[Panoramica d'insieme della Colonia Agricola - Scuola Pratica di Agricoltura, inizi Novecento]
di Giuseppe Boccardi
Sommario: — Pareggiamento nel 1903 della Scuola Agraria — Cessione alla Colonia Agricola dell’area abbandonata al lato sud della scuola da parte del Comune di Andria — La Regia Stazione Centrale di Roma assegna la Stazione Meteorologico-Pluviometrica — Pubblicazione del “Bollettino annuale della Colonia Agricola” — Pensionamento del Direttore Bertini e assunzione provvisoria del Prof. Michele Sinisi — La prima Festa degli Alberi — Modifiche allo Statuto della Colonia — Provincializzazione della strada comunale Andria-Colonia Agricola — Difficoltà economiche durante la prima guerra mondiale — Caduta sui campi di battaglia di cinque ex allievi della Colonia — Invasione di 150 operai avventizi all’Azienda Papparicotta — Acquisto del Podere Agresti — Proposta di trasformazione della Scuola Agraria in Ente Autonomo — Proposta di un Consorzio con la partecipazione del Comune di Andria, Provincia e dello Stato — Dimissioni del Direttore Vivarelli e nomina provvisoria del Prof. Michele Sinisi.
Il Consiglio di Amministrazione, presieduto dall’onorevole Comm. Nicola Melodia, studiò a fondo le cause che ritardavano lo sviluppo della Colonia Agricola. Dopo lunghe discussioni sui progetti di trasformazione, il Consiglio, con il parere favorevole del Direttore, all’unanimità deliberò la creazione della Scuola Agraria Teorico-Pratica, in aggiunta a quella della Colonia Agricola (35)
L’impostazione delle due scuole era orientata: la prima verso la preparazione pratica dell’agricoltura, limitando quella teorica alle cognizioni già impartite dalla scuola elementare, mentre l’altra con la prevalenza della preparazione scientifica comportava lo studio dell’Agraria, delle Scienze naturali e delle materie affini, con la pratica adeguata. Ciò comportava la revisione dello statuto della Colonia, con le modifiche necessarie nella stessa istituzione (36).
[Raccolta delle olive da parte degli alunni dell'uliveto di Paparicotta]
Nella Colonia la pratica era prevalente: gli alunni dovevano risiedere a Papparicotta per le esercitazioni e per partecipare ai lavori della terra e sulle piante nonché al governo degli animali: e ciò, soprattutto, per affezionarli alla terra e alle sue produzioni. Era necessario, per questo, realizzare il progetto statutario di avvicinare i sessanta allievi a un podere, come era previsto fin dalla fondazione (37).
Per la nascente scuola, occorreva ora acquistare un terreno di minore estensione e nelle vicinanze stesse della sede, per le pratiche esercitazioni.
La scuola agraria, con lo scopo di perfezionare gli studi delle materie agronomiche, era aperta agli alunni della Colonia in possesso di attitudini per proseguire gli studi. In tal modo le due istituzioni, con la guida di un’unica direzione, si integravano, senza i lamentati inconvenienti.
Altro problema per la Deputazione era quello economico-finanziario. Per la sua autosufficienza economica, prevista dallo statuto, si contò sugli introiti dell’azienda agricola, gestita da sessanta allievi ivi residenti.
Nella Scuola Agraria, i quaranta alunni a pagamento, provenienti da famiglie agiate di agricoltori, avrebbero contribuito al finanziamento della stessa scuola; e venivano utilizzati per lo stesso scopo tutti gli impianti già esistenti per la produzione dei vini, dell’olio e dei formaggi oltre ai gabinetti scientifici e ai laboratori. (38)
Le suddette considerazioni e la trasformazione dell’Ospizio in Colonia Agricola incoraggiarono il Consiglio direttivo a sviluppare l’istruzione tecnico-pratica dell’agricoltura istituendo nel 1893 la Scuola Tecnico-Pratica di Agricoltura Privata.
[Alunni adibiti alla raccolta delle mandorle a Papparicotta]
Il 13-II-1894 venne eletto il nuovo presidente l’Avv. Giovanni Ceci.
La Scuola Agraria ebbe subito un avvio favorevole e già nel 1895 contava tre corsi, frequentati da 23 alunni, ai quali si impartivano gli stessi insegnamenti delle migliori Scuole Pratiche Governative di Agricoltura; e quella di Andria impostava gli insegnamenti in quattro anni invece che in tre, come avveniva nelle scuole governative. (39)
Ai ventitré alunni della Scuola Agraria si aggiungevano altri sessantuno trovatelli e orfani della Scuola Elementare.
Nell’anno 1896 i primi alunni della nuova Scuola Agraria non riconosciuta dal Ministero sostennero l’esame di diploma presso la Regia Scuola Tecnica Governativa di Cerignola. (40) I reali progressi apportati con paziente lavoro, specialmente per l’opera diligente e lungimirante del Consiglio di Amministrazione (presieduto dal senatore Nicola Melodia e del Direttore Bertini), riuscirono a porre l’istituzione tra le migliori Scuole pratiche di Agricoltura del nostro Paese, anche se operante in condizioni economiche sfavorevoli. (41) Il buon nome che essa, rapidamente, andava prendendo in Terra di Bari e fuori, spinse l’Amministrazione a chiedere il pareggiamento della Scuola Agraria.
Dopo diverse ispezioni da parte del competente Ministero dell’Agricoltura da cui dipendeva l’istruzione Agraria, constatato il buon ordinamento tecnologico e sviluppo delle principali industrie della regione pugliese, nel 1903, la Scuola Agraria veniva pareggiata, cioè equiparata, a tutti gli effetti, alle Regie Scuole Pratiche di Agricoltura. (42)
Con il pareggiamento il Ministero invitava la Deputazione all’acquisto di un podere nelle vicinanze della scuola, d’estensione non inferiore a venti ettari: ciò per superare l’ostacolo della lontananza dell’Azienda Papparicotta.
È doveroso ricordare l’attività intelligente del Presidente del Consiglio Direttivo, On. Nicola Melodia e, in particolare, quella del Direttore Prof. Bertini per aver portato l’umile Colonia Agricola ad una Scuola Tecnica Pareggiata degna della Terra di Bari.
Si dovettero affrontare allora molte difficoltà, specie quelle finanziarie, che la Provincia incontrava nella nuova trasformazione.
