[Panoramica d'insieme della Colonia Agricola - Scuola Pratica di Agricoltura, inizi Novecento]
di Giuseppe Boccardi
Sommario: — Aumento del numero degli alunni — Le sezioni e le classi collaterali — Trasporto degli alunni da Andria all’Istituto — Proposte di trasformazione fondiarie all’Azienda Papparicotta — Insediamento del Nuovo Consiglio Direttivo presieduto dal Sen. Silvio Cirielli — Mancanza di Autonomia Amministrativa — Ristrutturazione degli uffici provinciali — Passaggio amministrativo dell’Azienda Papparicotta e dell’Industria Vinicola ed Oleica a conduzione diretta della Provincia — Richiesta del funzionamento del pozzo artesiano — Bollettino Ufficiale del Ministero della Pubblica Istruzione riguardante il funzionamento del nostro Istituto con le prospettive di una Facoltà Agraria — Conferimento della medaglia d’oro del Presidente della Repubblica al Preside Boccardi.
L’affluenza degli alunni andò gradatamente aumentando tanto che alle due sezioni A e B si aggiunsero le seguenti sezioni collaterali di 1a 2ª 3ª, 4ª e 5ª classe sez. C. Le relative delibere di Istituzioni sono: N° 182, 21-IX-1979, convalidata dalla Giunta Provinciale in data 31-I-1980; con provvedimento N° 22 del 31-1-1980 furono istituite le classi collaterali 1ª e 2ª D e, nel 1980¬81, fu chiesta la 3ª classe sez. D per la continuità didattica (del. N° 246, 19-IX-1980, reg. XII). (239)
Fin dall’anno 1960 il trasporto degli alunni da Andria all’Istituto e viceversa veniva effettuato prima dal servizio privato e poi dal servizio autolinee urbane, del comune di Andria. Il servizio effettuava due corse giornaliere speciali riservate agli alunni dell’Istituto: una alle ore 8 dalla stazione ferroviaria di Andria, e l’altra alle 13,45, con l’uso di due autobus e con il contributo mensile di £ 120.000. Tale servizio venne rinnovato annualmente fino all’anno scolastico 1984-85.
Dal 1980 il numero degli alunni era aumentato notevolmente; oltre ad un numero di circa 50 alunni andriesi, si servivano di tale servizio pubblico circa 250 alunni viaggiatori forestieri oltre ai professori, impiegati e dipendenti. Gli alunni viaggiatori provenivano in maggioranza da Comuni della Provincia di Bari, nonché da altre Provincie della regione Puglia ed anche da fuori regione, ospitati questi ultimi nel convitto dell’Istituto.
Era necessario rendere più agevole il trasporto di tanti alunni, dimostrando, così, una civica accoglienza ai forestieri che con la loro presenza davano prestigio alla nostra città, alla Provincia e alla Regione che vantavano un centro di studi agrari di così vasta portata, qual era l’Istituto Agrario Umberto I.
Si proponeva inoltre, con delibera N° 24 del 12-III-1983, reg. XII, la sistemazione del vigneto e il reimpianto di quattro ettari di vigneto per trasformare quello vecchio impiantato da circa trent’anni e la cui conduzione era diventata antieconomica: anche perché occorreva provvedere ad un minimo di uva da avviare allo stabilimento enologico dell’Istituto che altrimenti, sottoutilizzato era destinato alla chiusura.
Contemporaneamente si proponeva l’infittimento dell’oliveto della superficie di circa ettari tre, consociato alla vite da oltre trent’anni, il cui sesto d’impianto originario di mt 10x10 era eccessivamente ampio per una olivicoltura razionale e produttiva. Occorrevano 250 piantoni innestati delle varietà da mensa “Sant’Agostino”, perché tale prodotto era richiesto dal mercato e poteva essere trasformato direttamente nell’oleificio della scuola, provvisto delle attrezzature idonee a tale lavorazione (del. N° 25, 12-II1-1983, reg. XII).
In data 3-VIII-1982 si ebbe l’insediamento del nuovo Consiglio Direttivo nelle persone dei Sig.: Sen. Silvio Cirielli - Presidente, Consiglieri: Pr. Agr. Pasquale Verderosa, Prof. Vincenzo D’avanzo, Dott. Raffaele Pollice, On. Pasquale Lops, Sig. Salvatore Civita, Dott. Antonio Lisanti.
