[Panoramica d'insieme della Colonia Agricola - Scuola Pratica di Agricoltura, inizi Novecento]
di Giuseppe Boccardi
Sommario: — Elezione del primo Consiglio Direttivo con gestione autonoma dell’Istituto — Nomina di una Commissione di Tecnici per studiare la possibilità produttiva dell’Azienda — Lavori di dissodamento e impianto di vigneti consociati a olivi — Ritiro delle quattro Suore in servizio presso l’Istituto — Problema della Mancanza di Insegnanti di ruolo — Riorganizzazione della Scuola e del Convitto — Creazione di una biblioteca ad uso esclusivo degli alunni — Acquisto attrezzature per il laboratorio di Chimica — Acquisto di macchine agricole e industriali per i lavori agricoli e per una migliore produzione dei vini, dell’olio e caseari — II Prof. Amedeo Felicetti effettua una minuziosa ispezione per conto del Ministro della Pubblica Istruzione — Deficienza di attrezzature didattiche — Istituzione di un Corso per gli alunni meno preparati — Disagio e disappunto per il Provvedimento adottato dalla Presidenza del Consiglio Provinciale di ritenere il Consiglio Direttivo un organo proponente e non Amministrativo — Richiesta di Statizzazione della Scuola — Lavori a Papparicotta — Corso Permanente Pratico-Teorico per i figli degli assegnatari delle terre espropriati dall’Ente di Riforma — Ripristino del telefono dell’Istituto — Grave spareggio del bilancio consuntivo del 1955 — Relazione del Presidente Prof. Tandoi per fronteggiare il disavanzo e richiesta alla Provincia di un contributo straordinario per pareggiare il bilancio.
La grave crisi della guerra coinvolse tutta la vita e la funzione dell’Istituto di recente realizzato e le conseguenze se ne avvertirono a lungo.
Alla fine del 1944 veniva eletto il primo Consiglio Direttivo. Era composto dall’Avv. Francesco Capacchione Deputato Provinciale, Presidente; Avv. Onofrio Jannuzzi, Dott. Cataldo Losito, Sig. Antonio Magno, Ins. Antonio Regano, Sig. Riccardo Delle Noci, Rag. Michele Rendine, Consiglieri. (130)
Alla prima riunione, il Presidente comunicò che la Deputazione Provinciale aveva deciso di rendere autonoma la gestione dell’Istituto, come era avvenuto per tutti gli Istituti Provinciali. Il nuovo provvedimento comportava un mutamento radicale rispetto alle passate gestioni, per cui era necessario nominare un funzionario per provvedere ora a rendere l’Istituto autonomo e autosufficiente nell’amministrazione, con la compilazione del bilancio preventivo già dall’anno 1945. Il Rag. De Martino, funzionario della Provincia, appo0sitamente incaricato, si affrettò a compiere una verifica, dal 1936 in poi, del funzionamento dell’Istituto (131), presentando una relazione per rendere l’Amministrazione dell’Istituto completamente autonoma. Occorreva creare l’ufficio di ragioneria ed affidare il servizio di Tesoreria al Banco di Napoli; si rese perciò necessaria l’assunzione di un ragioniere, responsabile dell’ufficio e dell’economato. Allo scopo di ridurre le spese per l’autosufficienza dell’Istituto, si chiedeva all’Amministrazione Provinciale la riduzione del numero dei convittori a posto gratuito, riservandolo solo a quegli alunni in possesso del titolo di studio necessario per l’ammissione ai corsi superiori della Scuola. (132)
Nel 1946, per rendere più efficiente l’azienda Papparicotta, il Consiglio direttivo nominò una Commissione di tecnici per studiarne le possibilità produttive, avviando una vera trasformazione dell’azienda. A seguito della relazione della Commissione, seguirono i lavori di dissodamento nella zona del canale e dell’impianto di vigneti, consociati con l’olivo nell’appezzamento del vecchio mandorleto; e vennero effettuati diverse altre operazioni.
Nel 1948, l’Avv. Consigliere Onofrio Iannuzzi prese contatti con il Ministro del Lavoro On. Fanfani, per istituire ad Andria un corso di Qualificazione professionale per disoccupati dei comuni di Andria, Ruvo e Corato. Il corso, nel quale sarebbero stati occupati, per cinque mesi, 230 operai di cui 95 di Andria, 95 di Corato e 40 di Ruvo, doveva allestire un cantiere di rimboschimento della collina dello storico Castel del Monte e creare, così, un luogo di riposo per la cittadinanza e un centro turistico suscettibile di ulteriore sviluppo. Egli proponeva l’Istituto Agrario promotore del corso a condizione di escludere qualsiasi spesa a carico della sua Amministrazione. (133)
Nello stesso anno venne collocato in pensione, per raggiunti limiti di età, il Direttore Michele Sinisi. Egli venne così salutato dal Consiglio Direttivo:
“il Prof Sinisi, Docente di non comune valore e cittadino di rara probità che all’Istituto, come Direttore e come insegnante, dedicò la parte migliore della sua vita, venerato dai discepoli, stimato dai colleghi, apprezzato dall’Amministrazione, il Consiglio rivolge un caldo saluto spiacente di vederlo allontanare dalla scuola mentre essa avrebbe ancora avuto bisogno della sua opera illuminata.” (134)
Nell’agosto del 1948, le quattro suore in servizio presso l’Istituto rientrarono nella Casa Madre, che le ritirava per esigenze interne dell’Ordine. Dopo laboriose ricerche, per interessamento del Vescovo si riuscì ad assumere tre suore dell’ordine delle Mantellate terziario dell’Addolorata.
