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LA CHIESA DI San NICOLA
di Riccardo Zagaria (___-___)
Questa in origine non fu che una chiesuccia, fondata forse
da Riccardo, secondo conte di Andria, delle dimensioni che ha il presente
presbitero. Dal 1389, peraltro, un po’ con rendite dei canonici trimodiesi
raccoltisi in essa, un po’ con oblazioni di Bertrando del Balzo, di Fabrizio
Carafa e di altri duchi della stessa famiglia, si venne via via ampliando,
arricchendo, corredando, pure a traverso dolorose peripezie.
La chiesa consta d’una sola navata alla quale immettono
tre porte e non manca di opere d’un certo valore artistico, quali il
grandioso altare maggiore in marmo e il coro in noce lavorato dall’andriese
Gius. Gigli, entrambi del 1748 - 9; il gran dipinto di S. Nicola di Mira e i
due affreschi laterali, che nel coro si vedono, del pittore molfettese Calò
[1796- 1804] rappresentanti Ester davanti ad Assuero, e Salomone davanti
alle due madri; i tre affreschi della volta, dello stesso Calò, raffiguranti
tre Miracoli di S. Nicola; il Giuda Maccabeo che è sulla porta maggiore,
proveniente dalla Madonna dei Miracoli, dopo la soppressione; e quadri
d’inferior pregio allogati nelle sei cappelle.
Importanza storica ha l’archivio capitolare, ricco di
pergamene, miracolosamente sfuggite all’incendio provocato dai francesi
nella funesta giornata del 23 marzo ‘99.
[dal libricino “Descrizione ... Andria
Sacra” di R. Zagaria, edito per i tipi di Francesco Rosignoli,
1927, pagg. 25-26]