbe offrire la possibilità di vedere nei quattro mascheroni una tipologia
dei mostri medioevali, vale a dire "Quelli che vivono solo di respiri". Si trattava di mostri che
non mangiavano e che vivevano di respiro solo attraverso le narici. È vero, infatti, che le narici
sono smisurate in tutte e quattro le maschere presenti sul campanile di San Domenico,
ma è anche vero che sono presenti, in modo vistoso, anche le bocche. Non si tratta di mostri,
dunque, e nemmeno di belve o di bestie. Si tratta di maschere. Che, naturalmente, devono significare qualcosa.
La bocca
Possibile obiezione: perché ci deve essere un significato? Non potrebbero, quei quattro rilievi,
essere solo il frutto di una fantasia sfrenata? No: le sculture che compaiono nelle e sulle chiese,
quindi anche dentro e sui campanili, si rivelano depositarie di una sapienza che va al di là
del fine decorativo o, se si vuole, anche genericamente narrativo. E l’analisi
delle quattro maschere deve incentrarsi non sulle figure nel loro insieme, ma su alcuni particolari.
Innanzitutto sul numero. Le maschere sono quattro, ma non sono quattro perché tanti sono
i lati del campanile. No: un lato del campanile (quello cosiddetto "cabina") non ha maschere.
Sono, dunque, quattro e tale numero deve avere un significato, una connessione. I quattro rilievi,
cioè, devono essere tra loro collegati. Altro particolare: la posizione. Tre maschere sono poste
al primo ordine, sui tre lati indicati ("chiesa", "chiostro", "orologio"), mentre la quarta,
pure sul lato "chiostro", è posta più in alto. Anche in questo caso bisognerà indagare
sulla possibile connessione: tre elementi sovrastati da un altro elemento.
Un terzo particolare, infine, è dato dalla "bocca". Le quattro maschere, infatti,
hanno come elemento fisico predominante quello della bocca. Bocche aperte, in alcuni casi
con la dentatura ben visibile. Ed è su tale particolare, oltre che sul numero e sulla posizione,
che bisogna riflettere e ragionare.
Significati
Che significato. allora, può aver avuto rappresentare su un campanile, per quattro volte e
in una determinata posizione, maschere con bocche così visibili e per certi versi vistose?
La bocca ha sempre avuto, nelle rappresentazioni di questo tipo, due possibili significati.
O quello, negativo, di rappresentare la "bocca" di una caverna, di un antro oscuro, quindi dell'Inferno.
O, al contrario, quello positivo, di indicare la 'parola', la capacità di diffondere il Verbo.
Potrebbero, le quattro maschere/bocca del campanile di San Domenico rappresentare una di queste due indicazioni?
Analizziamo. E partiamo dalla prima, quella negativa. In realtà due bocche, quella del "chiostro"
sotto il simbolo dei domenicani e quella dell"orologio", mostrano aggressività, addirittura violenza.
Quella dell' "orologio", poi, è inserita in una maschera che presenta caratteri "demoniaci".
L'ipotesi, però, non regge in quanto la posizione delle maschere (una in alto sopra altre tre)
non dà l'idea di qualcosa di negativo, ma, al contrario, di qualcosa che dovrebbe sorgere da altre.
Non solo: per quale motivo un Campanile, il più alto della città, dovrebbe trasmettere un elemento negativo?
Perché la "caverna" del male dovrebbe essere rappresentata in alto, dove suonano le campane?
Le bocche, allora, rappresenterebbero la "parola" da diffondere? Anche in questo caso c'è però
qualche perplessità da sottolineare: perché la "parola", il verbo, in definitiva la Verità
dovrebbero essere rappresentate con delle maschere, vale a dire con un elemento che ricorda la finzione?
Con maschere, inoltre, che non danno sicurezza, che confondono?
L'ipotesi
Una ipotesi interpretativa è allora possibile. Le quattro maschere (tre in basso e una più in alto)
rappresentano un Sapere Razionale che accetta la Fede, ma che va al di là delle credenze comuni.
Un Sapere che potrebbe essere equivocato e che quindi ha bisogno di presentarsi in maniera "mascherata",
in attesa di potersi liberare. Un Sapere (posseduto da chi? dai sacerdoti della chiesa?
dai costruttori del campanile?) che anticipa (e che potrebbe essere stato raccolto)
quello di chi, successivamente, ha condotto ricerche sul rapporto tra Ragione e Mistero.
Un Sapere come quello di Fulcanelli, lo studioso che ha analizzato il linguaggio di pietra
delle chiese, delle cattedrali. Fulcanelli, infatti, ha trovato uno stretto rapporto tra Sapere,
Potere, Osare e Tacere. Ha scritto Fulcanelli: "Con l'esercizio costante delle sue facoltà
d'osservazione e di ragionamento, con la meditazione, il neofito salirà i gradini
che conducono al Sapere. L'imitazione ingenua dei procedimenti naturali, l'abilità unita
all'ingegnosità, le luci d'una lunga esperienza gli assicureranno il Potere.
Divenuto realizzatore, avrà ancora bisogno di pazienza, di costanza, di volontà incrollabile.
Audace e risoluto, la certezza e la fiducia nate da una solida fede gli permetteranno di Osare.
Infine, quando il successo avrà consacrato tanti anni laboriosi, quando i suoi desideri
saranno esauditi, il Saggio, disprezzando le vanità di questo mondo, si accosterà agli umili,
ai diseredati, a tutti coloro che lavorano, soffrono, lottano, si disperano e piangono quaggiù.
Discepolo anonimo e muto della Natura eterna, apostolo dell'eterna Carità,
resterà fedele al suo voto di silenzio. nella Scienza, nel Bene, l'Adepto deve, per sempre, Tacere".
Cosa potrebbero, allora, rappresentare le quattro maschere del campanile di San Domenico?
[didascalia affiancata ai mascheroni]
Il mascherone lato "chiostro" (figure a)
Il mascherone lato "chiostro" sotto lo stemma dei Domenicani: il SAPERE (il rilievo è tondeggiante, il Tutto;
l'espressione è severa). Un Sapere che è al di sopra di tutto (si trova più 4. in alto delle altre maschere)
e che è in stretto collegamento con la Fede (lo stemma dei Domenicani). Un Sapere che produce (le altre maschere).
Il mascherone lato "orologio": (figura " c)
Il mascherone lato "orologio": il POTERE (il volto demoniaco rappresenta il pericolo dell'usare
in modo malvagio il Potere; lo sguardo "luciferino" indica ingegnosità ed esperienza).
Il mascherone lato "chiostro" (figura b)
Il mascherone lato "chiostro": l'OSARE (una maschera impenetrabile che simboleggia la pazienza,
la volontà; la bocca, infine, si distende in una sorta di rilassante fiducia derivante dalla fede).
Il mascherone lato "chiesa" (figura d),
Il mascherone lato "chiesa", infine: il TACERE (la bocca è spalancata -
è la bocca più grande - ma appare vuota, a simboleggiare il silenzio del saggio)."
"Naturalmente si tratta di un'ipotesi interpretativa che deriva da analisi e collegamenti tra dati, conoscenze, teorie. Ancor più naturalmente, il dibattito è aperto. Soprattutto se supportato da fonti, testimonianze, documenti."