Problema prospettato e mai risolto dalle precedenti Amministrazioni, era quello della mancanza di insegnanti di ruolo. Tale situazione danneggiava il buon andamento della Scuola, a causa del rinnovamento annuale degli incarichi ai professori. La frequente sostituzione di insegnanti, anche nel corso dell’anno scolastico, apportava un grave disagio didattico, di cui risentiva in particolare l’ultima classe. Le Commissioni Governative per gli esami di abilitazione richiedevano maggiori garanzie nella continuità dell’insegnamento, con la nomina dei titolari delle cattedre.
Il Consiglio Direttivo ritenne inderogabile regolarizzare anche in questo aspetto la serietà della scuola e deliberò il 25 Ottobre 1949, di prospettare, bandire ed espletare, entro l’anno scolastico 1949-50, pubblici concorsi per titoli ed esami per le cattedre principali:
Lettere italiane e Storia;
Agricoltura;
Economia, Estimo rurale, Contabilità agraria ed Elementi di Diritto agrario;
Chimica ed Industrie agrarie;
Topografia, Meccanica agraria e Costruzioni rurali;
Insegnanti tecnico pratici.
I concorsi dovevano seguire le stesse modalità e condizioni stabilite d’intesa con il Provveditorato agli Studi ed approvate dal Superiore Ministero della Pubblica Istruzione. (135)
Nel maggio del 1950 si insediò il nuovo Consiglio Direttivo composto dai signori:
Comm. Donato Rossi, Presidente; Dott. Salvatore Liddo, Dott. Giovanni Bitetto, Avv. Michele Doria, Rag. Michele Rendine, Prof. Riccardo Caricati e Sig. Antonio Magno, Consiglieri. (136)
Primo atto amministrativo fu la richiesta all’Amministrazione Provinciale di acquistare, con il contributo del fondo E.R.P., macchine e attrezzi necessari a Papparicotta ed alle industrie agrarie. (137)
Altri provvedimenti di riorganizzazione della scuola e del convitto furono i criteri da seguire nell’assunzione dei docenti, insegnanti tecnico-pratici e istitutori per l’anno scolastico 1950-51.
Per i Professori le nomine dovevano uniformarsi alle norme vigenti nelle Scuole Governative, escludendo dalla graduatoria le domande di aspiranti senza il possesso del titolo di studio richiesto dalla cattedra da coprire. Il Consiglio riconfermò i docenti e gli insegnanti tecnico-pratici già in servizio, che avevano dato prova di buona preparazione, capacità e diligenza. (138)
Per l’ammissione in convitto vennero stabiliti i seguenti criteri:
prima dell’apertura del convitto, occorreva determinare il costo ordinario delle nuove rette e prescrivere le norme per la concessione gratuita,
la riduzione della retta, e precisando se tali benefici fossero riservati solo ai giovani della Provincia
o fossero validi per tutti i giovani senza distinzione, come avveniva nel passato.
Le rette gratuite e ridotte, da stabilirsi secondo i posti disponibili in convitto, dovevano concordarsi con l’Amministrazione Provinciale,
che ne provvedeva al rimborso. Ne usufruivano i giovani appartenenti a famiglie in disagiate condizioni economiche e alle categorie di orfani di guerra,
di orfani di uno o di entrambi i genitori, figli di mutilati ed invalidi di guerra, alunni infine con entrambi i genitori, ma di famiglie disagiate e numerose.
Nello stesso anno, su iniziativa del Prof. Salvatore Saccotelli, docente di lettere dell’Istituto, con il consenso del Preside e con l’incoraggiamento del Vice Preside, Prof. Pasquale Cafaro, venne creata una biblioteca scolastica ad uso esclusivo degli alunni. La raccolta dei fondi fu effettuata fra gli insegnanti e gli alunni e rese la somma complessiva di £ 34.990; un centinaio di volumi furono donati dagli amici della scuola. Con i fondi della suddetta raccolta, il Prof. Saccotelli acquistò libri per un importo di £ 43.571 e chiedeva al Consiglio di Amministrazione un contributo almeno pari alla somma raccolta tra i professori e alunni. Proponeva inoltre, di chiedere agli alunni un contributo di almeno duecento lire, da versarsi con le altre tasse scolastiche, in considerazione che la biblioteca veniva utilizzata dagli stessi alunni.
Il Consiglio deliberò un contributo di £ 50.000 e consentiva che la quota per la biblioteca (£ 200) fosse versata dagli alunni insieme alle altre tasse. (139)
La Deputazione Provinciale, sollecitata dal Presidente Rossi, accolse favorevolmente la richiesta di acquisto delle attrezzature del laboratorio di Chimica, ne deliberò un contributo di £ 2.500.000 proponendo di invitare le ditte più importanti e specializzate a presentare offerte per tali materiali. Furono invitate perciò, diverse ditte per la fornitura delle apparecchiature occorrenti al laboratorio di Chimica. La ditta Biraghi venne scelta per la migliore convenienza economica della offerta, per una differenza, in meno, di £ 849.216. Il costo della fornitura ammontava a £ 4.400.000 da pagarsi con £ 2.000.000 alla consegna del materiale all’Istituto; la rimanente somma veniva suddivisa nei due esercizi finanziari 1952 e 1953. (140)
Per raggiungere l’obiettivo proposto da tutte le precedenti Amministrazioni e mai realizzato, ossia l’autosufficienza economica, era indispensabile ricavare il massimo reddito dall’azienda Papparicotta e dalle industrie agrarie che nell’azienda erano connesse e da essa condizionate. Si riconobbe perciò evidente la necessità di modificare l’andamento colturale: divenendo da estensivo a intensivo con impianti di vigneti, oliveti, dotando l’azienda di nuove macchine e attrezzi agricoli per ridurre la manodopera avventizia nella coltivazione dei campi.
