Porta Nuova

Contenuto

Andria

Escursione nella città dall’anno Mille al Milleseicento


Porta Nuova

Ing. Riccardo Ruotolo


Porta Nuova verosimilmente fu costruita alla metà del Settecento per favorire un più idoneo accesso diretto sia alla Chiesa della Madonna dell’Altomare (immagine della Madonna, che il Borsella definisce a fresco di greco pennello) che fu scoperta nel 1598 in un pozzo, sia al nuovo Convento dei Carmelitani ed alla nuova Chiesa della Madonna del Carmine. Queste due ultime importanti strutture religiose furono realizzate grazie alle considerevoli eredità del ricco e pio patrizio Flavio de Eccelsis e di sua moglie Lucia Griffi.
I lavori per la loro edificazione ebbero inizio nel 1690 e furono ultimati nell’anno 1753; mentre, la grande scenografica scalinata di accesso fu completata dal maestro muratore andriese Raffaele Raimondo nel 1773.

La Porta Nuova è disegnata nella pianta topografica che il Vescovo Mons. Francesco Ferrante fece redigere intorno al 1760 in occasione della divisione della città in due parrocchie, pertanto, si può affermare che la suddetta Porta quasi certamente fu costruita a metà del Settecento, insieme alla realizzazione di un idoneo ponte per scavalcare il letto dell’antico flumen Aveldium diventato un torrentello stagionale (oggi gran canale Ciappetta Camaggio) che attraversava ortogonalmente la strada per raggiungere il nuovo complesso carmelitano.

Anche per questa Porta le mie ricerche risalgono al periodo in cui l’Archivio Comunale era presente in Andria e in quella occasione ho potuto effettuare copia del fascicolo che raccoglieva i documenti riguardanti la demolizione della Porta (Figura -35-); sfortunatamente, non ho più ritrovato nei miei appunti i riferimenti d’archiviazione né sono riuscito a rintracciare il fascicolo inerente la demolizione della Porta nella nuova sede di Rutigliano dove è stato trasferito tutto l’Archivio del Comune di Andria; in questa nuova sede ho potuto invece rintracciare le deliberazioni del Decurionato relative all’autorizzazione a procedere nella demolizione, e che si trovano nei registri delle Conclusioni del Parlamento e del Decurionato – Volume 6 dal 6 gennaio 1823 al marzo del 1826 e Volume 7 dal 4 aprile 1826 all’11 ottobre 1828.


Fig. -35- Frontespizio del fascicolo contenente i documenti
relativi alla demolizione di Porta Nuova.

Molto interessante è il primo documento che riguarda la perizia di stima della spesa per la demolizione di Porta Nuova. Preciso che anche per tutti i documenti di questo fascicolo notevole è stato il contributo di trascrizione che l’esperto Sabino De Tommaso mi ha fornito.

La perizia di stima delle spese occorrenti è stata effettuata dall’Architetto Vincenzo Matera in data 21 marzo 1826, il quale così scrive: mi sono portato nella porta Nuova ad oggetto di osservarla, che sta per crollare, e per verificare la spesa, che necessita nella demolizione di essa … ; quindi, dopo soli una settantina di anni la Porta Nuova si doveva trovare in condizioni tanto precarie da temere il suo crollo.

La parte che trovo più interessante in questa perizia non è tanto la stima dei costi occorrenti per la demolizione quanto, invece, le dimensioni relative alla Porta e alle fabbriche ad essa addossate, come rilevate dall’Architetto estimatore.

Scrive il Matera: Art. 1° per demolire la fabbrica della facciata di essa Porta larga palmi sette, compensate, alta anche compensate palmi 40, e grossa palmi 3 … ducati 3,28 e 1/8. Pertanto, secondo l’estimatore, la Porta era larga palmi sette che corrisponderebbero a 7 x cm. 26,33 = cm. 184 circa, quindi, doveva essere abbastanza stretta; inoltre, la sua altezza doveva essere di palmi quaranta che corrisponderebbero a 40 x cm. 26,33 = cm. 1053,3 circa, cioè 10,533 metri; infine, lo spessore della muratura di facciata doveva essere di palmi 3, cioè di 3 x cm. 26,33 = cm. 79 circa.

