Questa è piazza Catuma il 27 aprile 2013 in direzione Sud. L'immagine mostra il suo ammodernamento realizzato dallo studio di Mauro Sàito nel 2005-2006, utilizzando come materiali lapidei la pietra calcarea bianca di Minervino Murge e quella lavica nera-antracite dell'Etna, già presenti nella precedente pavimentazione stradale. La foto abbaccia l'intera piazza con la nuova fontana (in primo piano) e, sullo sfondo, a partire da sinistra il palazzo ottocentesco della famiglia Ceci, centrale Via Vaglio, quindi il lato Nord del Palazzo Ducale, l'eclettica costruzione del primo Ufficio Postale di Andria e infine parte dell'Episcopio.
[tratto da Puglia di Pietra di Domenico Potenza, edito per la Regione Puglia da C. Grenzi, Foggia, 2007, p143]
"La Catuma", oggi piazza Vittorio Emanulele II, l'agorà più importante della Città, qui sopra è ritratta in due antiche foto dai primi del Novecento.
"Qui di seguito alcuni riferimenti alla piazza stralciati dai testi di alcuni autori che scrivevano nell'Ottocento e nel Novecento.
[così Giuseppe Ceci, a pag.VIII nella prefazione al testo di N.Vaccina, Andria le sue vie e i suoi monumenti, Tip. Rossignoli,Andria, 1911]
[R. D'Azzeo in "Andria nel 1° millennio ...",Tip. Monasteri Benedettini, Subiaco, 1938]
La foto qui sopra riprodotta ci invita a ricordare quanto i più anziani raccontavano
riguardo al Bar Minerva ai primi del Novecento quivi esistente.
Mi piace a commento riportare quanto il 1° agosto 2014 ha scritto, direi poeticamente, Andrea Colasuonno in merito al “Caffè Minerva”
nella testata online “Odisseo, navigatori della conoscenza”,
“Come i luoghi della mitologia, tutti ne conoscono il nome, si è sicuri che siano davvero esistiti e però non si sa dove precisamente. Così il Caffè Minerva, i più vecchi lo ricordano, eppure su dove fosse esattamente discutono per ore, si danno torto l’un l’altro, e poi “in piazza Catuma” ti dicono, una piazza che ufficialmente, con quel nome lì, neanche esiste.
Al Caffè Minerva, ad Andria, nei primi decenni del Novecento, era possibile prendere mezzo caffè pagandolo mezzo soldo, cosa che attirò i malamente della città: laici, anarchici, massoni e socialisti, quelli “brutti, sporchi ma buoni”, avrebbe detto in seguito qualcuno. Il bar divenne il centro della controcultura cittadina, il covo della sua parte maledetta, il grembo della “leonessa rossa”.
Abbiamo immaginato i discorsi che avvenivano ai tavolini, parole aulenti di caffè, alcolici e tabacco, ad Andria, come in tutti i paesi del Mezzogiorno e forse d’Italia: ad ogni paese un Caffè Minerva, la spina nel fianco di ogni città.”
In una presentazione a diapositive è possibile osservare altre immagini della piazza, riprese da fine '800 al 2000. [La foto del 2000 è di Gae pubblicata in cartolina da Meloto 3D - Andria]