Per le industrie agrarie era necessario aggiornare le attrezzature con macchinari per consentire una migliore lavorazione per qualità e quantità dei prodotti e consentire un migliore impiego di manodopera.
Per l’attività zootecnica andavano sostituiti i bovini di razza bruno alpina, già esistenti, con altra più lattifera.
In applicazione a tali intendimenti, si diede inizio all’impianto di tre ettari di vigneto; furono acquistate macchine agricole e industriali per la lavorazione di prodotti di maggior pregio, quali i vini e gli oli. (141)
Per l’attività zootecnica per £ 900.000 furono acquistate, dalla Bonifica Torre in Pietra di Roma, tre manzette, di alta genealogia, di razza “Olandese pezzata nera”.
Per questa innovativa riorganizzazione dell’azienda e il suo miglioramento fondiario occorrevano mezzi finanziari adeguati ed onerosi che l’Istituto non possedeva. Intervenne per questo la Provincia con stanziamenti straordinari.
Altro problema, ancora rimandato e da risolvere rimaneva la sistemazione dei docenti con il previsto bando di regolari concorsi, almeno per le cattedre più importanti. Si era costretti, ora, a soprassedere in vista dell’esito dell’intrapresa trattativa con il Ministero della Pubblica Istruzione, per la statizzazione dell’Istituto. (142)
Nel mese di giugno del 1952, per incarico del Ministero della Pubblica Istruzione, il Prof. Amedeo Felicetti visitò l’Istituto con una minuziosa ispezione. Tramite il Provveditore agli Studi, fece rilevare alcune deficienze che riguardavano le attrezzature didattiche dei Gabinetti di Scienze Naturali, Fisica e Zootecnia. Il Consiglio Direttivo dava assicurazione dell’adempimento di quanto era stato richiesto dall’Ispettore. (143)
Mentre l’Istituto si avviava a progredire, per le innovazioni apportate tanto all’azienda Papparicotta quanto nella scuola ed nel convitto, il Presidente comm. Rossi, nella seduta consigliare del 13 agosto 1952, comunicava la decisione di dimettersi dalla carica di Presidente. Egli riassunse il lavoro compiuto negli anni della sua presidenza, ricordandone le realizzazioni ed esprimendo vivo compiacimento a tutti i Consiglieri per il lavoro comune di collaborazione; si dichiarava ancora disponibile per il progresso dell’Istituzione. Il Consiglio Direttivo con sentito rammarico per la decisione del Presidente, si dimise con unanime solidarietà.
Nel novembre 1952, venne nominato il nuovo Consiglio Direttivo così composto:
Dott. Angelo Schittulli, Presidente;
Avv. Riccardo Di Bari, Dott. Salvatore Liddo, Sig. Gianbattista Prudente, Dott. Giovanni Bitetto, Sig. Sabino Chieppa, Sig. Giuseppe Carcano, Consiglieri.
Alla prima riunione del novembre 1952, il Presidente espresse tutto il suo impegno per migliorare ancora l’Istituto, in continuità con il suo predecessore, che invitava alla successiva riunione per avere da lui una precisa relazione su quanto era stato realizzato, perché nel Nuovo Direttivo potesse proseguire coerente l’attuazione delle opere iniziate.
Nella riunione del 18 dicembre intervenne, il Comm. Donato Rossi brevemente che espose al collega Schittulli e ai Consiglieri i risultati del precedente programma e nella prospettiva di ciò che ancora restava da fare, impegnandosi di continuare egli stesso a sollecitare, quale membro del Consiglio Provinciale, l’attuazione di un nuovo sostanziale assetto dell’Istituto di Andria.
Il Consiglio, proseguendo nell’opera di riordinamento di tutta la vita dell’Istituto, prese in esame il suo bilancio economico. Il risanamento, le trasformazioni programmate richiedevano, però, investimenti di capitali da parte dell’Amministrazione Provinciale, che vi doveva provvedere. (144)
Il Presidente, con l’approvazione del Consiglio, iniziò gli acquisti di macchine agricole per completare la dotazione delle attrezzature previste dalla precedente Amministrazione. Si acquistò una trebbiatrice, un trincia-foraggio, una falciatrice, un aratro, una pompa irroratrice, una pigiatrice, una gassatrice, una imbottigliatrice e una centrifuga, per ripristinare le attrezzature distrutte dall’incendio del 1943, tutto al costo complessivo di £ 3.315.050.
Si dovette far fronte a tali spese con un prestito da parte del Banco di Napoli al tasso del 3% da estinguere in cinque anni, previa domanda all’Ispettorato Agrario Provinciale, ai sensi della legge 25 luglio 1952 n° 949.
Dall’esame del bilancio consuntivo del 1952, nel confronto fra entrate e uscite risultò uno spareggio di £ 11.929.347. Si chiese tale somma all’Amministrazione Provinciale come contributo straordinario, in modo che l’esercizio dell’anno potesse chiudersi in perfetto pareggio.
Provvedimento per la Scuola fu l’istituzione, a titolo sperimentale, di un doposcuola per gli alunni meno preparati per metterli in grado, con una adeguata preparazione, di poter proseguire gli studi del Corso Superiore con maggiore profitto e preparazione. (145)
Nella riunione del Consiglio Direttivo del 21 luglio 1953, il Presidente portava a conoscenza il “suo disagio e disappunto provati a seguito dell’ingiustificato provvedimento adottato dalla Presidenza del Consiglio Provinciale di ritenere così, il nostro, un Consiglio Direttivo e non di Amministrazione”. (146)
Il disagio del Presidente ebbe conferma nell’esame del bilancio 1953. Erano state soppresse, nel rimborso, le rette gratuite e ridotte nel convitto, per l’importo di £ 5.252.500; era stato ridotto, da £ 11.929.347 a 10.800.000, anche l’assegno straordinario a copertura del deficit del 1952. Non era stata tenuta presente, inoltre, la somma di £ 618.900 richiesta per il completamento dei vigneti nel nuovo impianto; l’Amministrazione Provinciale, però, aveva portato a £ 24.000.000, invece di £ 22.244.320 previste nel bilancio dell’Istituto, il contributo di funzionamento dell’Istituzione.
