“BANCO DEI POVERI, giornale del 1750, matr. 1416, partita di 20 ducati, estinta l’11 luglio.
A don Geronimo Morano D. 20. E per esso ad Antonio Corradino. E sono cioè D. 5.61 a compimento di D. 20, atteso gli altri D. 14.39 l’ha ricevuti più volte da esso de contanti.
Qual somma da esso se li da per un segno di gratitudine per una statua di mezzo busto senza braccia di marmo da lui lavorata per sua divotione per il servo di Dio, padre Don Filippo Cota, da conservarsi dove meglio ad esso paresse, restando a suo carico di pagare il marmo e la politura di detta statua, ed al Corradini il merito presso Dio per lo di più che meriterebbe per detta statua e li restanti D. 14.39 si pagano da esso in nome e parte del Reverendo Capitolo di S. Nicola d’Andria e di proprio denaro del medesimo Capitolo.
E sono a compimento di D. 171, atteso gli altri per detto compimento l’ha ricevuti parte in contanti e parte per lo Banco di San Giacomo in data 22 decembre 1749.
E tutti detti D. 171 sono a conto di quelli che si stabilirà con buona fede e cortesia per la ricognizione della scultura che ha fatto e sta facendo per l’altare di marmo, che si sta lavorando per la detta chiesa di San Nicola d’Andria.E per esso a don Nicola Torre per la pigione di mesi sette decorsi dal 27 settembre 1749 sino a 4 maggio corrente anno d’un palazzo a giardino con canone superiore, sito nel borgo di S. Antonio Abbate, sito nella strada detta dell’Avvocata, locato ad esso ed a don Geronimo Morano che si obbligò insieme, essendo esso Corradini forastiero ed all’ora non conosciuto, per detti mesi sette per la pigione de D. 60, restando soddisfatto per detta causa”.
[da "Arte napoletana in Puglia dal 16. al 18. secolo : pittori, scultori, marmorari, architetti, ingegneri, argentieri, riggiolari, organari, ferrari, ricamatori, banderari, stuccatori" di Domenica Pasculli Ferrara; "Documenti dell'archivio storico del Banco di Napoli" di Eduardo Nappi, Fasano, Schena editore, 1983, Doc. n. 89]
Il documento è interamente citato da Pietro Petrarolo nel suo "San Nicola Trimodiense", Andria, Sveva editrice, dicembre 1993, p. 20.
Inoltre è successivamente citato dall'arch. Gabriella Di Gernaro nel suo studio del 1994 "Altari marmorei settecenteschi ad Andria" del 1994