[Panoramica d'insieme della Colonia Agricola - Scuola Pratica di Agricoltura, inizi Novecento]
di Giuseppe Boccardi
Sommario: — La nuova struttura di beneficenza — La nomina dei direttori Tranchina e Bertini.
La Deputazione Provinciale, venuta in possesso del Convento, aveva iniziato i lavori per adattarlo alla nuova destinazione. Ma, nel mettere le mani sulle vecchie fabbriche, sorsero impreviste difficoltà nella esecuzione, che avanzava a stento; e nel 1876 esse non erano ancora ultimate.
La Deputazione Provinciale comunque, in quelle lungaggini, di comune accordo con l’Ospizio di Giovinazzo, distaccò quarantaquattro giovani dai trecento che erano nell’Ospizio, scelti tra i più adulti e più sani mandandoli a piedi, accompagnati dalla fanfara, nel Convento della Madonna dei Miracoli. Era il 20 giugno dell’anno 1877: sotto il titolo “Ospizio Agricolo Umberto I di Andria” l’inaugurazione si effettuò, con discorsi e brindisi augurali e come nuova struttura di beneficenza (22). Contemporaneamente la Deputazione destinò sessanta ettari dai latifondi acquistati, per creare un’azienda sperimentale.
Dall’inizio l’Ospizio cominciò a funzionare nella confusione, senza un programma ben determinato di una mente direttiva, così che, il 1° Maggio 1879, la Commissione Amministrativa del Reale Ospizio Vittorio Emanuele di Giovinazzo, affermava, attraverso il suo Presidente Cav. Fabrizio Rossi, che il nuovo Ospizio Agricolo “viveva una vita che si estingueva per anemia, perché nato non vitale” (23).
Era approdata a quella infelice prova iniziale dell’Ospizio la nomina di due direttori: per la direzione tecnica l’uno, e per la disciplina l’altro. E l’incompatibilità o la rivalità, crearono duri contrasti. L’avvicendarsi inoltre, in pochi anni, di amministrazioni e direzioni diverse, frustrarono le speranze e i desideri della Deputazione Provinciale. Si discusse perciò nel 1880 il nuovo Statuto Organico dell’Ospizio. Esso all’art. 7 prevedeva allora un responsabile unico nella persona del Direttore di tutto l’Ospizio Agricolo, mentre nel precedente regolamento “era al Consiglio di Amministrazione affidato interamente il governo e la responsabilità dei coloni” (24).
Tale malaugurata situazione si era protratta fino al 1881, quando la Deputazione provinciale, delusa, mentre stava per deliberare la chiusura dell’Ospizio Agricolo, ricorse a un ultimo tentativo, bandendo un concorso per titoli fra i professori agronomi (25). Nel 1882 fu affidato il governo dell’Istituto al Deputato Provinciale Comm. On. Riccardo Ottavio Spagnoletti di Andria, il quale si impegnò a sanare la situazione.
[Edificio principale della colonia agricola.]
Trentatré professori agronomi parteciparono al concorso e la commissione giudicatrice presentava alla Deputazione provinciale nella tornata del 20 giugno 1882, la graduatoria dei vincitori nelle persone dei Professori: Domenico Carolla Tranchina, Guido Bertini e Falqui Giuseppe. La nomina a Direttore dell’Ospizio Agricolo venne conferita dalla Deputazione Provinciale al Prof. Domenico Carolla Tranchina per un periodo di quattro anni, ponendolo alla dipendenza di una commissione amministrativa di cui lo stesso Riccardo Ottavio Spagnoletti era Presidente (26). Il Carolla, Professore valente, diresse l’Ospizio solo per otto mesi dimettendosi per sopravvenute circostanze. La Deputazione provinciale, su proposta del presidente Spagnoletti, nominò il Prof. Guido Bertini, di Prato, con incarico annuale a decorrere dal 27 settembre 1883 (27).
Nel 1884 fino al 1885 venne eletto Presidente f.f. il Sig. Accolti-Gil Egidio. Dal 28-III-1885 al 9-XI-1886, il Consiglio Direttivo fu presieduto dall’Avv. Mirenghi Michele.
[da “L’Istituto Tecnico Agrario Provinciale “Umberto I” — Andria”, di G. Boccardi, tip Zema, Bari, 2004, pp.27-28]
NOTE
(22) R.D.C., III, delibera 21 febbraio 1895, pag. 51.
(23) Confronta: Archivio Storico Provinciali di Bari, Assistenza e Beneficienza.
(24) R.D.C., III, del 3 marzo 1895, pag. 1.
(25) R.D.C., III, Relazione storica economica, del 21 febbraio 1895, pag. 51.
(26) R.D.C., III, del 21 febbraio 1895, pagg. 52-53.
(27) R.D.C., III, del 21 febbraio 1895, pag. 53.