Era evidente il disinteresse dell’Amministrazione Provinciale ad investire capitali, in attesa della richiesta di statizzazione della scuola. (147)
Purtroppo, per tali limitazioni, nulla poteva essere realizzato appieno del programma previsto, mentre solo la continuazione delle trasformazioni iniziate poteva apportare il rapido auspicato incremento della produzione e dei relativi introiti. Il Presidente proponeva, per questo, lo scasso del terreno per altri quattro ettari da impiantare a vigneti a spalliera e a tendone.
Il Consiglio, nonostante il parere negativo da parte del Direttore Giannelli per la mancanza di stanziamenti nel bilancio 1953, deliberò ugualmente di iniziare subito lo scasso riportando la spesa nel successivo bilancio preventivo del 1954. (148)
Preoccupato della regolarità funzionale della Scuola, il Consiglio Direttivo, sollecitava ancora una volta l’Amministrazione Provinciale a bandire il pubblico Concorso per cinque cattedre, previste in organico; e, su proposta del Consigliere Liddo, proponeva anche di chiedere, al Ministero della Pubblica Istruzione, l’autorizzazione ad aprire presso l’Istituto Agrario un corso di Enologia. (149)
Nello stesso anno, la Sezione Speciale per la Riforma Agraria propose che fosse istituito presso azienda Papparicotta, un Corso Permanente Pratico-Teorico per i figli degli assegnatari delle terre espropriate, allegando lo schema di convenzione approntato dalla Direzione Generale del suddetto Ente per l’approvazione da parte del Consiglio Provinciale. Tutte le spese di funzionamento del Corso erano a totale carico dell’Ente di Riforma; l’Istituto concedeva solo l’uso dei locali dell’azienda, mentre tutte le attività agricole specifiche programmate sarebbero regolate dal personale tecnico dipendente dell’Istituto. (150)
La pratica, con la decisione favorevole del Consiglio Direttivo, venne inviata all’Amministrazione Provinciale che l’approvò.
Nella continuità della programmazione iniziata, il Consiglio Direttivo deliberò la trasformazione del vigneto ad alberello a spalliera con la spesa di £ 648.000, nonostante le riserve del Direttore Giannelli per la mancanza di stanziamenti, nel bilancio, di tali lavori. (151)
Nell’occasione il Direttore comunicò l’avvenuto scasso dei quattro ettari di terreno a spalliera e tendoni; occorreva, ora, reperire i necessari fondi per la preparazione del terreno per la piantagione delle barbatelle, con una spesa di £ 849.000. (152)
Con la iniziata produzione dei vigneti dell’Azienda e la effettuata revisione delle rette dei convittori, le entrate dell’Istituto migliorarono, tanto che il disavanzo amministrativo del precedente bilancio di £ 11.929.357 venne portato a £ 8.940.886; per tale motivo il successivo bilancio del 1954 venne approvato integralmente, consentendo in tal modo la regolare continuità del programma di trasformazione che era stato preventivato, e dando la precedenza ai problemi più urgenti.
Alla chiusura della scuola fu messa in atto una sistematica riparazione e pitturazione degli infissi e delle suppellettili della scuola e del convitto. Il nuovo piano di trasformazione di altri terreni a vigneti prevedeva di raggiungere l’estensione di almeno 15 ettari, di cui 9,50 già impiantati, ma 4 in fase non ancora produttiva. Venne programmata infine, la piantagione di olivi, mandorli e fruttiferi.
Per la riduzione delle spese per il personale, il Consiglio incaricò il Direttore di preparare il conteggio di liquidazione di quattro salariati. Per l’azienda Papparicotta venne acquistato un trattore con il carro agricolo in sostituzione di quello cingolato, con la spesa di £ 1.720.000 chiedendo al Banco di Napoli un prestito agrario agevolato del 3%. Per il convitto si acquistarono armadietti e tavoli dall’Istituto Provinciale Vittorio Emanuele di Giovinazzo.
Con l’entrata in vigore del nuovo Regolamento dell’Istituto Agrario, fu preso in esame lo stato di tutto il personale. Le loro posizioni spesso risultavano non ben definite e mancavano, anche, posti necessari al funzionamento della Istituzione.
