edicola sulla facciata

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Pittura ad olio della Madonna del cuscino verde, copia di una tela di Andrea Solari (1507)       Il dipinto restaurato da Carmine Concersano - foto Giuseppe D'Amdrosio
["Madonna del cuscino verde"; a sx: foto di qualche anno fa - a dx foto (di Giuseppe D'Ambrosio) scattata dopo la ridipintura nuovamente realizzata da Carmine Conversano]

S. Maria delle Grazie

Sul portale dell'omonima chiesa
in Via Santa Maria Vetere, 15

Nel borgo di Santa Maria delle Grazie, appena fuori porta della Barra, salendo per Santa Maria Vetere, immediatamente sulla destra sorge la chiesa intitolata appunto a Santa Maria delle Grazie, inizialmente intitolata a S. Tommaso Apostolo, una tela raffigurante il quale nell'Ottocento era esposta nella vicina Chiesa dell'Annunziata.

Sull'esterno della chiesa, dipinta ad olio su lastra di zinco, è incastonata una copia dell'incantevole tela di Andrea Solari (1470-1524) attualmente presente al Louvre, chiamata "Madonna del cuscino verde" (l'originale, firmato, fu eseguito tra il 1507 ed il 1510 e misura 59,5 cm x 47,5 cm).

Questa discreta riproduzione, nella quale non appare il paesaggio che il Solari dipinse ai lati del capo della Madonna, è stata dipinta nella seconda metà del Novecento da Carmine Conversano (e dopo diversi anni dallo stesso pittore ritoccata); vuol quasi essere un'eco dell'antico affresco della Madonna, dipinto all'interno, così che quanti, frettolosi non fossero entrati, godessero comunque del suo esempio di Madre attenta e premurosa.

Sul retro della stessa lastra di zinco si trova un dipinto più antico, scoperto da mons. Giuseppe Lanave quando, negli anni Ottanta del Novecento. la fece staccare perché fosse ripulita e restaurata.
Scrive il vescovo nel suo testo sotto citato:

Sulla porta della Chiesa delle Stimmatine, da un vano che sporge sulla piazza, si affaccia una Madonna.
È la stessa Madre che porge il petto al Santo.

La pittura è più recente di quella dell’altare. Avrà una trentina d’anni. È tutta impregnata di polvere, che il vento alza dalla strada e gliela deposita addosso.

È venuto Conversano l ‘ha riconosciuta come opera sua, le ha dato un tocco di fresco.
È riapparsa la Madonna nel suo colore originario, nel suo atteggiamento squisitamente materno.
Ecco ancora il viso nuovo di un gioiello antico.

La Madonna tornerà ad affacciarsi sulla piazza, a benedire i passanti con il suo volto ripulito e il suo grande cuore di Madre che si dona.

Schiodata la Madonna dal fondo del vano, (è dipinta su lastra di zinco) al di dietro, è apparsa un’altra Madonna dal viso cancellato in parte, più vecchia della prima, ma più popolare, più umana.
Non l’ho fatta cancellare. Ho tentato di averne una copia ricomposta, rifatta.
La riporto.

Anche questa è una faccia nuova, più semplice, più aperta, di un antico gioiello di una Madonna, che, ieri, esposta, alterata, fu nascosta. Oggi torna a dire con bontà.

[tratto da Giuseppe Lanave, "Facce nuove di tesori antichi", Centro stampa litografica di Scardigno F. & Pansini V., Terlizzi, 1997, pp.43-45.]

La Madonna dipinta sul retro della lastra di zinco posta nell'edicola della facciata
[La Madonna dipinta sul retro della lastra di zinco posta nell'edicola della facciata - foto tratta da pag. 45 del volume di Lanave sopra citato]


Chiesa tra le più antiche di Andria (XII secolo), questo edificio sacro conserva infatti nell'interno un bellissimo affresco rinascimentale di Madonna con Bambino, probabilmente dei tempi in cui era custodita dalle Benedettine che vivevano nell'annesso monastero, quando (scrivono) una delle monache era Catarinella del Balzo, oppure negli ultimi anni dei governo Del Balzo-Aragona.