[Area abbandonata ai lati Sud ed Est della Scuola ceduta dal Comune di Andria]
Nello stesso anno il Comune di Andria, presieduto dal Comm. Dott. Michele Marchio, accogliendo la richiesta fatta dal Direttore, accordava alla Colonia Agricola l’area abbandonata sul lato Est e Sud della sede della scuola di m² 3589, con deliberazione consigliare n. 27 del 20 febbraio 1903 “A condizione che, ove mai fosse tolta la colonia, cosa che tutti si augurano non avvenga, ritorni al Comune, così come l’intero edificio”. (43)
Tale terreno si rivelava molto utile alla Colonia, per salvaguardare l’edificio dell’Istituto con la costruzione di un muro di recinzione e utilizzando il terreno per la coltivazione di frutteto e gelseto da parte degli alunni della scuola agraria nascente. Nonostante il rifiuto della Provincia a concorrere alla spesa, veniva costruito, con £ 2124,96, il muro di cinta lungo le aree abbandonate e acquisite gratuitamente dalla Provincia.
Nello stesso anno, il primo maggio, alla Colonia Agricola veniva assegnata la stazione Meteorologica Termo-Pluviometrica dalla Regia Stazione Centrale di Roma, con la fornitura dei relativi strumenti e gli stampati. La Stazione doveva trasmettere i dati all’Osservatorio della Provincia di Bari e alla centrale di Roma, che si impegnava a trasformarla in Osservatorio agrario. (44)
Gravò la situazione finanziaria della Colonia, (nel 1905), una violenta grandinata, del mese di Agosto, che distrusse i prodotti dell’azienda. Una crisi finanziaria colpì tutta l’agricoltura in modo preoccupante, sia per l’aumento del costo della manodopera, sia per il ribasso dei prezzi dei prodotti agricoli.
Anche la Colonia Agricola fu colpita dalla crisi, per cui si rese necessario chiedere acconti alla Deputazione Provinciale sul contributo annuale che dal 1890 era di £ 60.993, da utilizzare per il mantenimento degli orfani. La situazione si protrasse per circa cinque anni.
Nel 1906, a seguito della legge Orlando venne istituita la sesta classe elementare, detta Corso Popolare con indirizzo agrario. Pertanto funzionavano, presso la Colonia Agricola: cinque classi elementari, il Corso Popolare e la Scuola Teorico-Pratica.
Si iniziò in quell’anno la pubblicazione del “Bollettino Annuale” della Colonia Agricola Provinciale Umberto I - Scuola pratica di Agricoltura Pareggiata, in sostituzione della pubblicazione mensile edita dal 1 Gennaio 1905.
Ideatore finanziatore e Direttore del Bollettino fu il prof. Guido Bertini, con la collaborazione dei professori della scuola, specialmente del prof. Michele Sinisi, i quali prestavano gratuitamente la loro opera e senza alcun sussidio da parte del Consiglio Direttivo e della Deputazione Provinciale. La pubblicazione del bollettino era finanziata dalle quote di lire 2,50 annue, di centinaia di abbonati. La Colonia dava £ 150 annue al Bollettino per sessanta abbonamenti, che mandava, gratuitamente, ai sessanta Consiglieri Provinciali come da deliberazione dell’otto Novembre 1906.
Gli articoli pubblicati riguardavano problemi meridionali, industrie agrarie e l’insegnamento agrario, la zootecnia, gli argomenti di carattere generale, note pratiche, notizie varie, riviste della stampa agraria, risposte a quesiti dei lettori, piccola posta, libri ricevuti, recensioni e riportavano infine i dati mensili della stazione Termo-Pluviometrica.
Mentre si cercava di superare la crisi agricola, il Consiglio Direttivo proseguiva, con impegno, alla progettazione di attività e opere indispensabili alla vita della scuola; si progettò così lo statuto per i dipendenti, la trasformazione dell’illuminazione da quella a petrolio ad elettrica o ad acetilene, il collegamento telefonico con l’azienda Papparicotta e l’acquisto del terreno nelle vicinanze della scuola.
Fin dal 1907 fosche nubi si affacciarono alla vita tranquilla e laboriosa della istituzione. Nell’Ottobre dello stesso anno la Deputazione Provinciale pretese di fondere il Bollettino della Colonia con la rivista La Propaganda Agraria della Cattedra Ambulante di Bari. Il Direttore Bertini si dichiarò contrario alla richiesta, giustificando che il Bollettino non era pubblicato a spese dell’Amministrazione della Colonia. Inoltre faceva osservare che, accettando la richiesta, la Colonia perdeva la propria specifica autonomia di farsi conoscere nella provincia di Bari, nella Puglia e in Italia. La richiesta fatta dalla Deputazione e dal Direttore della Cattedra Ambulante mirava ad accentrare a Bari la redazione della rivista di Andria. Il Consilio Direttivo, ritenuti validi i motivi esposti dal Direttore, deliberò di conservare la funzione originaria della pubblicazione andriese. (46)
Nell’anno 1908 si ebbe un maggiore disagio nella Colonia per una richiesta, da parte del Ministero dell’Agricoltura, di esonero dal servizio per il Direttore prof. Bertini, per affidargli la direzione dell’azienda agraria annessa all’Istituto Agrario Superiore di Perugia. La richiesta del Ministero onorava il Direttore e la Colonia, ma si rivelava molto grave per la normale attività della scuola di Andria.
La Deputazione Provinciale, a quella proposta, invitò il Consiglio Direttivo a deliberare in merito. Dopo un lungo dibattito su quella delicata novità si decise, all’unanimità, di concedere al prof. Bertini il permesso di circa tre mesi, facendolo sostituire dal prof. Michele Sinisi, insegnante di Scienze Naturali, che si era offerto di prestare la sua opera, nel compito provvisorio e senza compenso.
La delibera venne trasmessa alla Deputazione Provinciale per la definitiva approvazione. Ma, contrariamente a quanto si pensava, la Deputazione, subito dopo, negava il permesso. Intanto la situazione della scuola si aggravò ulteriormente quando, l’Otto giugno 1908, il direttore Bertini, dopo venticinque anni di servizio, chiese il collocamento a riposo per grave malattia agli occhi, allegando tre certificati di medici delle cliniche oftalmiche di Napoli, Firenze e Bari.
Le reiterate insistenze fatte da tutto il Consilio Direttivo e dalla Deputazione Provinciale, costrinsero al ritiro della domanda di pensionamento da parte del Prof. Bertini che accettava però una direzione provvisoria dell’Istituto.
