Chiesa di S. Angelo al lago

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Disegno della chiesetta rilevato dalla pianta della città eseguita da Francesco Cassiano de Silva del 1703.

da "Il Capitolo Cattedrale di Andria ed i suoi tempi"

capitolo IV "Chiese figliali della Cattedrale di Andria"

di Michele Agresti (1852-1916)

Chiesa di S. Angelo al lago

La Chiesa di S. Angelo al lago [1], anticamente, era a tre navi, ed era anche decorata di mediocri affreschi.
Al tempo della peste, che afflisse la nostra città, quella Chiesa, come tante altre, venne adibita a sepoltura. Però fu poscia ritornata al culto, ed esisteva in quella Chiesa una Congregazione, intitolata a S. Michele, i di cui Confratelli indossavano un sacco bianco con cocolla.
Il Vescovo Resta, nel 1582, interdisse quella Chiesa e sciolse la Congregazione, che componevasi di persone dissolute e rotte ai vizii. Il Capitolo Cattedrale ne tenne quindi la custodia, nominando dal suo grembo il Cappellano, che ne curasse il culto.
Nel 1881 il Cappellano, Canonico (e poi Arciprete della Cattedrale), D. Antonio Quacquarelli, a sue spese, e con le oblazioni e contribuzioni di cittadini devoti, fe’ riedificare a nuovo quella Chiesa, che è pure un vero giojello d’arte (non mancando di buoni affreschi), e la rifornì di altari di marmo, arredi, suppellettili e di tutto l’occorrente.
Alla morte dell’Arciprete Quacquarelli (avvenuta il 30 ottobre 1909) il Capitolo scelse a Cappellano di questa Chiesa D. Francesco Canonico Quacquarelli (nipote dell’Arciprete), il quale continua a mantenerne il culto iniziato dallo zio Arciprete, spendendovi anche molto del suo, per renderla sempre più bella ed attraente.
Nel 1910 fe' pure costruire a sue spese, dalla ditta Insoli di Crema, un organo liturgico, quasi simile a quello del Crocefisso.
NOTE    (Nell'originale la numerazione è di pagina e non progressiva)
[1] Dicesi al lago, perché anticamente in quei pressi si formava un pantano delle acque, che discendevano dalle murge.
[tratto da “Il Capitolo Cattedrale di Andria e i suoi tempi” di M. Agresti, tipi Rosignoli, Andria, 1912, Vol.II pag.69]