"Mura e porte"→ porta "Castello" nel 1774

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disegno della porta del 1774 (con elaborazione elettronica del colore)

Porta "del Castello"  nel 1774

"Della porta se ne torna a parlare verso la metà del ‘700. ... in quel periodo il sistema delle fortificazioni della città soffriva di un forte stato di degrado, al punto che anche le entrate tributarie dell’Università ne risentivano. ... Anche la porta si trovava in uno stato di degrado che la rendeva pericolante, ma l’Università non aveva le risorse necessarie, per provvedere. Allora il Tesse assunse l’iniziativa di far elaborare un progetto per una nuova porta dall’Architetto Nicolò Antolini ...

... Come si rileva dai disegni d’epoca ..., la nuova porta, progettata dall’Antolini e completata da Vito Jeva, era collocata pressappoco sulla via omonima, tra l’incrocio con via P. Micca e con via U. Bassi (fig. 26), e conformemente ai gusti del tempo fu costruita in forme tardo barocche. Inserita al centro di un leggero catino absidale (Figg. 29 e 30b) come tutte le altre non era preceduta da un ponte levatoio. La porta era ad unico fornice della larghezza di circa 13 palmi (corrispondente a circa mt 3,40), tra due stipiti bugnati raccordati da un arco, al disopra del quale vi era un grande cartiglio. Il fornice era racchiuso tra due gruppi di paraste raccordate da un ulteriore arco, al disopra del quale, tra due volute di raccordo decorate con ornamenti floreali, vi era una nicchia dov’era collocata una statua di S. Riccardo, protettore di Andria. La facciata terminava con un fastigio coronato con tre pinnacoli a bulbo, livello che sarebbe stato aggiunto da Vito Jeva, in modo da conferire maggior slancio alla facciata medesima ... . Un’epigrafe, presente forse nel cartiglio che sovrastava la porta ed andato distrutto con la sua demolizione, tramandava l’evento della sua ricostruzione che si era conclusa nel 1774 e, forse, riportava anche i nomi degli Autori. In questa nuova veste l’aspetto scenografico della porta, così come completata da Vito Jeva, risultava ulteriormente rafforzato e prevalente su quello della difesa. Evidentemente, venuto a cessare il pericolo ottomano, le esigenze della difesa erano divenute meno impellenti. ...

... nel 1811 tale Mininno Michele, nuovo proprietario di due botteghe a piano terra poste alla sua sinistra, decise di sopraelevarle con due stanze ... La casa costruita dal Mininno esiste tutt’oggi ed è individuabile nel fabbricato collocato all’angolo di via Porta Castello con via Pietro Micca, il quale reca nello spigolo, al disotto del balcone, un’epigrafe lapidea con inciso l’anno 1815 di completamento dell’opera ... . L’individuazione della casa del Mininno permette di localizzare, con accettabile approssimazione, la posizione della porta ... .

In quegli anni al difuori della porta si stava ampliando il borgo sorto intorno alla strada per Trani (detta anche “dei Cappuccini”). Oltre al borgo suddetto un altro si preparava a sorgere sul terreno dell’orto della Cattedrale, che prese il nome di “Borgo della Spina” (il quartiere antistante il palazzo Jannuzzi sull’omonima strada). Per questo motivo il Decurionato decise di chiedere all’Intendente il permesso per la demolizione della porta e per l’acquisto di alcune casette da demolire al fine di aprire la comunicazione di diverse strade, onde più facile sia il traffico degli abitanti per taluni punti dell’abitato. Pertanto si proponeva di incaricare l’architetto civile Federico Santacroce per la redazione dei relativi progetti d’opera, incarico che veniva approvato dall’Intendente con successiva lettera del 13 aprile dello stesso anno [1844]. Il Santacroce si mise all’opera e nella sua perizia incluse anche, su delibera del decurionato, la demolizione di Porta S. Andrea, intervento per fortuna non più attuato ... .
Con altra delibera del 1847 [gli amministratori comunali] decisero nuovamente di procedere alla suddetta demolizione riuscendo, questa volta, ad ottenere la regia autorizzazione. I lavori furono aggiudicati ad un tale Nicola Grossi il quale, per la somma di 100 ducati, si obbligava anche a costruire una cappelletta dove collocare la statua di S. Riccardo che era posta sul fronte della porta ... Poiché la cappelletta per collocare la statua del Santo Protettore non fu più costruita, viene da chiedersi: che fine fece la statua del Patrono? ....
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[per conoscere e approfondire gli eventi si legga l'ottimo studio "L'antica Porta del Castello di Andria" di V. Zito, 2a ed. dell'Autore nel 2014, da cui sono tratti testo e immagini, tra pag.38 e pag.54]

[L'immagine (particolare rilevato da pag. 45 del succitato testo dell'architetto Vincenzo Zito) proviene dai documenti dell'Archivio di Stato di Bari]