Con il pareggiamento della scuola, altri orizzonti si affacciarono al Direttore Bertini, il quale approntò uno studio sulla regificazione della Colonia Agricola, considerandone il vantaggio economico e morale per la Provincia di Bari. (47)
Nella tornata N° 67 del 22 Aprile il Consigliere Dott. Raffaele Sgarra esprimeva “rincrescimento per vedere assenti tre colleghi del Consiglio per l’importanza degli argomenti da trattare tra cui quello della Regificazione della Colonia; e specie perché per una certa corrente di prevenzione ostile che da qualche tempo molto ingiustamente si và formando verso la Colonia medesima”.
In data 1° giugno 1909, il Consiglio Direttivo, in una sala della Deputazione Provinciale, si riunì, sotto la vice presidenza del cav. Avv. Riccardo Ceci e all’unanimità deliberò favorevolmente la proposta di Regificazione della scuola. (48)
Si chiesero al Ministero competente i seguenti chiarimenti circa:
La Deputazione Provinciale fece sua la proposta di Regificazione della Colonia e con delibera n. 97 del 4 giugno 1909 propose la Regificazione della scuola Pareggiata. (50)
Nella seduta del 29 Ottobre 1909 tenutasi presso la Deputazione Provinciale alla presenza del Presidente Comm. Mallardi e del deputato della Provincia Avv. Oliva che fu relatore alla Deputazione dei vari bisogni della Colonia, il Consigliere Ceci chiese allo stesso relatore Avv. Oliva notizie sul motivo che ostacolava l’approvazione della delibera consigliare inviata sei mesi prima alla Provincia.
Il relatore Avv. Oliva rispose che la causa del ritardo si doveva attribuire al fatto che la Regificazione della Colonia si presentava sotto un aspetto assai complesso: specialmente dal lato economico e per il modo con cui potesse “l’Istituzione soddisfare in pari tempo ad una applicazione bene intesa del principio di beneficenza per il quale fu in origine fondata”. (51)
Violenta fu l’opposizione dei Deputati Provinciali e dei cittadini, contrari alla Regificazione. Le pressioni e i malumori dei componenti della Deputazione Provinciale e le minacce di dimissioni di alcuni Consiglieri del Direttivo dell’Istituto furono tali da far congelare l’iniziativa.
Nello stesso anno 1909 furono accolti dieci orfani provenienti dalla Sicilia e Calabria, dopo il disastroso terremoto di Messina, che aveva colpito quelle regioni. Anche in quell’anno, per l’aggravarsi della infermità agli occhi del Prof. Bertini (che lo compilava e dirigeva), cessava la pubblicazione del Bollettino dell’Istituto, Rivista che aveva avuto un compito utile e importante per la vitalità della Istituzione.
Il Consiglio Direttivo, riconoscendo i motivi prospettati dal Direttore Bertini, lo invitava a continuare l’opera di direzione della Pubblicazione, almeno per un anno. Ma nell’anno stesso, a ottobre, per il peggioramento delle sue condizioni di salute, il Bertini rinnovò la domanda di giugno del suo collocamento in pensione. La Deputazione Provinciale, accogliendo la domanda, nella tornata del 21 Dicembre 1909 deliberò il collocamento a riposo con decorrenza dal primo gennaio 1910.
Il Consiglio Direttivo, ne prese atto con vivo rincrescimento, manifestando al Direttore elogi e ringraziamenti per le acquisite benemerenze e l’impegno generosamente offerto per l’Istituzione, tali da farlo ritenere il vero “fondatore della Colonia”. (52)
La lettera del 23 febbraio successivo della Deputazione Provinciale comunicò al Presidente del Consiglio Direttivo di aver deliberato l’affidamento della reggenza della Direzione dell’Istituto al Prof. Michele Sinisi per la scuola, e a1 Dott. Gaetano Briganti, direttore della Cattedra Ambulante dell’Agricoltura della Provincia di Bari, quella amministrativa dell’azienda agraria. (53)
I due Direttori presero così servizio il 14 Marzo; già il 15 Aprile essi presentarono al Consiglio Direttivo rispettivamente una proposta di modifiche all’azienda agraria e all’indirizzo didattico della scuola. Una sottocommissione costituita dai Consiglieri Riccardo Ceci, Antonio Fenicia e Arcangelo Cafiero, venne nominata per l’esame delle proposte dei due Direttori.
Vennero discusse per prime quelle del Direttore amministrativo sull’indirizzo da dare all’azienda agraria, rimandando l’esame del progetto della scuola ad altra data, dopo la nomina del nuovo Direttore titolare.
Il podere Papparicotta era costituito dai seguenti appezzamenti:
coltivazione | ettari |
---|---|
TOTALE | 96.04.51 |
mandorleto-vigneto | 5.00.00 |
mandorleto consociato a piante erbacee | 20.00.00 |
oliveto-vigneto | 14.50.00 |
vigneto specializzato | 5.00.00 |
frutteto e orto | 1.00.00 |
coltivazioni erbacee su terreno nudo | 12.50.00 |
pascolo e tare: (strade poderali, fabbricati, cortili) | 38.04.50 |
Le proposte approvate prevedevano l’estirpazione della vite consociata a mandorleto, lo svellimento se consociata agli olivi, e la sua sostituzione con mandorli al centro degli interfilari; l’impianto di olivi, mandorli e piante da frutto nell’appezzamento a vigneto specializzato; l’utilizzazione del frutteto associato a coltivazioni di ortaggi per semi; l’impianto, nel terreno nudo, di un frutteto in consociazione con l’orto; la coltivazione, inoltre, del tabacco in rotazione col grano; lo sviluppo maggiore dell’attività di giardinaggio e l’acquisto di vitelli da ingrasso. (54)
Il 29 Dicembre dello stesso anno il Dott. Briganti abbandonò l’incarico di Direttore amministrativo dell’azienda, per assumere la Direzione della Cattedra Ambulante di Agricoltura della provincia di Salerno. Il Prof. Michele Sinisi, già Direttore della scuola, assunse provvisoriamente il posto vacante. (55)
Il Consigliere Cafiero portò a conoscenza del Consiglio Direttivo che il Direttore Guido Bertini aveva fatto ricorso al Consiglio di Stato avverso il deliberato della Deputazione Provinciale per la pensione liquidatagli. Il Consiglio Direttivo ritenne il fatto poco decoroso per la Deputazione Provinciale, trattandosi di un suo impiegato che, per tanti anni, aveva reso importanti servizi; raccomandava perciò che la Provincia venisse ad un accomodamento. (56)
Nella stessa data, anche il Senatore Melodia lasciò la Presidenza del Consiglio Direttivo per gli impegni del Senato che, costringendolo a Roma, non gli consentivano di presenziare le riunioni del Consiglio della Colonia. Molte sedute erano state tenute, per questo, dal vice Presidente Avv. Riccardo Ceci fu Consalvo ed in assenza di quest’ultimo da vari Consiglieri anziani, come il Comm. Arcangelo Cafiero e il Cav. Ottavio Spagnoletti. Nonostante l’assenza del Senatore, egli veniva ugualmente tenuto aggiornato dei lavori; dei problemi da risolvere, quasi sempre riusciva a superare gli ostacoli. La provata competenza del Melodia in tutti i campi, dalla scuola all’agricoltura e all’amministrazione, lo rendevano indispensabile alla vita dell’Istituzione. L’onestà, l’intelligenza e l’abnegazione, assunsero un ruolo tutto particolare per il progresso della Colonia. (57)
Il nuovo Presidente, eletto il 1° Gennaio 1910 fu il Senatore Avv. Nicola Vischi dal 10-II-1912 fino all’8-III-1914.
