A partire dalla fine del Quattrocento nella grande nicchia dietro l'altare della
quinta cappella di sinistra della Cattedrale c'era un presepe ricco di numerosi personaggi lignei
dorati, dipinti e realizzati quasi a grandezza naturale.
Verso la metà del Seicento,
il 9 luglio 1644 e successivamente
il 14 marzo 1656, mons. Ascanio Cassiano
visita la Cappella col presepe e la descrive nelle due relazioni di visita pastorale; da esse, in sintesi, si traggono le seguenti osservazioni.
Nel fotomontaggio su illustrato sono ripodrotte le statue della "Madonna orante" e di San Giuseppe,
così come appaiono dopo l'ultimo restauro.
L'immagine del Bambinello, (che potrebbe essere quello originale del Quattrocento andato smarrito)
è invece estratta da una foto di quel presepe scattata da A. Ceccato nel luglio del 1937, pubblicata sul
sito della Soprintendenza per i Beni Storici Artistici,
riprodotta anche a pag. 50 nel Catalogo d'arte
"Sculture lignee e dipinti su tavola in Puglia. Cinque casi di studio dalla diagnosi al restauro".
[2]
Scrivono gli autori in tale libro:
"Risale al 1937 la più antica e forse unica testimonianza fotografica superstite dell'originario allestimento del Presepe ligneo all'interno della cappella della Natività nella Cattedrale di Andria (fig. 1). Ambientato - sembrerebbe - tra i ruderi di un diversorium, popolato in alto da tre putti a figura intera e da altri due a mezzo busto, sospesi mediante perni alle pareti della cappella, il Presepe rispecchiava la tradizionale disposizione dei membri della Sacra Famiglia: sulla destra, San Giuseppe, in posizione genuflessa, lo sguardo rivolto verso il basso in direzione del Bambino, è colto nell'atto incipiente di levare il turbante in segno di riverenza mentre impugna, con la mano sinistra, il bastone del viandante ... . Indossa un turbante rosso, una tunica verde petrolio dalle ampie maniche, abbottonata sul davanti e stretta in vita da una cintura con fibbia. Un mantello color porpora, con i lembi chiusi insieme all'altezza del collo, scende sulle spalle in pesanti pieghe, lasciando scoperto il piede sinistro.Sulla sinistra, la Vergine, inginocchiata e con le mani giunte in atteggiamento di preghiera, indossa un lungo mantello dorato che copre una tunica rossa, dalle pieghe fitte e sottili, fermata in vita da una cintura a sciarpa annodata."
Più avanti gli autori del su citato testo analizzano le figure della Madonna e di Giuseppe onde rilevarne la Scuola d'arte di provenienza. A tale analisi in questo sito è dedicata una pagina specifica del percorso museale virtuale.
Oggi su questo altare è affissa una Natività di Francesco (e Vito) Calò; è una pittura ad olio su tela alta
m. 2,50 circa e larga m. 1,70; ad essa è dedicata
una pagina di
approfondimento nella sezione museale del sito.
Essa si trovava sul primo altare di destra, entrando nella Chiesa di San
Nicola, dove attualmente (2010) c'è una tela dell'Immacolata.
Conservata per diversi anni nell'Episcopio, oggi, restaurata, detta tela
del Calò è posta
sull'altare della quinta cappella di sinistra della Cattedrale, davanti alla nicchia che,
per alcuni secoli dal quattrocento, era stata il luogo delle suddette
statue del presepe.
L'insieme è spettacolare con un gradevole effetto di luci che si sprigionano dal Bimbo nell'improvvisata culla e gradualmente si affievoliscono man mano che raggiungono i personaggi più lontani dall'evento straodinario.
In basso a destra il dipinto riporta lo stemma di casa Spagnoletti, probabile committente dell'opera: scudo incoronato con all'interno a destra un braccio armato di spada rivolta verso l'alto, e a sinistra una stella a sei punte.
Per un approfondimento di studio e informazione (come già
consigliato nel testo) sono redatte le seguenti pagine:
- Le statue lignee quattrocentesch del presepe della Cattedrale
- la tela della Natività di Francesco e
(Vito) Calò.
NOTE
[il testo e le immagini della pagina sono di Sabino Di Tommaso (se non diversamente indicato)]