Venne esaminata, per prima, la situazione dei docenti ancora nominati con incarichi annuali, anche se il regolamento prevedeva cinque cattedre di ruolo; la segreteria della scuola era affidata per incarico, in quanto tale funzione non era prevista dall’organico; vacante il posto di applicato della Segreteria; i due bidelli, da anni in servizio, non venivano inquadrati nei ruoli, che ne prevedevano i posti; l’ufficio di ragioneria non era previsto, anche se le ora molteplici attività dell’azienda, del convitto e della scuola richiedevano la nomina di un ragioniere, responsabile di tutta la contabilità. Anche per l’azienda Papparicotta mancava l’inquadramento del capotecnico, mentre il posto di cocchiere non era stato soppresso, pur non essendoci più veicoli leggeri a trazione animale, sostituiti da un auto furgoncino. (153)
Un problema di primaria importanza restava sempre la statizzazione dell’Istituto. Fin dall’inizio della pratica, l’Amministrazione Provinciale chiese il parere al Consiglio Direttivo, che si dichiarò contrario a tale provvedimento. Tuttavia in data 29 agosto, con la nota n° 17666 del 1955 l’Amministrazione Provinciale ritornò sulla decisione della statizzazione, ritenendo di dover insistere presso il Ministero della Pubblica Istruzione per “tutelare fra l’altro anche gli interessi dei giovani che intendono avviarsi a seri studi nelle Scienze Agrarie. È fuori dubbio che, senza sminuire l’importanza del nostro Istituto i titoli rilasciati da Istituti statali (nei quali Istituti le cattedre sono ordinariamente coperte da insegnanti di ruolo), anche se giuridicamente equipollenti a quelli conseguiti in Istituti Privati Pareggiati dello stesso ordine e grado, hanno un valore intrinseco superiore e sono accolti con maggiore favore”.
I motivi espressi dall’Amministrazione Provinciale non furono condivisi dai Componenti del Consiglio Direttivo e specialmente dal Consigliere Prof. Salvatore Liddo, il quale fece rilevare che non erano solo gli Istituti Statali a garantire studi seri; anzi, i giovani diplomati dall’Istituto di Andria facilmente si sistemavano in aziende private, presso i Ministeri, Scuole, Enti Pubblici, l’Ente Riforma Fondiaria, alla pari e forse preferiti ai giovani diplomati dagli Istituti Statali. Inoltre, bisognava tener conto che le cattedre dell’Istituto non erano coperte da Docenti di ruolo, perché il pubblico concorso per cinque cattedre in organico, veniva rimandato. Tale situazione arrecava danno agli Insegnanti in possesso delle rispettive abilitazioni, perciò si dichiarava “di non essere per la statizzazione dell’Istituto entusiasta sostenitore”. Tutti i consiglieri si dichiararono concordi su quanto aveva esposto il Consigliere Prof. Liddo.
Il Presidente Schittulli ribadiva che l’Amministrazione Provinciale conosceva già il parere contrario del Consiglio Direttivo, ma che la richiesta fatta con la nota N°17666 riguardava la cessione al Ministero della Pubblica Istruzione di circa 17 ettari di terreno dell’Azienda Papparicotta, che, con il podere Agresti di circa 4 ettari, formavano l’azienda agraria per le esercitazioni pratiche del nascente Istituto Statale. Tenendo presente l’ordinamento delle colture esistenti nella topografia dei terreni di Papparicotta, vennero scelti gli appezzamenti accorpati e serviti dalla comoda strada che si immette sulla statale Andria-Canosa. Dopo questi chiarimenti il Consiglio unanime approvò. (154)
Nello stesso anno venne ripristinato il telefono con l’istallazione di un apparecchio da tavolo e un altro in portineria con il costo di £ 473.422. Altro provvedimento fu l’acquisto di apparecchi per il gabinetto di Fisica, secondo le ripetute richieste degli Ispettori inviati dal Ministero della Pubblica Istruzione per l’annuale visita ispettiva. Venne infine incaricato il Direttore della compilazione di una relazione dell’attività dell’Istituto durante il periodo 1950-1955 con la stampa presso l’Istituto Provinciale Apicella di Molfetta.
Altro problema di carattere di urgenza erano le riparazioni occorrenti ai fabbricati dell’azienda e a quelli dell’Istituto. Così si esprimeva il Presidente Schittulli nella riunione del 7 luglio 1956:
“Vale la pena di ricordare che la vecchia stalla attende ancora la riparazione o rifacimento della copertura, caduta in vari punti in pezzi; che nessuna riparazione è stata fatta ai tetti del locale principale di Papparicotta per evitare la continuazione dello stillicidio nei locali adibiti a magazzini ed a quello adibito a dormitorio degli alunni, ed al cavallo armato principale, che presenta per un tratto un sensibilissimo avvallamento.
E passando allo stabile della Scuola e Convitto, dobbiamo purtroppo constatare che l’aver trascurate le necessarie riparazioni ai tetti, specie dopo le torrenziali piogge, l’abbondante neve caduta ed i forti geli moltissimi muri presentano estesissime macchie di umido ed in più tratti dei corridoi e delle volte di diversi ambienti si sono avuti inizi di stillicidio. Gravissimi anche sono i danni per umidità del pianterreno del locale adibito a cinema-teatro, tanto da danneggiare anche organi della macchina di proiezione”. (155)
Anche il bilancio consuntivo del 1955 a chiusura dell’esercizio, risultava con uno spareggio di £ 8.621.420 ed era necessario chiedere all’Amministrazione Provinciale un contributo straordinario di copertura.
Nel mese di novembre 1956 venne eletto il nuovo Consiglio Direttivo dell’Istituto formato dal: Prof. Giuseppe Tandoi, Presidente; e dai signori: Avv. Antonio Ricco, Dott. Giovanni Bitetto, Prof. Donato De Lucia, Prof. Antonio Pastore, P.A. Pasquale Marrone e Sig. Giambattista Prudente, Consiglieri.
Prima operazione amministrativa fu la nomina degli Insegnanti, sollecitata dal Presidente della Provincia, preoccupato del ritardo dell’inizio dell’anno scolastico a causa della tardiva composizione del Consiglio Direttivo. Si esaminarono 152 domande pervenute per l’ammissione in convitto, di cui 42 nuove, mentre i posti letti disponibili erano in tutto 135; delle 42 domande ne furono accolte 37 per un totale di 147 convittori.