Interessante è l’articolo 5° che riporta: per demolire la fabbrica laterale a destra di essa porta (credo che la Porta sia vista dall’esterno della cinta muraria) per sostegno della casa contigua lunga compensata palmi 19, alta palmi 28, e grossa palmi 2.1/2, a causa che togliendo il contrasto della porta questa va a crollare … … . Ducati 3:11e3/4; quindi, la Porta faceva da sostegno al fabbricato che era addossato alla sua destra, fabbricato che era lungo 19 palmi, cioè circa 19 x cm. 26,33 = 5 metri circa, ed alto palmi 28 che corrispondono a metri 7,37 circa.

Nel successivo articolo 6° ci sembra di capire che la muratura della casa a destra della Porta aveva una zoccolatura alla base, quindi, alla sua altezza dal piano stradale (28 palmi) bisognerebbe aggiungere l’altezza della zoccolatura: Art. 6° Per svellere la fabbrica rustica dal livello di sotto li sopradetti palmi ventotto sino al pavimento della strada lunga compensata palmi 17, alta palmi 13, e grossa palmi due, e poi rifarla, cioè di pietra linee eguale a quelle poste al laterale sinistro, ed il restante di tufi, … . Che per pietre, tufi, calce, e mano d’opera anche a forza ducati 14:24. Si comprende che al di sotto della muratura alta 28 palmi ci doveva essere un’altra fabbrica rustica fino al piano della strada, lunga 17 palmi, alta 13 palmi, avente uno spessore di due palmi.

Con questi dati a disposizione, sempre nell’ipotesi che si stia parlando della demolizione e ricostruzione della zoccolatura della casa ubicata a destra della Porta, guardando dall’esterno, ho voluto verificare se sul posto sono rintracciabili ancora oggi queste misure atteso che nell’angolo tra via Cristoforo Colombo e via Giudea è ancora presente un piedritto in pietra, con zoccolatura sagomata ed alta 70 cm. che, come in molti affermano, apparteneva alla struttura della Porta (Figura -36-).

Questo piedritto alla base, sul lato di via C. Colombo, misura cm. 35; in attacco ad esso, sempre su via C. Colombo, esiste un tratto di muratura la cui faccia esterna è fatta di conci di pietra lavorata in modo grezzo a forma di bugne, mentre al di sopra di esso la muratura è in tufo intonacato.

   
Fig. -36- Piedritto appartenente alla struttura della demolita Porta nuova.
Fig. -37- Andamento della muratura della zoccolatura della casa ad angolo tra via C. Colombo e via Giudea e relative quote.

Con riferimento alla Figura -37-, che è una foto dello stesso angolo scattata dalla via C. Colombo verso via Carmine, questa zoccolatura in pietra non è tutta in piano ma a circa la metà forma una spezzata, e le dimensioni sono pari a circa 415 cm. + 35 cm. della zoccolatura del piedritto uguale a 450 cm., mentre l’altezza della parte in pietra pseudo bugnata è di circa 205 cm.

Riprendendo le misure della perizia di stima del Matera, constatiamo che la misura della lunghezza della zoccolatura di cui il tecnico parla nell’articolo 6° è pari a 17 palmi mentre l’altezza è di 13 palmi. I 17 palmi della lunghezza equivalgono a: 17x26,33 cm. uguale a cm. 447,61 cm., misura perfettamente compatibile con quella della perizia, mentre per l’altezza riportata in palmi 13 che equivalgono a circa cm. 342,29, la misura non è confrontabile con quella rilevata sul posto che è di cm. 205 circa. Però, c’è da fare una considerazione: il Matera nel quantificare i costi della demolizione e ricostruzione di questa zoccolatura parla di spesa sia per le pietre sia per i tufi e la calce, pertanto, è plausibile che nella ricostruzione della zoccolatura primitiva alta 13 palmi, cioè cm. 342,29, una prima parte, quella a partire dal piano stradale, è stata ricostruita in pietra e il sovralzo in tufo, come in effetti oggi è presente.

