In questa pagina la filastrocca è canticchiata da una vecchietta andriese negli anni Sessanta del Novecento, registrata sul nastro di un piccolo "Geloso" portatile da un gruppo di ricerca delle tradizioni, il CRSAFA (Centro Ricerche Storiche Artistiche Folkloristiche di Andria) [1].
Dagli scioglilingua alle filastrocche il passo è breve, così, per fare sfoggio della propria abilità espressiva, i ragazzi cantano «La storia katorię» di zio Vittorio che ha fame, ma non ha pane. Quanta fatica per procurarselo!
Storia katorię
ì la gammę dę zì Vęttòrię;
zì Vęttòrię na ndœinę pœinę
sę nę mourę da la fœimę.
Accędímmę na gallinę
la mangœimę kré matínę;
Kré matínę na nzę kambę
la męttímę inda la kàmbrę;
la kàmbrę affętèscę
la męttìmę inda lu pèscę;
u pèscę tęnnę tęnnę
la męttìmę inda u kętęgnę;
u kętęgnę amœirę amœirę
la męttímę indę au panœirę;
u panœirę mmèzzę a la vię
tré kavaddę a l’amòurę dę Ddíę.
Una storia da raccontare
è la gamba di zio Vittorio;
zio Vittorio non ha pane
e muore dalla fame.
Uccidiamo una gallina
la mangiamo domani mattina;
(fino a) domani mattina non vive
la mettiamo in una camera;
la camera appuzzonisce
la mettiamo nel pesce;
il pesce è tondo tondo
la mettiamo in una mela cotogna;
la mela cotogna è amara amara
la mettiamo in un paniere;
il paniere in mezzo alla via
tre cavalli all’amore di Dio.
[1]
La registrazione del canto realizzata dal Centro Ricerche Storico-Folkloristiche mi è stata gentilmente fornita
da uno dei componenti il gruppo in quel tempo, il prof. Dino Di Leo.
Nel testo dialettale il simbolo fonetico della "ę" sta ad indicare una "e" muta.
La Musaico, nel libro su citato usa una notazione fonetica più precisa di quella qui trascritta.