Difficile si rivelò l’ospitalità per tanti giovani, in un convitto non sufficientemente capiente ed attrezzato. Si dovette creare perciò una sezione distaccata dall’Istituto, prendendo in fitto un locale ubicato nelle sue immediate vicinanze qual era la villa del Rag. Aloysi, sulla strada Provinciale Andria-Istituto Agrario.
L’Amministrazione Provinciale acquistò direttamente 15 letti, completi di retine e altre 25 retine con piedi, oltre a 100 sedie, 10 banchi e 8 lavagne. Si provvide così alle suppellettili del dormitorio distaccato e alle esigenze di alcune aule scolastiche.
Prima di procedere al bilancio preventivo 1957, si fece il punto della situazione economica dell’Istituto, che presentava un notevole disavanzo, preoccupante, mentre occorrevano spese per lavori urgenti, quali il completamento dei nuovi impianti di vigneti, in parte non ancora produttivi, l’esecuzione dei lavori di manutenzione dei fabbricati dell’Istituto e dell’azienda. Per l’attività enologica, per la maggiore produzione di uva dei nuovi vigneti, era necessaria la costruzione di fermentini e posture oltre ad una nuova pressa per vinacce.
Il convitto con l’aumentato numero di convittori (147 rispetto ai 132 dell’anno precedente), ebbe bisogno di nuove attrezzature di convitto e di pagare l’affitto per il locale destinato alla sua sezione distaccata. Indispensabili, poi, erano l’aggiornamento dei servizi igienici, la costruzione di una cella frigorifera per la conservazione dei prodotti necessari alla mensa; e all’acquisto infine di una moderna lavanderia. Per la scuola era da completare l’aggiornamento del materiale scientifico.
Si iniziò poi a delineare, per il futuro, il programma idrico nell’azienda e lo smaltimento delle acque di pioggia e di rifiuto del convitto; la continuazione dei miglioramenti agrari e fondiari e la valorizzazione e potenziamento delle industrie agrarie. Per fronteggiare le impellenti necessità, il bilancio di previsione 1957 prevedeva un contributo dell’Amministrazione Provinciale di £ 78.318.550, di cui £ 33.716.180 per il suo pareggio.
Tale situazione preoccupava il Consiglio Direttivo e l’Amministrazione Provinciale.
A giustificazione del disavanzo, così relazionava il Prof. Tandoi al Consiglio Direttivo:
“Va tenuto presente che il nostro Istituto, oltre ad assolvere l’altissimo compito di consentire a molti giovani appartenenti a famiglie disagiate di istruirsi e di munirsi di un titolo professionale, deve assolvere anche quello di offrire agli allievi ed agli agricoltori l’esempio operante di un centro agricolo in cui trovino applicazione tutte le continue conquiste della tecnica moderna.
E noi siamo certi che la benemerita Amministrazione della nostra Provincia, che sempre si è prodigata per il buon funzionamento delle numerose istituzioni di assistenza sociale e di istruzioni da lei gestite, sarà fiera di aggiungere ad essa un’altra fulgida gemma, l’Istituto Agrario, che ha l’altissima funzione di essere l’elemento propulsore della nostra agricoltura, fonte principale del nostro benessere”. (156)
Nella prima seduta del nuovo Consiglio Direttivo, risultava evidente, anche alla luce della relazione del Presidente Schittulli alla chiusura della sua presidenza, lo stato di precarietà degli immobili dell’Istituto e le necessità urgenti di provvedere ai lavori di riparazione: deficitario lo stato economico dell’Istituzione e determinante, per questo, si prospettava l’intervento dell’Amministrazione Provinciale per sanare la situazione.
Problema iniziale da risolvere era il ritardo dell’apertura dell’anno scolastico, preoccupazione fatta propria anche dal nuovo presidente del Consiglio Provinciale, Prof. Vito Antonio Lozupone.
Il rinnovato Consiglio dell’Istituto poteva riunirsi per la prima volta solo il 15 novembre del 1956. L’aumentato numero delle iscrizioni imponeva la nomina degli insegnanti, la designazione dei convittori oltre al personale addetto ai servizi e agli Istitutori validi a seguire la vita del convitto. Venne subito stabilito il numero delle classi: salivano ora a 11; era previsto anche lo sdoppiamento delle 5 classi, di cui veniva richiesta l’autorizzazione al Provveditore agli Studi. Tutti i professori dell’anno scolastico precedente venivano riconfermati; altri se ne aggiungevano per l’aumentato numero delle classi. Si confermava anche la riammissione dei convittori promossi a posto gratuito o semigratuito nell’anno precedente. Delle nuove domande dei convittori furono accettati sette orfani di guerra, due giovani e a carico del Ministero degli Interni; essi si aggiungevano ai quindici a retta ridotta e tredici a posto gratuito; 37 in totale, e 12 in più rispetto alla effettiva capienza delle strutture. Fu necessario per questo trasferire, a pianoterra dell’Istituto una delle aule scolastiche per adibirla a dormitorio dei convittori.
Il numero complessivo degli alunni convittori, che raggiungevano così 160 unità, richiedeva, per i nuovi ospiti, un nuovo arredamento. Furono nominati altri Istitutori con il Censore provvisorio.
L’Inaugurazione dell’anno scolastico si celebrò il 1° dicembre 1956 con una prolusione tenuta dal Prof. Comm. Pasquale Cafaro sul tema I principi fondamentali della Costituzione italiana.
Nell’anno 1957, in data 14 febbraio presi servizio [l’autore del presente testo: prof. Giuseppe Boccardi], nella Presidenza, in questo Istituto quale vincitore di concorso, dopo 13 anni di Presidenza trascorsi a Locorotondo per la creazione, in quella sede, dell’Istituto Agrario.