In data 15 ottobre 1826 il sindaco di Andria Nicolò Mita fece affiggere un manifesto per l’appalto delle opere di demolizione e delle necessarie ricostruzio- ni, il cui testo originale è quello della Figura -38- di cui, in appresso, si riporta la trascrizione fatta da Sabino di Tommaso.


Fig. -38- Manifesto per l’indizione della gara d’appalto per la demolizione di Porta Nuova.

Francesco 1° Per la Grazia di Dio, Re del Regno delle due Sicilie,
Nicolò Mita Sindaco del Comune di Andria
Manifesta

In seguito di autorizzazione ottenuta dal Signor Intendente della Provincia, manifestataci dalla Sott’Intendenza Distrettuale, con ufficio de’ 7 Agosto ultimo n. 2987; devesi in questo Comune devenire all’appalto delle opere necessarie alla demolizione della Porta Comunale detta Porta nuova, a ciò per il prezzo di ducati settantotto, e grana trenta, giusta perizia redatta da questo architetto Signor Vincenzo Matera, approvata come si è detto dal lodato Signor Intendente.
Si destinano intanto i giorni 22, e 27 dell’andante mese per lo sperimento delle candele da solennizzarsi in questa Sala Comunale alle ore quindici. Chiunque perciò vorrà concorrere ad un tale appalto, si conferirà ne’ designati giorni, luogo, ed ora con valida cauzione per lo sperimento delle suddette subaste. Volendo essere istruito dal tenore di essa perizia, si porterà in cancelleria che sarà messo a giorno del tutto.

Andria, li 15 ottobre 1826
Nicolò Mita   
Fran.° Ant.° Cipriano Canc.us

Ho voluto riportare questo documento sia per il linguaggio in uso nella prima metà dell’Ottocento sia per evidenziare il modo in cui si svolgevano in quell’epoca le gare d’appalto. Chiunque poteva partecipare, bastava depositare soltanto una cauzione e visionare la perizia dei lavori fatta da un tecnico esterno nominato dal Comune e/o dal tecnico comunale. Fatta l’offerta, si accendeva la relativa candela e, se la candela arrivava a spegnersi senza che ci fosse stata un’altra offerta, l’appalto veniva aggiudicato e si redigeva il relativo verbale.
Tutto qui.

Per la cronaca, il giorno ventisette ottobre del 1826 si svolse la gara e fu accesa la candela e così recita il verbale della seduta: Poi trovandosi di già accesa la candela è comparso il solo nominato Nicola Moscatello (è probabile che qui ci sia un errore perché nel seguito è riportato per ben due volte il nome Moscatelli) di Lionardo di detto Comune, il quale avendo ridotto il prezzo a ducati settantasette per detti lavori (la perizia aveva stimato la spesa occorrente in 78,30 ducati), non vi è stato altro, che si fosse affacciato, e voluto minorare l’offerta del Moscatelli, no ostante che si fusse fatto per più volte bandire, e ribadire nel modo come sopra; per cui estinta la candela per esso Nicola Moscatelli, e perciò gli si è aggiudicato l’appalto suddescritto definitivamente a termini dell’art.° 236 della legge de’ 12 dicembre 1816, per il prezzo come sopra di ducati settantasette da pagarsi dal Comune all’appaltatore terminata l’opera da riconoscersi da’ suddetti agenti e sotto le condizioni di sopra trascritte … .

Il 26 dicembre 1826 il Sotto Intendente inviò al Sindaco Mita una nota con la quale si approvava il risultato della gara d’appalto e si invitava lo stesso a disporre l’esecuzione de’ Lavori nelle solite regole amministrative. Nel gennaio del 1827 si dette inizio alla demolizione di Porta Nuova.