Consapevole dell’importanza della Colonia Agricola e dell’enorme responsabilità che assumeva e per il timore di non poter rispondere appieno alle esigenze dell’istituzione, chiedeva di essere esonerato da tale carica. Ma nel febbraio 1912, per le insistenze della Deputazione Provinciale e del Direttivo, egli dovette accettare la carica di Presidente, contando nell’aiuto di tutti, e in particolare della preziosa collaborazione del vice Presidente Cav. Riccardo Ceci. (58)
Fin dalla prima riunione consigliare si affacciarono i molti e urgenti problemi; fra questi la mancanza del Direttore titolare, le modifiche da apportare all’azienda agraria e il nuovo progetto della scuola. Per interessamento del Presidente Vischi, la Deputazione Provinciale, in data 1° Marzo 1912, bandì il concorso per Direttore dell’Istituto, chiamando l’onorevole Vischi e il Consigliere Ceci a far parte della Commissione giudicatrice. (59)
In quell’anno la scuola ottenne una menzione di benemerenza dalla Federazione italiana Pro Montibus per l’organizzazione della prima festa degli alberi, celebrata 1’11 novembre 1911 con la piantagione di 150 piante boschive nel pascolo, a Papparicotta. (60)
Non venne tralasciata alcuna iniziativa utile all’agricoltura come la partecipazione al concorso bandito dalla R. Stazione Bacologica per l’alleva-mento del baco da seta in capannoni (tilimbar) all’aperto, che ottenne un premio di £ 150,25. (61)
Nel marzo 1913 venne nominato il Prof. Luigi Vivarelli alla Direzione unica della Colonia Agricola. (62)
Si iniziò subito l’esame dei problemi più urgenti, per la riforma della Colonia, alla luce della relazione del Dott. Briganti, già discussa ed approvata.
La sottocommissione, costituita dai Consiglieri Riccardo Ceci, Antonio Fenicia, Arcangelo Cafiero, incaricata dello studio di riordinamento generale della Colonia, con la presenza del Dott. Michele Marchio in sostituzione dell’Onorevole Riccardo Ceci dimissionario, si riunì più volte per discutere la relazione del nuovo Direttore, Prof. Vivarelli. All’esame della struttura della Colonia Agricola e dell’annessa Scuola Pratica di Agricoltura, risultò che il suo organismo didattico ed economico non funzionava come nel programma. Maggiore inconveniente si rivelava la distanza fra la sede dell’Istituto e l’azienda Papparicotta.
Si aggiungeva il problema dell’ammissione degli orfani privi di istruzione e spesso anche di quelli di prima elementare, che obbligava, con l’aggravio della spesa a mantenere le classi del corso inferiore delle Scuole elementari, nonostante la deliberata loro soppressione fin dal 1891.
Dopo l’ampia discussione nella riunione consigliare del 24 settembre 1913, si contò sulle modifiche seguenti:
Tali proposte deliberate all’unanimità nella riunione del 1913, vennero inviate alla Deputazione Provinciale per la definitiva approvazione. Ma mentre tutto procedeva regolarmente per la realizzazione di quanto era stato definito, pochi mesi dopo, il 9 marzo 1914, moriva a Napoli, il Presidente Sen. Vischi. Di tenace volontà, oculato amministratore, e quanto mai onesto; non poté presentare alla Deputazione Provinciale il piano del nuovo assetto dell’Istituzione, che amorevolmente egli aveva presieduto, studiandone gli aspetti e le esigenze del tempo. (64)
[Autocarro per servizio trasporti]
Subentrò alla presidenza il Consigliere Comm. Arcangelo Cafiero, quale vicario dell’Amministratore deceduto. Nello stesso anno la Deputazione Provinciale, per richiesta del Sindaco di Andria, provincializzò la strada comunale Andria-Colonia Agricola, oggi divenuta Via Santa Maria dei Miracoli. (65)
Con l’inizio del 1915 la Deputazione Provinciale nominò Presidente del Consiglio Direttivo il dott. Antonio Fenicia, il quale s’impegnò di proseguire il progetto di riforma della Colonia, studiato e approvato dall’Amministrazione Vischi.
Problema da risolvere, il nuovo Regolamento della Colonia. Un’apposita Commissione formata dallo stesso Presidente dott. Antonio Fenicia, dal comm. Arcangelo Cafiero e dall’avvocato Pasquale Porro, fu nominata il 5 Gennaio per lo studio delle modifiche generali dell’Istituto e da sottoporre all’approvazione della Deputazione Provinciale.
Intanto con il conflitto europeo, la vita dell’Istituto divenne difficile a causa degli aumenti subiti dai viveri e dalla difficoltà di forniture indispensabili alle necessità di circa 80 persone.