Fu affrontata, per risolverla, la situazione previdenziale di tutto il personale dell’Istituto per normalizzare i rapporti di lavoro secondo le vigenti disposizioni di legge con la iscrizione alla Previdenza Sociale o alla Cassa degli Enti Locali. Il primo caso si presentava con il collocamento a riposo del Prof. Pasquale Cafaro, già vice Preside della scuola e Consigliere in precedenti Consigli di Amministrazione.
Per un corretto funzionamento della segreteria, mancava un Archivio per classificare tutte le pratiche e nelle idonee scaffalature. La complessità delle operazioni richiedeva per l’Ufficio di ragioneria un Ragioniere responsabile. Venne riconosciuta la idoneità di assolverne il compito al Rag. Riccardo Fiandanese, già da anni lodevolmente impegnato nella mansione di dirigente responsabile di tutto il servizio amministrativo-contabile dell’Istituto.
Era in atto, da parte dell’Amministrazione Provinciale, la pratica della statizzazione dell’Istituto. Ciò creava gravi problemi per il personale insegnante che, seriamente preoccupato, reclamava contemporaneamente la necessità di provvedimenti che ne assicurassero la stabilità nel servizio della Scuola che essi espletavano da anni.
Il Consiglio Direttivo dell’Istituto, facendo propria la richiesta dei docenti, sollecitava l’Amministrazione Provinciale a un provvedimento che assicurasse la stabilità del corpo insegnante: e ciò in analogia con gli stessi provvedimenti che lo Stato adottava per i propri dipendenti e in corso di attuazione. (157)
Nel corso dell’anno scolastico 1956-57 la popolazione scolastica assommava a ben 282 alunni: 160 i convittori la cui accoglienza, in convitto, era la originaria forma istituzionale di assistenza e pubblica beneficenza; 122 gli alunni esterni, in due corsi completi (A e B), con una iniziale terza classe di un corso C.
Per tale aumento, vistoso, della popolazione scolastica, le disponibili aule scolastiche, nei locali stessi dell’ex convento benedettino non erano certo l’ideale. Ciò implicava la necessità della costruzione, in un quadriennio, di un edificio di accoglienza che desse anche respiro al convitto. Le attrezzature inoltre dei sette laboratori scientifici, comportavano gli acquisti di apparecchiature moderne e adeguate.
Le suppellettili scolastiche si presentavano inoltre provvisorie e insufficienti.
Il Convitto non poteva accogliere, in realtà, più di 120 convittori; e le richieste pervenivano ancora. Il Consiglio, oltre alla esecuzione di una nuova mole di lavori, affrontava decisamente le attrezzature indispensabili per la regolarità dei servizi: acquisto di una cella frigorifera, necessaria per una convivenza di duecento persone; l’ammodernamento, per la loro annosa vetustà, della cucina e della lavanderia.
La vita del Convitto era regolata dall’orario che qui si trascrive (Verbale N° 38 dell’11-III-1957).
ORARIO CONVITTO
orario | attività |
---|---|
Ore 6,15 | Sveglia |
Ore 6,15 - 6,55 | Pulizia personale e rifacimento letti |
Ore 6,55 - 7,45 | Studio e preparazione per la scuola |
Ore 7,45 - 8,25 | Colazione |
Ore 8,25 -13,30 | Scuola |
Ore 13,30 -14,30 | Pranzo |
Ore 14,30 -15,30 | Esercitazioni - Per le classi libere ricreazione fino alle 15,30 |
Ore 15,30 -17,45 | Studio per le classi libere da esercitazioni |
Ore 17,45 -18 | Ricreazione |
Ore 18 -19,30 | Studio per tutti |
Ore 19,30 - 20,15 | Cena |
Ore 20,15 - 21 | Ricreazione |
Ore 21 - 22 | Studio |
Ore 22 - 22,30 | Preparativi per il riposo |
Ore 22,30 | Silenzio |
per il giovedì | |
Ore 18 - 20,15 | Studio |
Ore 20,15 - 21 | Cena |
Ore 21 - 22 | Televisione |
Ore 22 - 22,30 | Preparativi per il riposo |
Ore 22,30 | Silenzio |
ORARIO FESTIVO | |
Ore 7 | Sveglia |
Ore 7 - 8 | Pulizia personale |
Ore 8 - 9 | Colazione e ricreazione |
Ore 9 - 9,30 | Santa Messa |
Ore 9,30 -10,30 | Consegna biancheria da lavoro |
Ore 10,30 -13 | Studio |
Ore 13 -14 | Pranzo |
Ore 14 -15 | Ricreazione |
Ore 15 - 20 | Passeggiata - Cinema, televisione, calcio, etc. a seconda del tempo |
Ore 20 - 20,30 | Cena |
Ore 20,30 - 22 | Televisione |
Ore 22 - 22,30 | Preparativi per andare a letto |
Ore 22,30 | Silenzio |
[Stalla bovini per 10 capi dell'Azienda Papparicotta]
Occorreva risolvere, per il Consiglio Direttivo, il problema dell’allevamento del bestiame nell’Azienda Agraria Papparicotta: ciò pesava nel bilancio economico di un sovraccarico di personale per le attività connesse. Era urgente, inoltre, una radicale trasformazione fondiaria per la produzione e l’incremento di quanto occorreva alle industrie agraria, oleica, vinicola e casearia: esse presentavano carenze e imponevano ammodernamento delle attrezzature, con nuovo oleificio, cantina, depositi per i prodotti, e per quelli del vino in particolare. L’ammodernamento consentiva uno sviluppo nell’attività della cantina con l’imbottigliamento dei vini; l’oleificio avrebbe consentito anche una specializzazione della scuola in Olivicoltura ed Oleificio; la dotazione, inoltre, di serre, orto, piante da fiori e fruttifere poteva avviare nella Scuola anche una specializzazione di Ortofloricoltura.
