[Panoramica d'insieme della Colonia Agricola - Scuola Pratica di Agricoltura, inizi Novecento]
di Giuseppe Boccardi
Sommario: — Origini — Dall’insediamento dei Benedettini Cassinesi agli Agostiniani Scalzi di Napoli.
Alla distanza di due chilometri dalla città di Andria, verso ponente, sorge S. Maria dei Miracoli. È una grande Basilica, con facciata barocca, a cui si innesta, con cinque arcate, un ampio portico settecentesco. Il Convento che, accanto alla Chiesa, si estende con ampiezza monumentale, è oggi la sede dell’Istituto Tecnico Agrario Pareggiato della Provincia.
Tempio e Convento si levano su una fertile campagna collinare, che nasconde una zona scavata da grotte e anfratti; i due edifici divennero, nel passato, centro di un complesso abbaziale fondato in Puglia dai Benedettini Cassinesi sin dalla seconda metà del secolo XVI.
[Andria - Basilica S. M. dei Miracoli e Istituto Agrario Provinciale «Umberto I».]
La Chiesa fu costruita sopra una grotta che si affaccia, in basso su di un avvallamento detto Lama di Santa Margherita (15), dalla immagine della Santa che vi è dipinta sulla parete, e accanto a quella della Madonna in trono con il Bambino. Si tratta di due affreschi trecenteschi in un solitario ambiente eremitico, che risale all’epoca degli insediamenti cosiddetti basiliani: denominazione impropriamente usata per designare i monaci greci dell’Italia meridionale, ed estesa poi a tutti i monaci di rito bizantino.
Delle cripte eremitiche pugliesi, questo della Valle della Madonna di Andria è uno dei pochi episodi noti sino ad oggi nel Nord di Bari (16); esso non è datato, ma pare non risalire ad epoca precedente il secolo XIV.
L’immagine della Vergine, nella zona da tempo abbandonata, fu scoperta il 10 Marzo del 1576. Per la nuova devozione mariana della popolazione per la Madonna col Bambino in grembo, si costituì nell’anno successivo una Confraternita per la cura del culto nella grotta; ed ebbe così, inizio la costruzione di una chiesa. Seguì subito l’insediamento dei Benedettini Cassinesi dei Santi Severino e Sossio di Napoli con la Bolla di Gregorio XII del 1580 (17). I Benedettini continuarono poi la fabbrica con il prospetto di una grande Chiesa a tre navate, che la bibliografia attribuirà poi, acriticamente, all’architetto Cosimo Fanzago, Bergamasco (18). Lo splendido soffitto a cassettoni della Basilica reca la data del 1633 (vedi tav. fuori testo).
Il monastero che ora affianca la Basilica di Santa Maria dei Miracoli, è il risultato del progetto di un vasto edificio, ancora incompleto nel 1606 (19); l’inferiore parametro murario, a bugnato seicentesco, rimanda però alle eleganti finestre settecentesche ed alle specchiature della facciata; l’interno del chiostro e i pilastri quadrangolari con la serie delle finestre ad arco mistilineo, suggeriscono i pilastri e le finestre del Convento dei Carmelitani di Andria edificato nel settecento: e forse dalle stesse maestranze (20).
L’immenso fabbricato, incombe sulla Piazza San Pio X, anche con una sua grande arcata, che attraversa lo spessore dell’edificio e conduce a una strada che si inoltra nella campagna e porta alla nazionale Andria-Canosa.
L’interno ha strutture disposte su tre piani. Dalle cantine e Oleificio del pianoterra, una grande scalinata, con l’altra a sinistra dell’entrata, conduce agli ampi corridoi, agli ambienti illuminati dalle finestre e ora aule scolastiche, agli uffici, ai dormitori.
I Benedettini occuparono il loro monastero per duecento ventisei anni, sino al Decreto del 13 febbraio 1807, quando Giuseppe Napoleone Bonaparte sedutosi, sul trono dei Borboni, soppresse tutti i monasteri del Regno: il patrimonio dei religiosi, ricchissimo (21), fu allora confiscato e venduto; o concesso alle Università locali (Comuni) come avvenne per il Convento di Santa Maria dei Miracoli.
Cacciati con la forza i Benedettini (*) la notte del 16 Febbraio 1807, il Santuario rimase come un tempio senz’anima, spogliato e derubato degli arredi, chiuso alla pietà della popolazione sino al 6 Ottobre 1838, quando Mons. Giuseppe Cosenza, Vescovo di Andria, affidò l’Abbazia agli Agostiniani Scalzi di Napoli. Ma fu breve la loro permanenza, perché i nuovi dominatori, con il Decreto del 1866, chiudevano i chiostri e li cacciarono dal Convento: quei frati non abbandonavano però il Santuario, rifugiandosi nelle misere abitazioni attigue alla chiesa sino al 1877.
Il Municipio di Andria, aveva offerto intanto, in uso, alla Provincia di Bari con deliberazione del 14 Ottobre 1872, la somma di £ 4.000 annue, per dieci anni, affinché fossero eseguiti i necessari lavori murari di adattamento per poter ospitare la nascente Stazione Agraria nel Convento. La Deputazione Provinciale, il 21 e 22 Aprile del 1877, con una Relazione di Giuseppe Beltrani, discuteva quella proposta e nel successivo 20 giugno 1877 fu solennemente inaugurato ad Andria, un Ospizio Agricolo Umberto I, trasferendovi una parte dell’Ospizio di Giovinazzo.
Nello stesso anno, gli Agostiniani si stabilirono nel nuovo Conventino, poco distante dalla Basilica. Lì tuttora risiedono, utilizzando anche il modesto edificio di più recente costruzione, continuatori dell’ufficio religioso, nell’antica devozione mariana della Città.
(*) I Benedettini possedevano i tenimenti di Lamapaola, Piana-Padule, Lama di Muccia, Buzzecchera, Spineta, Santa Tommasa, il Parco, le Fondare, Monte Guaragnolo, S. Nicola della Guardia, le Chiese Rotonde, oltre a estesissimi territori donati dall’Università impiantati a oliveti, vigneti, mandorleti e seminativi nonché grossi allevamenti di bovini e ovini e annui censi. C.f.r. P.M. FERRIELLO, “Il Vero Tesoro”, Napoli 1937, pag. 39.
[da “L’Istituto Tecnico Agrario Provinciale “Umberto I” — Andria”, di G. Boccardi, tip Zema, Bari, 2004, pp.23-25]
NOTE
(15) G. Di Franco, Di Santa Maria dei Miracoli di Andria, Bari, 1606. È la fonte principale dell’insediamento religioso e del Santuario, a cui attinge la bibliografia locale.
(16) A. Venditti, Architettura bizantina nell’Italia Meridionale, I, pag. 326, Napoli, 1967.
(17) G. Di Franco, Di Santa Maria dei Miracoli di Andria, cit., e E. Merra, La Madonna dei Miracoli di Andria, in Monografie Andriesi, vol. II, pag. 312, Bologna, Mareggiani, 1906.
(18) E. Merra, op. cit., pag. 314.
(19) Pacichelli, Memorie novelle di viaggi per l’Europa cristiana, Napoli, 1690, p.II, pag. 53: “Il tempio è grande, luminoso, circondato fuori da botteghe di fabbrica per la fiera ... vidi il monastero che si perfezionava in alcune camere”.
(20) V. Cazzato, M. Fagiolo, M. Pasculli Ferrara, Atlante del barocco in Italia, Terra di Bari e Capitanata, pag. 300, Roma 1996.
(21) E. Merra, op. cit., pag. 420.