Per non chiudere l’Istituto, il Consiglio Direttivo fu costretto a chiedere sussidi straordinari alla Provincia e ad adottare i provvedimenti necessari per fronteggiare, nei modi allora possibili, il regolare funzionamento della scuola e la conduzione del podere. (66)
Con delibera N°12 del 24 maggio 1915, il Consiglio Didattico della Colonia dovette chiudere l’anno scolastico 1914-15 i131 maggio, anche in conformità alle disposizioni dei Ministeri della Pubblica Istruzione e dell’Agricoltura. Gli alunni che avevano riportato una media di sei decimi in tutte le materie, promossi e trasferiti nel fabbricato di Papparicotta furono adibiti alla raccolta e prima manipolazione dei prodotti. (67)
Nel 1916 risultavano richiamati in servizio militari cinque impiegati:
il Dott. Prof. Michele Sinisi Insegnante
il Dott. Prof. Paolo Cicco Insegnante
il Prof. Ettore Tatulli Insegnante
il Cav. Silvano Fasoli Cassiere
il Sig. Vito Camposeo Casaro
Ad aggravare ulteriormente la già difficile situazione della guerra, sopravvenne una grave crisi economica, che non si ricordava da parecchi decenni. Il 1914 e il 1915 furono anni deleteri per la produzione dei campi: una eccezionale siccità vanificò i redditi delle principali colture agricole. (68)
[Piazzale davanti all'Istituto e podere ex Agresti]
Nel 1917 il dott. Fenicia presentò le dimissioni alla carica di Presidente per impegni di lavoro in Bari, dove si era trasferito. L’Amministrazione continuò a funzionare con il Presidente Vicario della Colonia, l’Avv. Pasquale Porro, sostituito nell’aprile del 1918, dell’Avv. Vitantonio Lamonica.
Nello stesso agosto di quell’anno, le sorelle Maria e Annunziata, eredi del canonico Agresti, di Andria, avanzarono la proposta di vendita del loro fondo rustico, che era ubicato proprio di fronte alla sede della scuola. Il Consiglio Direttivo, convinto della necessità del podere che fosse vicino all’Istituto, ne propose alla Deputazione l’acquisto, previa l’accurata perizia del fondo e i relativi provvedimenti. (69)
La nota 22 dicembre 1917 della Deputazione Provinciale, chiese al Consiglio Direttivo, notizie sulla natura e qualità del fondo rustico degli eredi Agresti. Il Direttore della Scuola, Luigi Vivarelli, venne incaricato della perizia analitica del podere. Il fondo agrario, in contrada Mastrottavio, di fronte all’edificio della Colonia era di circa 4 ettari, di cui 3 ettari coltivati ad oliveto, mandorleto e circa 1,50 a terreno nudo. Per raggiungere l’estensione di almeno 20 ettari, richiesta dal Ministero per una Scuola Agraria Pareggiata, era possibile acquistare altri tre appezzamenti limitrofi di circa 8 ettari, che i proprietari erano disposti a vendere. Per l’ideale ubicazione, indubbiamente favorevole per le finalità della Scuola e l’istruzione pratica dei giovani, per la possibile trasformazione di quei terreni in un podere modello, e anche con una funzione dimostrativa per gli agricoltori, il Consiglio Direttivo, all’unanimità ribadì alla Deputazione l’opportunità dell’acquisto del podere, secondo un progetto tanto discusso e sollecitato fin dal 1903. (70)
Nello stesso anno il comune di Sansevero chiedeva al Consiglio Direttivo di concedere al Direttore Vivarelli l’autorizzazione ad assumere la “consulenza tecnica e l’alta sorveglianza del nascente Istituto Agrario Principe di Sansevero” in quella città. Per la fiducia e la considerazione che veniva data al Vivarelli e alla Colonia Agricola, con il parere favorevole del Presidente della Deputazione Provinciale, si concedeva il richiesto consenso. (71)
Giungevano intanto notizie dolorose dei caduti sui campi di battaglia degli ex allievi che, pronti all’appello della Patria in armi avevano lasciato la scuola.
L’Istituto, a ricordo dei suoi alunni: BRUDAGLIO GIACINTO di Nicolantonio, disperso in Russia; CAMPOSEO IGNAZIO di Vito, disperso in Russia; DE FEUDIS FRANCESCO di Vincenzo, caduto sul fronte greco; FIORE SALVATORE di Alfonso, caduto in Sicilia; SUAVO BULZIS VIRTO di Pietro, caduto sulle Alpi, li ricordava con una lapide murata nella scala di accesso alla Scuola (vedi tavola fuori testo). La Deputazione Provinciale prese iniziative diverse per alleviare i disagi del gran numero dei militari, dei mutilati, degli orfani. In accordo con l’Opera Nazionale degli Orfani dei contadini morti in guerra o resi permanentemente invalidi al lavoro, si accolsero gratuitamente 12 orfani della Provincia di Bari. (72) Diverse Borse di Studio per gli orfani meritevoli si ottennero dal Ministero. Si progettò il frazionamento di alcuni poderi di Papparicotta per affidarli ai reduci della guerra.
Nonostante il turbolento periodo del dopo guerra, un’alacre ripresa di numerose iniziative migliorò le condizioni dell’Istituzione. Soccorrevano le speciali favorevoli condizioni del Ministero della guerra concesse alle Istituzioni di beneficenza; così si acquistò un camion usato, appartenente al Ministero della guerra, che rese più agevole il trasporto degli alunni e dei prodotti tra l’azienda e l’Istituto. (73)
[Alunni alla raccolta pomidori nell'orto Podere Agresti, 1930]
Della partecipazione con successo a mostre e concorsi in Italia e all’estero, si conserva un pregiato medagliere con diplomi italiani e stranieri, che si ammirano, ancora oggi nei corridoi dell’Istituto Agrario (vedi tavola fuori testo).
Nel 1920 il Consiglio Direttivo propose la modifica del nuovo organico (74), chiedendo all’Amministrazione di interessarsi presso il Ministro della Pubblica Istruzione affinché la spesa per l’insegnamento alla scuola elementare venisse assunta dallo Stato, trattandosi di un Istituto di beneficenza. (75) Alla fine di dicembre il Ministro dell’agricoltura, On. Visocchi, prospettò di trasformare l’Istituto Provinciale, con il contributo dello Stato, in Ente Autonomo, con la creazione di un centro d’istruzione per le regioni meridionali, più rispondente allora ai bisogni dell’istruzione agricola.
