Alcuni storici locali, dall'Ottocento in poi, hanno affermato che la Cappella della Natività di Gesù, "o del Messia",
inizialmente fosse sulla parete destra del presbiterio.
Dai più antichi documenti disponibili emerge invece che la “Cappella della Natività di Nostro Signore” è stata sempre quella
ancor oggi detta di “S. Maria del Capitolo”
localizzata tra la Cappella di S. Riccardo e quella di S. Giuseppe.
Sul presbiterio, invece, presso la cappella del SS. Sacramento
(oggi della Sacra Spina) c'era un “Altare della Natività di Maria Vergine”,
come risulta dalle visite pastorali di mons. Cassiano del 1644 e di mons. Pietro Vecchia del 1690;
scrive infatti questo vescovo nella sua Visita Pastorale del giugno 1690:
“Altare Nativitatis Beatæ Mariæ Virginis … sitũ in Presbiterio ex cornu Ep[isto]læ Maioris Altaris, prope et iuxta cancellũ Cappellæ SS.mi Sacramenti”.
Verso la metà del Seicento mons. Ascanio Cassiano visita due volte questa cappella, il 9 luglio 1644 ed il 14 marzo 1656. In queste sue visite pastorali descrive ampiamente la Cappella col presepe ai suoi tempi. Eccone una sintesi tratta dalla relazione redatta dopo la sua seconda visita [nella traduzione dell'originale latino, che non si trascrive per la sua lunghezza].
"Sull’ingresso sta una cancellata di ferro con chiavistello e, terminate le funzioni sacre, viene chiusa dal 3° sacrista.
La Cappella si trova sullo stesso piano e navata della Cappella di S. Riccardo.La cappella ha la volta a botte dipinta di celeste; da essa pende un Angelo di legno con in mano il cartello “Annuntio vobis etc.”,
più oltre sotto c’è una nicchia come una cripta, nella quale è disteso il bambino Gesù come in un presepio.Sul lato destro c’è la Vergine Madre di Dio di grande devozione, ed è una statua di legno dorato con la veste ricamata nei colori rosso e oro, un velo bianco che dalla testa scende fino ai piedi, una corona d’argento sul capo, sta genuflessa davanti al bambino Gesù.
Sull’altro lato c’è San Giuseppe anch’egli genuflesso, è una statua ugualmente di legno; ci sono il bue con l’asino e tre Angeli che pendono dalla lunetta concava della nicchia e aventi nelle mani il cartello “Gloria in etc.”.
Stanno i Pastori con le pecore, e tutte le statue sono di legno, o dipinto o dorato.La Cripta viene chiusa da due antine di tela di lino dipinte da entrambi i lati come delle Icone.
Sulla parte esterna [dell’antina lato evangelo] è dipinta l’Adorazione dei magi, nell’interna è dipinta la Vergine gloriosa Incoronata dal Padre e dal Figlio.
L’antina lato epistola è della stessa tela; sulla parte esterna c’è l’immagine dei Ss. Innocenti, nell’interna l’Assunzione della Beata Vergine.La predella è sicura e della giusta dimensione.
Sull’Altare stanno tre tovaglie della giusta misura e vengono cambiate ogni quindici giorni.
Il piano dell’altare è in unico blocco. L’altare è solido e non ha vuoti.
La pietra sacra non è della giusta misura essendo troppo piccola, [il Visitatore] ordinò che la si rendesse della dimensione giusta entro quindici giorni pena la sospensione delle celebrazioni.La croce e i candelieri sono d’argento indorato ed in quantità sufficiente, come pure i vasi di legno ugualmente argentati e ornati di fiori finti.
Ci sono la tabella delle preghiere segrete e quella dell’ultimo vangelo.
Non c’è la campanella del segnale dell’elevazione.
Ci sono i paliotti nei colori utilizzati in Chiesa e vengono cambiati ad ogni variazione di quelli.
Stanno i cuscini ma, poiché non vendono cambiati, ordinò che lo si facesse.La Cura di questa Cappella è gestita dalla Confraternita detta “di Santa Maria del Capitolo”, alla quale spetta badare sia alla Cappella che alle sue pertinenze e ne cura la pulizia e il riordino. … … …"
A metà Ottocento Giacinto Borsella, descrivendo il Duomo, dopo la Cappella di San Giuseppe descrive (col suo romantico linguaggio) questa "Cappella della Natività del Verbo fatto uomo".