Il Presidente uscente Lops, dopo aver dato il benvenuto al neopresidente e consiglieri, fece una relazione sui problemi esistenti e la situazione dell’Istituto. Fece presente la mancanza di qualunque autonomia amministrativa che paralizzava quasi tutte le attività dell’Istituto. Tale mancanza portava a ritardi nei pagamenti, dovuti alle lungaggini burocratiche, per le lamentele e le vertenze dei fornitori e le difficoltà negli approvvigionamenti per il convitto, la scuola, l’azienda e le industrie annesse.
Prospettava anche che, con la ristrutturazione degli Uffici Provinciali, l’azienda e le industrie annesse sarebbero state tolte all’Istituto e trasferite a conduzione diretta dalla Provincia. Ciò avvenne nel 1985, mentre le leggi scolastiche stabilivano l’obbligo per gli Istituti Agrari di gestire l’azienda e le relative industrie per il funzionamento didattico che esse svolgevano nell’espletamento dei programmi di insegnamento delle diverse materie. L’attività enologica ed olearia, oltre a svolgere la funzione scolastica, della quale c’era da andare fieri, per l’aggiornamento delle attrezzature, svolgeva anche quella sociale nel vendere al dettaglio i prodotti, vino e olio apprezzati e richiesti in tutta la Provincia e Regione.
L’On. Lops chiedeva il funzionamento del pozzo artesiano, già trivellato da oltre un decennio e non utilizzato per la mancanza delle attrezzature, pompa, etc.
La scuola poi, per l’incremento della popolazione scolastica, era manchevole di aule per cui ne occorrevan o altre idonee ed era necessario realizzare la costruzione del nuovo edificio scolastico, problema questo più volte proposto in passato e mai risolto.
Riportiamo dal registro XII del 23-XI-1982, Del. N° 13 quanto segue.
“Il Presidente riferisce:
Uno dei problemi più gravi del prossimo futuro è la carenza di manodopera qualificata per i settori della vite e dell’olivo.
Il ben noto esodo dalla campagna e principalmente l’abbandono da parte dei giovani per immettersi nelle Industrie, sta creando un disagio non indifferente per le cure colturali a queste predominanti piantagioni. Fra non molti anni, allorché le leve dei più anziani lasceranno il lavoro, non vi saranno potatori o innestatori che possano praticare tali operazioni.
Già attualmente la carenza è tale che molti oliveti rimangano senza potatura e durante il periodo di tale pratica si stenta a reperirne la manodopera idonea, e i pochi vanno a ruba fra gli olivicoltori e i viticoltori.
Occorre provvedere in tempo per addestrare le nuove leve alle moderne pratiche colturali, per una migliore produzione che possa competere con altre nazioni.
L’addestramento professionale va fatto con serietà e impegno in ambienti idonei e capaci di insegnare, senza sperperare inutilmente denaro pubblico per corsi fantasma, o effettuati lontani dall’ambiente naturale che è la campagna.
La frequenza ai corsi dovrà essere limitata ai giovani, ai quali, durante il corso, oltre al vitto e all’alloggio occorre corrispondere una paga giornaliera pari a quella degli operai comuni, onde attirarli alla frequenza e metterli in condizioni di tranquillità economica nei riguardi della propria famiglia. Tale spesa non è improduttiva, se si considera il valore umano e l’arricchimento di qualificazione per un’attività progredita dell’agricoltura.
Le Industrie private italiane e straniere, prima di mettere i nostri operai al lavoro, li qualificano obbligandoli a frequentare corsi di Specializzazione.
A mio parere, si potrebbe proporre presso l’Azienda “Papparicotta”, che presenta tutte le possibilità logistiche, quali convitto, oliveti, vigneti, e principalmente la disponibilità di docenti e tecnici dell’Istituto con attrezzature di laboratorio la realizzazione di Corsi semestrali per potatori ed innestatori della vite e dell’ulivo.
I corsi potrebbero essere frequentati annualmente da non più di 20-25 allievi provenienti da tutta la zona della Provincia, dando priorità ai Comuni a vocazione olivicola e viticola.