La Deputazione accettò l’iniziativa del Ministero, ma con la condizione di distinguere le due finalità: una di beneficenza, l’altra di istruzione agraria: la prima con sede a Papparicotta per gli orfani, compresi quelli dei contadini morti in guerra, l’altra con sede nel convento Santa Maria dei Miracoli per i necessari bisogni dell’istruzione Tecnico-Agraria dei figli di piccoli e medi proprietari pugliesi. La Provincia conservava, in tal modo, uno dei suoi più vecchi Istituti di beneficenza, mentre l’Ente Autonomo sorgeva con lo scopo di una Scuola Agraria vera e propria. (76) Il Consiglio Direttivo fece voti, per questo, alla Deputazione di avviare le necessarie trattative per la realizzazione dell’Ente Autonomo, secondo la proposta del Ministro dell’Agricoltura. Il 20 ottobre 1919 la Deputazione Provinciale approvò, finalmente, la nuova riforma organica per tutti i dipendenti della Provincia. Fu necessario allora un Regolamento che fissasse le attribuzioni e definisse le carriere dei singoli impiegati della Colonia Agricola con le corrispondenti condizioni economiche. (77) Per provvedervi, fu nominata la Commissione, composta dal Presidente Avv. Vitantonio Lamonica, dal Dott. Michele Marchio e dal Direttore Vivarelli.
Subentrarono gli anni del dopoguerra, turbolenti e drammatici per la Nazione, con le agitazioni delle classi sociali, spinte specialmente dalla disoccupazione. Con il pretesto di lavori trascurati, 150 operai avventizi invasero il podere Papparicotta, occupandolo, inoperosi, sui terreni già coltivati. La Deputazione Provinciale pagò ugualmente ai disoccupati le giornate lavorative. Un periodico politico di Bari, su segnalazione del corrispondente da Andria, riportò l’accaduto, attaccando il Consiglio Direttivo e il Direttore Vivarelli e alterando la verità evidente sullo stato dei lavori che erano stati già eseguiti. (78) La situazione dell’Istituto si aggravò ulteriormente per il maggiore costo della manodopera ed il forte aumento delle spese per il vitto. I generi alimentari subivano un forte rialzo; l’indennità caroviveri concesso dalla Provincia al personale e gli aumenti di stipendio ai dipendenti, furono le principali cause della grave crisi della Colonia. Per questa situazione, la Deputazione Provinciale aveva già imposto fin dall’anno precedente accorgimenti drastici per ridurre le spese, mentre le nuove esigenze nella Colonia richiedevano radicali trasformazioni.
[Alunni al lavoro nell'orto, 1930]
Più volte i Consigli direttivi avevano chiesto, con accurate relazioni, un generale riassetto della Colonia; ma nessun provvedimento era stato adottato dalla Deputazione Provinciale; l’assegno annuo ordinario di £ 32.800 si era ridotto, dopo 30 anni, a £ 31.131,30 portato a £ 56.000 per gli aumenti di stipendi al personale.
Nella riunione consigliare del 19 novembre 1920, il Presidente Lamonica comunicò al Consiglio la sua decisione di dimettersi dalla carica a seguito dei risultati elettorali e di averlo comunicato alla Deputazione Provinciale. E, solidali, si dimisero anche i Consiglieri. (79)
Presidente della Colonia fu allora, l’anno successivo, l’On. Avv. Cataldo Malcangi, che sin dalla prima riunione consigliare, assicurò tutto il suo interessamento per la riforma della Colonia nel tempo più breve. Alla richiesta del Presidente della Scuola Agraria Francesco Gigante di Alberobello il prof. Michele Sinisi venne autorizzato a recarvisi provvisoriamente per dirigerla.
Per la grave situazione economica che durava da anni, il Consiglio Direttivo propose alla Deputazione Provinciale che l’assegno annuale di £ 36.000 fosse aumentato per garantire da solo il fabbisogno dell’Istituto, mentre le entrate del podere Papparicotta sarebbero state versate alla cassa dell’Amministrazione Provinciale. La produzione non riusciva, da sola, a far fronte alle nuove esigenze specialmente quando, nelle annate sfortunate, obbligava a ricorrere all’Amministrazione Provinciale per ottenere prestiti o anticipazioni.
Con scrittura 3 Marzo 1921, la Deputazione Provinciale acquistò il podere degli eredi del canonico Michele Agresti, che venne destinato a “podere modello dell’Istituto”. Ma non fu possibile entrarne subito in possesso, perché una parte era tenuta in fitto dall’agricoltore Giovanni Lopetuso e l’altra dal mezzadro Francesco Acquaviva, con scadenza sino al 1923. (80)
Per superare la crisi economica, a Papparicotta si iniziarono gli impianti dei vigneti che la fillossera aveva distrutti e del mandorleto. L’acquisto di alcuni capi bovini da latte incrementò l’allevamento del bestiame; si creò anche un osservatorio apistico; furono migliorate le industrie. Ebbe inizio la costruzione dei locali indispensabili per il trasferimento degli allievi della Colonia a Papparicotta.
Contemporaneamente si svolsero Corsi Professionali tecnico-pratici di zootecnia e di caseificio, di Legislazione Rurale per agricoltori. Furono acquistate macchine agricole e il materiale scientifico della soppressa R. Scuola di Olivicoltura di Bari, con altre macchine agricole. Per l’esecuzione di queste operazioni, si ricorse soprattutto al Credito Agrario.
Intanto il Consiglio Direttivo, per il protrarsi della creazione dell’Ente Autonomo a causa del mancato contributo di £ 30.000 annue, chiesto dal Ministero dell’Agricoltura a quello del Tesoro per il funzionamento dell’Ente, richiamò l’attenzione della Deputazione Provinciale perché intervenisse ufficialmente presso il Ministero dell’Agricoltura e del Tesoro, per rendere attuabile la trasformazione della Scuola Agraria di Andria, dato l’insuccesso dell’Ente Autonomo.
La nota del 7 maggio 1923 del Presidente della Deputazione Provinciale, comunicava al Consiglio Direttivo la proposta del Ministero dell’Agricoltura di costituire un Consorzio per la trasformazione della Scuola Agraria in un Istituto a corso superiore. Secondo il Ministero, dovevano far parte del Consorzio, la Provincia di Bari, il Comune di Andria e lo Stato; quest’ultimo con un proprio contributo annuo, già riportato in bilancio, di £ 20.000 che al netto della nuova tassa di R. Mobile si riduceva a £ 18.000.