“Di poi prende luogo l'altra Cappella della Natività del Verbo fatto uomo, giacente nudo in culla su poca paglia dentro una grotta, le di cui labbra muovono celeste sorriso; che in contemplarlo la Genitrice e lo sposo, accesi di Santo amore, genuflessi rimangono venerandi. Tre statue sono queste di epoca remota di raffinato disegno. L'altare privilegiato elevasi con grandiosa spalliera, e capitelli decenti in buoni marmi, per lo più giallognoli fini, con decenti cornicioni, ed altri ornati, In cima dell'altare lo spirito settiforme sfolgora da una sfera dorata raggiante. Venne costrutto a spese del Capitolo, avendone gli emblemi ne’ due corni, la suddetta Cappella è benanche decorata da balaustra decente di marmo, con cancelli guerniti di varii lavori in ottone, nella costruzione vi ebbe parte l'Arciprete Scesa, come mostra il suo stemma messo a fianco dell'Altare. L'Emblema del Capitolo mette in campo le lettere S. M. (Santa Maria); quella dell'Arciprete una linea traversa fra due rose.”
[tratto da "Duomo" in "Andria sacra", di Giacinto Borsella, tip. F. Rossignoli, Andria, 1918, p. 54].
[Altare della cappella della Natività, particolare - foto Michele Monterisi, 2010]
Ai primi del Novecento il canonico Michele Agresti descrive la cappella indicando la data di costruzione dell'attuale altare e le statue della Natività (qui studiate in un'altra pagina) ancora presenti, allora, nella nicchia sull'altare (nicchia probabilmente ridotta dall'innalzamento del dossale marmoreo); scrive:
"La quinta Cappella della navata sinistra è intitolata alla Natività di Nostro Signore Gesù Cristo. Essa è chiusa da una balaustra di marmo, su cui poggia una cancellata di ferro, con frcggi d'ottone. L'altare è tutto di marmo, ed assai pregevole. Esso fu costrutto a spese del Capitolo Cattedrale, come lo dimostra lo stemma capitolare [S. M.], messo a fianco dell'altare, che è uno dei privilegiati della nostra Chiesa. Questa Cappella va pure sotto il nome della Madonna del Capitolo.L'Arciprete Carlo Antonio Scesa, nel 1765, a sue spese, rifece questa Cappella, arricchendola di marmi, per adempimento di un voto, e ne fe incidere lo stemma di famiglia (consistente in una linea traversale fra due rose), che tuttora si scorge a fianco dell'altare.In una grande nicchia, messa in cima all'altare, é racchiusa la Sacra Famiglia, composta dal Divin Pargoletto (giacente nudo nella cuna, su poca paglia, ricoverato in una rozza capanna), Maria e Giuseppe, che, genuflessi, l'adorano."
[tratto da "Il Capitolo Cattedrale di Andria ed i suoi tempi", di Michele Agresti, tip. F. Rossignoli, Andria, 1912, vol.II, pag. 18].
Nelle descrizioni succitate sia il Borsella che l'Agresti non fanno menzione degli affreschi
oggi esistenti nella crociera della volta: tali pitture quindi
(come per quelle della cappella di San Giuseppe) sono di epoca posteriore al 1911.
Nei restauri effettuati negli anni Sessanta del Novecento con mons. Brustia, murando le cappelle laterali, furono eliminate tutte le balaustre e le cancellate.
[Gli stemmi dell'altare e la volta della cappella della Natività - foto Michele Monterisi, 2011]
"Dopo ... si trova la Cappella di Santa Maria del Capitolo, poi della Natività, in cui erano collocate le raffinate statue lignee quattrocentesche del presepe, ora presso il Museo diocesano.In cima all'altare marmoreo policromo, lo Spirito Santo campeggia su una nube di raggi luminosi. L'altare venne costruito a spese del Capitolo, come indicato anche dal suo stemma - a sinistra dell'altare - sul quale si distinguono le lettere 'S' e 'M' (Santa Maria); alla realizzazione contribuì anche l'arciprete Scesa, di cui si legge il nome ai piedi dell'altare e si vede lo stemma a destra con una linea traversa fra due rose.In alto, dipinti nelle vele, i quattro Profeti maggiori: Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele."
[passim da "Visita alla Cattedrale" di Silvana Campanile, in "La Cattedrale di Andria", AA.VV., Grafiche Guglielmi, Andria, 2009, pag. 49]
Per un approfondimento di studio e informazione (come già
consigliato nel testo) sono redatte le seguenti pagine:
- Il Presepe ligneo del Quattrocento e la Natività di Vito Calò
- Le statue lignee quattrocentesch del presepe della Cattedrale
- la tela della Natività di Francesco e
(Vito) Calò.
[il testo e le immagini della pagina sono di Sabino Di Tommaso (se non diversamente indicato)]