Certifico io qui sottoscritto Cancelliere di questa Curia Vescovile di Andria, qualmente nel giorno tredici del corrente mese di Marzo ad anno mille ottocento cinquantaquattro, dagli Amministratori di questa Venerabile Arciconfraternita de’ Bianchi sotto il titolo di Santa Maria di Porta Santa e del Santissimo Nome di Gesù fu presentata in questa Curia Vescovile il seguente esposto.
Copia ― Al Signor Vicario della Diocesi di Andria Monsignor Arciprete Don Giovanni Pastina.
L’Arciconfraternita de’ Bianchi sotto il titolo di Santa Maria di Porta Santa e del Nome di Gesù di questo Comune, rappresentata dai qui sottoscritti Amministratori, espone, che questa mattina, mentre i confratelli della Arciconfraternita trovavansi riuniti e vestiti di sacco nella di loro Chiesa di Porta Santa, avendo a capo il Rettore Don Alessandro Canonico Parlati per ricevere questo Illustrissimo e Reverendissimo Monsignor Vescovo, che recar si doveva per eseguire la santa visita, vide arrivare in detta Chiesa questo Canonico Don Vincenzo Latilla, che vestito degli abiti corali, ed avendo in mano un aspersorio si fissò in faccia alla porta principale di detta Chiesa e nell’interno di questa trattenutosi per più ore, pretese con le vie di fatto che si tenesse aperta la detta porta, impedendo così ai componenti la detta Arciconfraternita il libero esercizio dei diritti che legittimamente loro appartengono.
In conseguenza gli esponenti nel nome anzidetto chiedono, che sieno serbati illesi ed inviolabili i diritti che si appartengono alla detta Venerabile Arciconfraternita, impedendosi al detto Signor Canonico Latilla qualunque ulteriore tentativo per arrogarsi titoli e funzioni, ed introdursi in luoghi che non gli appartengono; poiché la detta Chiesa di Porta Santa essendo di proprietà di detta Arciconfraternita, questa col suo Rettore Spirituale esercitar deve le sacre funzioni, ed ogni altra operazione che le riguarda, come ha praticato per molti secoli, e che dal prelodato Canonico Latilla, il quale non è, che l’istrumento materiale di quest’Amministrazione Comunale, la quale sta oggi sognando un preteso diritto di patronato che vorrebbe esercitare sulla detta Chiesa, non più si turbi con le vie di fatto il pacifico e tranquillo possesso, che da tempo immemorabile l’Arciconfraternita de’ Bianchi mantiene sopra la Chiesa di Porta Santa, possesso che prima di questo tempo non gli è stato mai contrastato, né menomamente in dubbio revocato.
E ciò per evitare un giudizio nello stesso tempo penale e civile, che potrebbe aver luogo, qualora non si vedessero cessati gli abusi.
Andria li tredici Marzo mille ottocento cinquantaquattro.
Gli Amministratori:
Francesco Ieva
Francesco Senisi Primo Consigliere
Vincenzo Parlati secondo Consigliere.
Presentata in hac Episcopali Curia die decimatertia mensis Martii 1854.
Ioseph Canonicus Zinni
Cancellarius Episcopalis.
Rilasciato il presente estratto, il quale è uniforme all’originale sistente in questa Curia Vescovile di Andria, sulla richiesta degli Amministratori dell’Arciconfraternita de’ Bianchi di questo Comune.
Oggi in Andria li sedici Marzo mille ottocento cinquantaquattro.
Per copia conforme
Giuseppe Can.co Zinni Canc.re Vescovile.
[c’è il timbro ovale contenente il testo “CURIA VESCOVILE | DI | ANDRIA”]
[dal manoscritto originale “Processo Canonico ed Amministrativo sul diritto di Patronato di Porta Santa”, vol. I, ff. 14r-17r]