5^ cappella a sinistra

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foto del presepe ligneo della Cattedrale di Andria scattata nel 1937       Le statue del presepe un tempo posto nella nicchia sull'altare della 5^ cappella sinistra
[[Presepe nella cappella della Natività - foto di A. Ceccato ripresa dal sito della Soprintendenza il 23/02/23] - fotomontaggio delle statue restaurate, oggi nel museo diocesano
- Per scegliere se ascoltare "Dormi non piangere" di A. De Fidio
cantata dal coro del Clare College’s Chapel dell’Università di Cambridge
avviare  ► o fermare  il sottostante riproduttore.
] [1]
ascoltare la musica di sottofondo

Il Presepe di fine '400
e la Natività di Vito Calò

A partire dalla fine del Quattrocento nella grande nicchia dietro l'altare della quinta cappella di sinistra della Cattedrale c'era un presepe ricco di numerosi personaggi lignei dorati, dipinti e realizzati quasi a grandezza naturale.
Verso la metà del Seicento, il 9 luglio 1644 e successivamente il 14 marzo 1656,  mons. Ascanio Cassiano visita la Cappella col presepe e la descrive nelle due relazioni di visita pastorale; da esse, in sintesi, si traggono le seguenti osservazioni.

- La volta della cappella era dipinta color del cielo e punteggiata di stelle, e vi pendeva un Angelo con la scritta di un versicolo del Vangelo.
- Nella nicchia era allestito un presepe permanente con tutti i personaggi di legno dipinti e/o dorati: non soltanto Maria, Giuseppe e Gesù bambino, ma anche Angeli con tabelle, bue, asino, pastori e pecore; non c’erano però i Magi.
Un numero così alto di personaggi (e in scala leggermente inferiore al vero) fa pensare che il piano d’appoggio si prolungasse dalla nicchia fin sopra o dietro il postergale dell’altare: “in superficie connexa”, recita il documento.
Che tutti quei personaggi fossero quattrocenteschi ce lo suggerisce un distico della lapide affissa nel 1494 sulla tomba del munifico vescovo Angelo Florio: “Ipse etiam multa præsepia finxit in auro, / nata Redemptoris, quæ pia membra fovent”, (→ “Egli foggiò in oro molte statue della Natività del Redentore, che infervorano i fedeli)”. Di essi purtroppo ce ne restano solo due: Maria e Giuseppe (o un mago adattato in funzione di Giuseppe); gli altri sono andati perduti.
Il fatto poi che il Vescovo Cassiano non vede presso il presepe i Magi invita a ipotizzare o che tali statue non esistessero (più) o che venissero collocate in loco solo nel periodo dell’Epifania; ma, poiché all’altare della cappella si celebravano messe è improbabile che tanti personaggi (date le dimensioni) fossero collocati per terra, e conseguentemente può arguirsi che i Re Magi non facessero (ormai) parte del gruppo. Si può anche pensare che alcune statue quattrocentesche, già nel seicento, erano andate perdute o eliminate o che, per non affollare la scena, i magi erano solo dipinti su una delle antine che velavano il presepe.
- La Cripta con le statue era chiusa da due antine di tela di lino con dipinti su entrambi i lati.
Sulla parte esterna [dell’antina lato evangelo] era dipinta l’Adorazione dei magi (forse peché i magi non erano rappresentati da statue), nell’interna la Vergine gloriosa Incoronata dal Padre e dal Figlio.
Sulla parte esterna dell’antina lato epistola c’era poi l’immagine dei Ss. Innocenti, nell’interna l’Assunzione della Beata Vergine.

Nel fotomontaggio su illustrato sono ripodrotte le statue della "Madonna orante" e di San Giuseppe, così come appaiono dopo l'ultimo restauro.
L'immagine del Bambinello, (che potrebbe essere quello originale del Quattrocento andato smarrito) è invece estratta da una foto di quel presepe scattata da A. Ceccato nel luglio del 1937, pubblicata sul sito della Soprintendenza per i Beni Storici Artistici, riprodotta anche a pag. 50 nel Catalogo d'arte "Sculture lignee e dipinti su tavola in Puglia. Cinque casi di studio dalla diagnosi al restauro". [2]

Scrivono gli autori in tale libro:

"Risale al 1937 la più antica e forse unica testimonianza fotografica superstite dell'originario allestimento del Presepe ligneo all'interno della cappella della Natività nella Cattedrale di Andria (fig. 1). Ambientato - sembrerebbe - tra i ruderi di un diversorium, popolato in alto da tre putti a figura intera e da altri due a mezzo busto, sospesi mediante perni alle pareti della cappella, il Presepe rispecchiava la tradizionale disposizione dei membri della Sacra Famiglia: sulla destra, San Giuseppe, in posizione genuflessa, lo sguardo rivolto verso il basso in direzione del Bambino, è colto nell'atto incipiente di levare il turbante in segno di riverenza mentre impugna, con la mano sinistra, il bastone del viandante ... . Indossa un turbante rosso, una tunica verde petrolio dalle ampie maniche, abbottonata sul davanti e stretta in vita da una cintura con fibbia. Un mantello color porpora, con i lembi chiusi insieme all'altezza del collo, scende sulle spalle in pesanti pieghe, lasciando scoperto il piede sinistro.
Sulla sinistra, la Vergine, inginocchiata e con le mani giunte in atteggiamento di preghiera, indossa un lungo mantello dorato che copre una tunica rossa, dalle pieghe fitte e sottili, fermata in vita da una cintura a sciarpa annodata."

Più avanti gli autori  del su citato testo analizzano le figure della Madonna e di Giuseppe onde rilevarne la Scuola d'arte di provenienza. A tale analisi in questo sito è dedicata una pagina specifica del percorso museale virtuale.


Oggi su questo altare è affissa una Natività di Francesco (e Vito) Calò; è una pittura ad olio su tela alta m. 2,50 circa e larga m. 1,70; ad essa è dedicata una pagina di approfondimento nella sezione museale del sito.
Essa si trovava sul primo altare di destra, entrando nella Chiesa di San Nicola, dove attualmente (2010) c'è una tela dell'Immacolata. Conservata per diversi anni nell'Episcopio, oggi, restaurata, detta tela del Calò è posta sull'altare della quinta cappella di sinistra della Cattedrale, davanti alla nicchia che, per alcuni secoli dal quattrocento, era stata il luogo delle suddette statue del presepe.

L'insieme è spettacolare con un gradevole effetto di luci che si sprigionano dal Bimbo nell'improvvisata culla e gradualmente si affievoliscono man mano che raggiungono i personaggi più lontani dall'evento straodinario.

In basso a destra il dipinto riporta lo stemma di casa Spagnoletti, probabile committente dell'opera: scudo incoronato con all'interno a destra un braccio armato di spada rivolta verso l'alto, e a sinistra una stella a sei punte.


Per un approfondimento di studio e informazione (come già consigliato nel testo) sono redatte le seguenti pagine:
- Le statue lignee quattrocentesch del presepe della Cattedrale
- la tela della Natività di Francesco e (Vito) Calò.

NOTE

[1] Musica di sottofondo: pastorale “Dormi non piangere” dell'andriese Antonio De Fidio (1887-1955), cantata nel 2001 nella Chiesa della SS. Trinità di Andria dal "Coro del Clare College’s Chapel dell’Università di Cambridge", direttore: Timothy Brown. Pubblicata il 2002 nell'Album “HODIE” Carols from Cambridge 2002 per la “GAMUT Classic”, è attualmente (2018) diffusa e ascoltabile su Youtube.
[2]Sculture lignee e dipinti su tavola in Puglia. Cinque casi di studio dalla diagnosi al restauro”, di AA. VV., catalogo d’arte, Claudio Grenzi Editore, 2008, pag. 50; inoltre a pag. 56 gli autori riportano la seguente descrizione del presepe, estratta dalla scheda storica degli anni Trenta:
Dinanzi alla grotta, dipinta nello sfondo, è inginocchiata, a sinistra, la Madonna, di profilo, a mani giunte, con manto azzurro che le scende dal capo. A destra, San Giuseppe posa un ginocchio a terra e, tenendo nella sinistra il bastone fiorito in cima, tocca con l'altra mano la falda del largo cappello rosso. È di profilo, vestito di manto giallo su tunica verde. Il bambino è disteso nel mezzo. Due angeli sono in volo sui lati e uno nel fondo, dove appaiono pure due testine di angeli.

[il testo e le immagini della pagina sono di Sabino Di Tommaso (se non diversamente indicato)]