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Piazza Catuma il 27 aprile 2013

Largo "Catuma", oggi Piazza V. Emanuele II

Questa è piazza Catuma il 27 aprile 2013 in direzione Sud. L'immagine mostra il suo ammodernamento realizzato dallo studio di Mauro Sàito nel 2005-2006, utilizzando come materiali lapidei la pietra calcarea bianca di Minervino Murge e quella lavica nera-antracite dell'Etna, già presenti nella precedente pavimentazione stradale. La foto abbaccia l'intera piazza con la nuova fontana (in primo piano) e, sullo sfondo, a partire da sinistra il palazzo ottocentesco della famiglia Ceci, centrale Via Vaglio, quindi il lato Nord del Palazzo Ducale, l'eclettica costruzione del primo Ufficio Postale di Andria e infine parte dell'Episcopio.

... Largo "Catuma", è da sempre per la città di Andria la piazza più rappresentativa, dove i presìdi del potere temporale e spirituale sono rappresentati dal Palazzo Ducale e dal Vescovado, e si estende per mq. 6.070. La vocazione pubblica della piazza, già sede di fiere di bestiame e di mercati, luogo di contrattazione bracciantile, è tutt’oggi confermata come luogo di riunioni civiche e politiche, teatro di feste patronali, sede di spettacoli all’aperto.
... La parte ellittica centrale è costituita da basole di pietra lavica disposte lungo una trama fondata sull’asse di composizione con diverse ramificazioni. Intorno all’ellisse, si dispone una zolla, un poligono irregolare, pavimentato con basole di pietra calcarea (di recupero da quelle esistenti nella attuale sede stradale). La nuova fontana in sostituzione di quella esistente è costituita da una vasca e un muro di sfondo.
Le opere artistiche, ad opera di Mauro Lovi, di finitura della fontana sono integrate nel disegno della stessa e concorrono a rifondare il luogo della piazza, utilizzando rispettivamente i temi di figure mitologiche propiziatrici e scene di cultura contadina. Per la pavimentazione delle strade intorno alla piazza, con i relativi marciapiedi, lungo i quali sono disposti altri lampioni di illuminazione, sono state previste basole di pietra lavica lavorate a mano alla punta grossa.
... L’idea fondativa del progetto è quella di creare una piazza di pietra, che tramite un lato alberato, una fontana urbana e caratteristici elementi di arredo, rappresenti uno scenario di tradizione mediterranea di luogo aperto e invitante all’incontro, alla sosta, all’evento ... .

[tratto da Puglia di Pietra di Domenico Potenza, edito per la Regione Puglia da C. Grenzi, Foggia, 2007, p143]

Largo Catuma  Largo Catuma

"La Catuma", oggi piazza Vittorio Emanulele II, l'agorà più importante della Città, qui sopra è ritratta in due antiche foto dai primi del Novecento.

"Qui di seguito alcuni riferimenti alla piazza stralciati dai testi di alcuni autori che scrivevano nell'Ottocento e nel Novecento.

"A chi entrava in città dalla porta del Castello si offriva la vasta spianata della Catuma in fondo alla quale sorgeva la chiesa maggiore e accanto ad essa il castello feudale."

[così Giuseppe Ceci, a pag.VIII  nella prefazione al testo di N.Vaccina, Andria le sue vie e i suoi monumenti, Tip. Rossignoli,Andria, 1911]

"Nel bel mezzo di Andria attuale c'è una piazza, che è la più ricca e la più illustre ed è anche la più antica, la quale si chiama «Piazza Catuma». Tutti l'ammirano e tutti la chiamano così quotidianamente da secoli immemorabili, e nessuno ne capisce il significato. [Forse] la parola «catuma» viene dal latino «catumeum», che si traduce «catumeo» ... specie di focaccia adoperata nei sacrifici pagani, in cui entrava una porzione di carne tagliata dalla testa della vittima."

[R. D'Azzeo in "Andria nel 1° millennio ...",Tip. Monasteri Benedettini, Subiaco, 1938]

Gente ai tavolini del bar disposti in piazza ai primi del Novecento

La foto qui sopra riprodotta ci invita a ricordare quanto i più anziani raccontavano riguardo al Bar Minerva ai primi del Novecento quivi esistente.
Mi piace a commento riportare quanto il 1° agosto 2014 ha scritto, direi poeticamente, Andrea Colasuonno in merito al “Caffè Minerva” nella testata online “Odisseo, navigatori della conoscenza”,

“Come i luoghi della mitologia, tutti ne conoscono il nome, si è sicuri che siano davvero esistiti e però non si sa dove precisamente. Così il Caffè Minerva, i più vecchi lo ricordano, eppure su dove fosse esattamente discutono per ore, si danno torto l’un l’altro, e poi “in piazza Catuma” ti dicono, una piazza che ufficialmente, con quel nome lì, neanche esiste.
Al Caffè Minerva, ad Andria, nei primi decenni del Novecento, era possibile prendere mezzo caffè pagandolo mezzo soldo, cosa che attirò i malamente della città: laici, anarchici, massoni e socialisti, quelli “brutti, sporchi ma buoni”, avrebbe detto in seguito qualcuno. Il bar divenne il centro della controcultura cittadina, il covo della sua parte maledetta, il grembo della “leonessa rossa”.
Abbiamo immaginato i discorsi che avvenivano ai tavolini, parole aulenti di caffè, alcolici e tabacco, ad Andria, come in tutti i paesi del Mezzogiorno e forse d’Italia: ad ogni paese un Caffè Minerva, la spina nel fianco di ogni città.”

In una presentazione a diapositive è possibile osservare altre immagini della piazza, riprese da fine '800 al 2000. [La foto del 2000 è di Gae pubblicata in cartolina da Meloto 3D - Andria]