Nell’azienda, come nella scuola, mancava una ricognizione generale del patrimonio; fermo ancora era l’aggiornamento del vecchio inventario, operazione divenuta ora indispensabile per l’imminente passaggio delle consegne tra il Direttore uscente e il nuovo subentrante, che ne reclamava la compilazione.
L’azienda Papparicotta, destinata alle esercitazioni aziendali dell’Istituto e dei quaranta giovani figli degli assegnatari dell’Ente Riforma, risultava sprovvista di macchinari. Insufficienti le attrezzature per le colture e la tecnica moderna; uno solo il trattore con aratro e frangizolle e adibito alle arature dei terreni, già trasformati ed ora — per ventuno ettari — in fase di trasformazione. Il trattore era adibito anche per il trasporto dell’acqua potabile: prelevata ogni giorno dall’acquedotto dell’Istituto e che serviva, nell’azienda, anche per l’allevamento del bestiame, perché ora insufficiente l’acqua piovana raccolta dalle cisterne del fabbricato. Un maggiore onere per il bilancio dell’Istituto costituiva, inoltre, il ricorso alla manodopera per i lavori aziendali, eseguiti a braccia e con quell’unico trattore.
Per i servizi nei vari settori della conduzione dell’azienda furono acquistati:
La somma preventivata, di £ 3.112.610, veniva iscritta all’art. 45 del bilancio del 1957 e consecutivi.
[Campo di calcio prima di ammodernarlo]
Contemporaneamente, rilevatane l’urgenza e l’indilazionabile necessità, si rinnovò la cucina del Convitto dopo una visita del Dott. Giorgio assessore ai Lavori e dell’Ing. Capo De Martino, della Provincia. (158) Realizzati rapidamente i lavori nel periodo estivo, la nuova cucina era pronta e funzionante il 2 settembre, al rientro dei convittori. (159) Nella stessa tornata consiliare si diede mandato di accogliere nel Convitto, durante le vacanze, i diversi convittori provenienti dall’Istituto di Giovinazzo e che lasciavano quella sede perché senza famiglia. (160)
Problema più grave da risolvere era quello dei tetti dell’intero fabbricato dell’Istituto costituito da travature lignee ricoperte da tegole rotte e cadenti consentendo, così, infiltrazioni di acqua. L’Amministrazione Provinciale sollecitata da tutto il Consiglio Direttivo, dispose direttamente la vecchia copertura con soletta cementizia ricoprendola di guaina impermeabile e mattone.
[Squadra di calcio girone A vincitrice torneo Città di Andria 1953 - Squadra girone B Juniores vincitrice del torneo di Andria 1953]
[da “L’Istituto Tecnico Agrario Provinciale “Umberto I” — Andria”, di G. Boccardi, tip Zema, Bari, 2004, pp.79-96]
NOTE
(130) R.D.C., IX, N° 244 del 25 marzo 1945, pag. 1.
(131) Archivio Storico della Provincia, Busta 32, Assistenza e Beneficienza.
(132) R.D.C., I, N° 1 del 28 marzo 1945, pag. 1 e segg.
(133) R.D.C., I, N° 4 del 31 luglio 1948, pag. 182.
(134) R.D.C., I, N° 5 del 6 novembre 1948, pag. 186.
(135) R.D.C., I, N° 6 del 24 aprile 1949, pag. 195.
(136) R.D.C., II, N° 1 del 8 maggio 1950, pag. 1.
(137) R.D.C., II, N° 2 del 24 maggio 1950, pag. 7.
(138) R.D.C., II, N° 4 del 8 agosto 1950, pag. 17.
(139) R.D.C., II, N° 4 del 13 ottobre 1950, pag. 24.
(140) R.D.C., II, N° 9 del 13 ottobre 1950, pag. 31.
(141) R.D.C., II, N° 7 del 2 ottobre 1950, pag. 27.
(142) R.D.C., II, N° 17 del 31 ottobre 1951, pag. 51.
(143) R.D.C., II, N° 3 del 13 agosto 1952, pag. 65.
(144) R.D.C., II, N° 3 del 13 agosto 1952, pag. 66.
(145) R.D.C., II, N° 1 del 7 novembre 1952, pag. 69.
(146) R.D.C., II, N° 4 del 21 luglio 1953, pag. 80.
(147) R.D.C., II, N° 5 del 11 settembre 1953, pag. 84.
(148) R.D.C., II, N° 5 del 11 settembre 1953, pag. 89.
(149) R.D.C., II, N° 4 del 21 luglio 1953, pag. 82.
(150) R.D.C., II, N° 4 del 21 luglio 1953, pag. 84.
(151) R.D.C., III, N° 8 del 21 ottobre 1953, pag. 107.
(152) R.D.C., III, N° 8 del 21 ottobre 1953, pagg. 10-12.
(153) R.D.C., III, N° 22 del 22 giugno 1955, pagg. 131-139.
(154) R.D.C., III, N° 25 del 27 settembre 1955, pagg. 151-154.
(155) R.D.C., III, N° 29 del 7 luglio 1956, pag. 195.
(156) R.D.C., IV, N° 33 del 5 dicembre 1956, pagg. 34-35.
(157) R.D.C., IV, N° 39 del 2 aprile 1957, pag. 87.
(158) R.D.C., IV, N° 43 del 11 giugno 1957, pag. 125.
(159) R.D.C., IV, N° 43 del 11 giugno 1957, pagg. 12-17.
(160) R.D.C., IV, N° 43 del 11 giugno 1957, pag. 129.