Il Consiglio Direttivo insistette presso il Ministero dell’Agricoltura per la nascita del tanto auspicato Consorzio, chiedendo che il contributo dello Stato fosse opportunamente aumentato per le spese sopportate dalla Provincia nel recente acquisto del podere Agresti, delle nuove edificazioni di Papparicotta, secondo il progetto tecnico e finanziario approvato dalla Deputazione Provinciale. (81) Chiedeva infine alla Provincia, nella deliberazione n° 166 del 6 luglio 1923, un sovvenzionamento maggiore perché continuasse a vivere una Istituzione che costituiva un motivo di vanto per la Provincia di Bari. Le maggiori erogazioni venivano richieste anche come segno significativo nei confronti della città di Andria, per gli utili notevoli che la Provincia aveva tratto dalla vendita dei poderi Taverna Vecchia, Papparicotticchio, e di 11 ettari di oliveto a Papparicotta, investendo in cartelle del debito pubblico a totale favore del Bilancio Provinciale.
Intanto, a seguito di nuove disposizioni della riforma Gentile sull’istruzione agraria, il Governo Nazionale con R.D. 30 dicembre 1923 n° 3214 trasformava in Scuola Media Superiore ben 23 vecchie Scuole Pratiche di Agricoltura fra le 34 esistenti in Italia, ma escludendo quella di Andria.
In previsione della trasformazione generale dell’Istituto, il Consiglio Direttivo comprò, nello stesso anno, con un prestito agrario di £ 20.000, una falciatrice, una pigiatrice-diraspatrice “Garolla”, un crivello per trebbiatrice, un torello, un vitello e una vacca da latte.
Il Consiglio Provinciale approvava finalmente, con retroattività dal 1° gennaio 1923, il nuovo Organico per gli Istituti Provinciali compreso quello della Colonia Agricola. Un profondo mutamento era previsto per la compagine del personale di ogni categoria: soppresse alcune classi elementari, riorganizzati i servizi tecnici ed amministrativi, per la nuova legge "Gentile" che prevedeva profonde riforme in tutto l’insegnamento primario e professionale. (82)
In quell’anno si rendeva libero, per fine contratto di locazione, una parte del podere Agresti e s’iniziò subito l’impianto di un frutteto sperimentale e di un vigneto per uve da tavola. La situazione economica intanto migliorava per l’incremento del patrimonio zootecnico, dell’industria casearia, olearia, vinicola e per la coltura dei cereali, in seguito alle selezioni effettuate a Papparicotta.
Alle dimissioni dell’On. Malcangi, la Reale Commissione Straordinaria per la Provincia, in data 10-IX-1924, nominò Presidente della Colonia Agricola l’On. Comm. Riccardo Ceci fu Consalvo, già Consigliere della Colonia fin dal 1913 e che nella prima riunione del Consiglio dichiarò il suo impegno nella risoluzione dei problemi di fondo, essenziali per la vita dell’Istituto e soprattutto nella progettata trasformazione della Colonia Agricola. (83)
Per sollecitare questa richiesta, il Presidente, con alcuni Consiglieri si recò a Roma presso il Sottosegretario di Stato all’Agricoltura On. Serpieri; ma a nulla valsero i motivi prospettati: si ottennero solo promesse e nulla di concreto. Alla stessa sorte approdò l’intervento dello stesso Presidente, On. Riccardo Ceci, presso il nuovo Sottosegretario all’Agricoltura, Prof. Peglion. Il Parlamentare s’interessò poi personalmente presso il Ministero di Economia Nazionale e i due Sottosegretari di Stato prof. Peglion e Panunzio. Anche negativi furono i risultati: il Governo, allora, non intendeva istituire altre Scuole Agrarie Regie, in attesa di un nuovo riordinamento dell’istruzione Tecnica.
La Commissione Reale, dopo la posizione negativa dei Ministri nei confronti del problema della trasformazione della Scuola, nominò una Commissione Speciale per tentarne la soluzione. Dopo aver visitato l’Istituto e l’azienda “Pappariccotta”, la Commissione si recò a Roma presso il Ministro dell’Economia per cercare di risolvere il difficile problema. Ma a nulla valsero le sollecitazioni, perché il Ministro ribadì di non essere più favorevole all’apertura di altre Scuole Medie di Agricoltura. Ultimo tentativo venne fatto dal relatore della Commissione Speciale, Prof. Michele Viterbo, il quale s’incontrò a Roma con personalità del Ministero dell’Economia Nazionale e del Ministero della Pubblica Istruzione. (84) Questi incontri si conclusero con la prospettiva di tre diverse soluzioni: la Provincia di Bari poteva istituire di sua iniziativa in Andria la Scuola Media di Agricoltura con il trasferimento della Colonia Agricola a Papparicotta; in linea subordinata veniva considerata l’istituzione a Bari della facoltà di Agraria, con l’obbligo che il corso di tirocinio del 4° anno venisse svolto interamente ad Andria nell’edificio di Santa Maria dei Miracoli, con l’uso dei poderi Papparicotta e Agresti; la conservazione dell’antico Istituto di Beneficenza e della Scuola Pratica di Agricoltura, con un notevole contributo economico da parte del Ministero dell’Economia Nazionale. Si rimandava così il problema, in attesa di nuove norme per l’istruzione Tecnica (85)
Il Direttore Vivarelli, intanto, 1’11 ottobre dello stesso anno chiedeva un’aspettativa di otto mesi per ragioni di famiglia, con decorrenza dal 1° novembre 1924 (86)
Concessa l’aspettativa al Vivarelli, il Prof. Michele Sinisi, già vice Direttore dell’Istituto e in aspettativa dal 1922 perché incaricato a reggere la Direzione dell’Istituto F. Gigante di Alberobello fino all’espletamento del concorso come richiesto dal Presidente di quella Scuola, venne richiamato in sede per sostituire il Vivarelli. All’aspettativa del Direttore Vivarelli seguirono le sue dimissioni per aver vinto il concorso di Direttore della R. Scuola Media di Agricoltura di Imola (87)
Le condizioni finanziarie dell’Istituto, intanto, erano divenute impossibili per i dissesti degli esercizi precedenti in seguito ai mancati provvedimenti da parte dell’Amministrazione Provinciale e anche per il disinteresse o le assenze dei Consiglieri alle riunioni. Il Presidente On. Ceci presentò le sue dimissioni. E con lui si dimisero tutti i Consiglieri. (88)
Il Presidente della Commissione Reale invitò il Consiglio Direttivo a restare al proprio posto per il disbrigo della semplice amministrazione. Comunicava, inoltre, di aver nominato il Segretario Generale ed il Direttore di ragioneria dell’Amministrazione Provinciale per eseguire un’ispezione sull’Amministrazione precedente. I due funzionari espletarono l’inchiesta in breve tempo, redigendo una relazione sul disavanzo della gestione oggetto dell’ispezione, che ammontava a £ 170.000 e induceva a provvedere agli inventari e a tutte le registrazioni necessarie per l’individuazione degli impiegati e salariati manchevoli. (89)
Il Presidente della Commissione Reale invitava infine tutto il Consiglio Direttivo a ritirare le dimissioni. Dopo un lungo dibattito i Consiglieri ci ripensarono, a condizione che si provvedesse alla completa sistemazione delle finanze della Colonia.
