di † Nicola Adinolfi (vescovo eletto il 6/12/1706, ad Andria dal 28/12/1706 al 17/08/1715)
Die 19 8.bris 1711 ...
Cappella S. Viti paulò distans a Claustro R.R. P.P. Carmelitanum fuit reperta mediocriter provisa, attenta præsertìm sua paupertate,
fuitque dumtaxàt iniunctur R. D. Ant.[onio]o Colafemina Beneficiato, ut suppedaneum Altaris reaptare faciat.
Ecclesia S.[anctæ] Crucis ob suũ situm subterraneũ Martyrum Catacumbæ sivè Crjptæ figura detinens ad devotionem non parũ excitat,
in ea aderat Confraternitas rubeis utens saccis, sed proptèr suam nimiam paupertatem ad nihilum redait[?] a multis abhinc Annis dissoluta remansit;
Altare in ea situm dè alia mappa provideri Ill.mus D.nus demandavit.
Accedens Ill.mus D.nus Visitator ad Ecclesia Sanct.[issi]mi D.[omi]ni n.[ost]ri Crucifixi iuxtà viam S. Mariæ miraculorũ huius Civitatis multis indigere observavit et proptereà Altare reaptari in partibus deficientibus, providendum dè tobaleis ad præser_pt__ rubricam_ ad celebrandum necessariis.
Fontem Aquæ lustralis in parte dextera ingressus collocatam accomodari, necnòn tectũ cameræ magnæ superius existentis resarciri omninò debere decrevit expensis Beneficiati, qui ibidèm Beneficium sub tit.[u]lo S. Ceciliæ possidet.
19 ottobre 1711 ...
La Cappella di San Vito, poco distante dal Convento dei RR. PP. Carmelitani fu trovata mediocremente arredata, considerata soprattutto la sua povertà,
fu ingiunto che il Rev. Don Antonio Colafemmina, beneficiato, faccia sistemare almeno la predella dell’Altare.
La Chiesa di Santa Croce per la sua posizione sotterranea avente la forma di una Catacomba di Martiri o di una cripta ispira non poca devozione;
in essa c’era una Confraternita che indossava sai rossi, ma per la sua notevole povertà da molti anni fino ad oggi è sciolta;
l’Ill.mo Signore ordinò di procurare una nuova copertura per l’Altare ivi collocato.
L’Ill.mo Signor Visitatore, entrando nella Chiesa del SS. Signor Nostro Crocifisso, presso la strada di S. Maria dei Miracoli di questa Città, notò che era carente di molte cose, e perciò ordinò di ristrutturare l’Altare nelle parti deperite, di procurare le tovaglie e quant’altro di norma è necessario alla celebrazione.
Ordinò di aggiustare la fonte dell’acqua santa posta a destra dell’ingresso, nonché di riparare la volta della grande camera sopra esistente, tutto a spese del Beneficiato, che qui possiede il Beneficio intitolato a S. Cecilia.