[Antica pressa olearia - Dormitorio alunni fino al 1920]
Dopo l’inchiesta amministrativa-contabile del periodo 1° gennaio 1921 - 30 giugno 1924, il Consiglio Direttivo propose la soppressione del posto di cassiere, per affidare la gestione di cassa a uno degli Istituti Bancari del luogo; assicurava inoltre la Commissione Reale di aver disposto l’esecuzione degl’inventari e l’impianto dei nuovi registri di contabilità per sanare il disavanzo riscontrato dall’inchiesta. (90)
[da “L’Istituto Tecnico Agrario Provinciale “Umberto I” — Andria”, di G. Boccardi, tip Zema, Bari, 2004, pp.35-56]
NOTE
(35) R.D.C., II, del 31 maggio 1889, pag. 81.
(36) R.D.C., III, n° 30 del 23 febbraio 1900, pagg. 236-237.
(37) R.D.C., III, n° 30 del 23 febbraio 1900, pagg. 236-238.
(38) R.D.C., II, Relazione Bertini, del 23 gennaio 1890, pagg. 83-90.
(39) R.D.C., III, n° 8 del 21 febbraio 1895, pag. 55.
(40) R.D.C., III, n° 15 del 30 giugno 1896, pag. 103.
(41) R.D.C., III, n° 8 del 21 febbraio 1895, pag. 55.
(42) R.D.C., IV, del 8 luglio 1903, pag. 42.
(43) Vedi N° 27 del 30 aprile 1903 del Comune di Andria, qui allegata in fotocopia a pag. ........
(44) R.D.C., II, del 12 giugno 1880, pag. 69 e N° 42 del 8 luglio 1903 nel vol. IV del R.D.C., pag. 83.
(45) R.D.C., V, del 4 agosto 1909, pag. 68.
(46) R.D.C., V, N° 73 del 14 agosto 1909, pagg. 69-70.
(47) R.D.C., V, N° 66 del 23 marzo 1909, pag. 24.
(48) R.D.C., V, N° 68 del 1 giugno 1909, pag. 37.
(49) R.D.C., V, N° 68 del 1 giugno 1909, pag. 37.
(50) R.D.C., V, N° 69 del 8 giugno 1909, pag. 38.
(51) R.D.C., V, N° 75 del 29 ottobre 1909, pag. 78.
(52) R.D.C., V, N° 75 del 29 ottobre 1909, pagg. 76-77.
(53) R.D.C., V, N° 80 del 26 febbraio 1910, pag. 97.
(54) R.D.C., V, N° 85 del 15 aprile 1910, pagg. 107-141.
(55) R.D.C., V, N° 93 del 29 dicembre 1910, pag. 158.
(56) R.D.C., V, N° 93 del 29 dicembre 1910, pag. 160.
(57) R.D.C., V, N° 94 del 23 maggio 191q, pag. 169.
(58) R.D.C., VI, N° 97 del 10 febbraio 1912, pag. 15.
(59) R.D.C., VI, N° 98 del 22 marzo 1912, pag. 28.
(60) R.D.C., VI, N° 101 del 21 settembre 1912, pag. 42.
(61) R.D.C., VI, N° 99 del 3 maggio 1912, pag. 34.
(62) R.D.C., VI, N° 103 del 19 marzo 1913, pag. 75.
(63) R.D.C., VI, N° 107 del 24 settembre 1913, pag. 105.
(64) R.D.C., VI, N° 110 del 8 maggio 1914, pag. 125.
(65) R.D.C., VI, N° 110 del 8 maggio 1914, pag. 127.
(66) R.D.C., VI, N° 115 del 26 marzo 1915, pagg. 156-157.
(67) R.D.C., VI, N° 117 del 27 maggio 1915, pag. 159.
(68) R.D.C., VI, N° 118 del 17 agosto 1915, pag. 161.
(69) R.D.C., VI, N° 136 del 25 agosto 1917, pag. 232.
(70) R.D.C., VI, N° 138 del 25 aprili 1918, pagg. 249-250.
(71) R.D.C., VI, N° 136 bis del 27 ottobre 1917, pag. 237.
(72) R.D.C., VI, N° 140 del 8 novembre 1918, pag. 261.
(73) R.D.C., VI, N° 145 del 19 luglio 1919, pag. 279.
(74) R.D.C., VI, N° 149 del 4 marzo 1920, pag. 296.
(75) R.D.C., VI, N° 147 del 3 novembre 1919, pag. 285.
(76) R.D.C., VI, N° 148 del 20 dicembre 1919, pagg. 291-292.
(77) R.D.C., VI, N° 149 del 4 marzo 1920, pag. 296.
(78) R.D.C., VII, N° 150 del 17 aprile 1920, pag. 4.
(79) R.D.C., VII, N° 155 del 17 aprile 1920, pagg. 25-26.
(80) Cfr. Relazione del Direttore Luigi Vivarelli sul periodo 1918-1922, pag. 87-88, G. Favia, Bari 1923.
(81) R.D.C., VII, N° 162 del 24 agosto 1922, pagg. 74-75.
(82) R.D.C., VII, N° 167 del 28 agosto 1923, pag. 102.
(83) R.D.C., VII, N° 173 del 10 settembre 1924, pagg. 125-126.
(84) R.D.C., VII, N° 180 del 6 maggio 1925, pag. 167.
(85) R.D.C., VII, N° 180 del 6 maggio 1925, pagg. 169-170.
(86) R.D.C., VII, N° 176 del 31 gennaio 1925, pag. 141.
(87) R.D.C., VII, N° 181 del 4 luglio 1925, pag. 171.
(88) R.D.C., VII, N° 184 del 26 ottobre 1925, pagg. 177-178.
(89) R.D.C., VII, N° 184 del 26 ottobre 1925, pagg. 178-179.
(90) R.D.C., VII, N° 186 del 10 novembre 1925, pag. 190.