Inoltre, ogni anno, si dovrebbero tenere agli allievi, già specializzati, dei corsi di aggiornamento di 15 -20 giorni sulle nuove tecniche di potatura o trattamenti fitopatologici.”
Notevoli ritardi con cui venivano eseguiti i lavori di riparazione, i rifacimenti, riattamenti agli impianti e strutture dell’Istituto, creavano disagi e disguidi nella vita della Scuola e del Convitto. Ciò si verificò dal momento in cui l’Amministrazione Provinciale di Bari decise di avocare a sé l’affidamento di tutti i lavori. (240)
Venne proposto all’Amministrazione Provinciale l’acquisto di materiale didattico per incrementare le attrezzature dei laboratori di Topografia, Costruzione e Meccanica, di Chimica, di Zootecnia, di Scienze Agronomiche, della Biblioteca, inviando una dettagliata relazione redatta dai Consigli di classe e di presidenza delle varie attrezzature con le ditte fornitrici. (241)
Oltre l’acquisto delle attrezzature dei Gabinetti scolastici, venne richiesto:
Delle richieste proposte all’esame dell’Amministrazione Provinciale, ben poche vennero accolte per cui la vita dell’Istituto subì una stasi e per sopravvenute circostanze giudiziarie seguite dalla Gestione Commissariale della Provincia, tutta l’attività dell’Istituto fu costretta a proseguire solo con l’Ordinaria Amministrazione.
Mentre la vita dell’Istituto si volgeva stentatamente, in data dal 5 - 12 luglio 1984, il Ministero della Pubblica Istruzione pubblicò nel Bollettino Ufficiale, parte II - Atti di Amministrazione N° 27-28 a pag. 317, una nota significativa riguardante il funzionamento del nostro Istituto Tecnico Agrario di Andria. Tale attenzione era rivolta all’Amministrazione Provinciale di Bari per il cospicuo apporto dato alla scuola da parte di una Amministrazione di un Ente Locale e prevedeva l’assegnazione della Facoltà di Agraria come era avvenuto, di recente, per le Università di Udine, Viterbo, Potenza, (si acclude fotocopia).
Vi è, inoltre, il progredire delle conoscenze scientifiche, che aprono nuovi orizzonti per l’istruzione superiore e gli ispettori segnalano per l’anno 1982-83 un aumento degli studenti universitari iscritti (al corso e fuori corso) per il gruppo agrario del 7,8 %, (*) che è la percentuale più alta di variazione in senso positivo (seguita dal gruppo politico-sociale: 6,9 %) nell’andamento delle iscrizioni universitarie del predetto anno.
Si constata, in corrispondenza, il crescente intervento dello Stato verso l’ordine degli studi in esame, attraverso l’assegnazione della facoltà di agraria a ciascuna delle università di recente istituzione (Udine, Viterbo, Potenza).
Tali dislocazioni rispondono peraltro, all’esigenza di una logica territoriale, che non può non interessare in premessa il settore scolastico in esame. A tale proposito un esempio eccellente viene fornito proprio dalla Puglia, attraverso l’Istituto tecnico agrario provinciale di Andria.
Questo grande centro adagiato sull’ultimo ciglio della Premurgia che si apre all’Adriatico, accoglie un istituto di oltre 100 alunni, che, oltre a rappresentare un cospicuo apporto di una amministrazione locale - la Provincia - alla scuola, costituisce uno dei pochi esempi dell’antica figura del pareggiamento. L’Istituto, che comprende aziende (vinicola e oleificio) oltre a laboratori specializzati (per analisi del terreno e merceologici), fa scuola e serve nello stesso tempo il territorio.
Svolge opera di consulenza e di avvicinamento del mondo esterno (coltivatori diretti, proprietari, operatori). Buone possibilità occupazionali per gli alunni, alcuni in aziende paterne, altri in proprio (aziende floricole); positivi proseguimenti negli studi: in alcuni casi anche conseguimento della cattedra universitaria.
Da parte degli ispettori si guarda con interesse all’indirizzo agrario o agro-industriale previsto dal progetto di riforma, proprio in vista di sviluppi di questo tipo.
È indubbiamente positivo che l’indirizzo possa essere presente in ogni ambito distrettuale presso una qualsiasi istituzione secondaria superiore, non necessariamente derivante da istituto agrario, anche se si formula qualche riserva per i casi in cui venga a mancare il trinomio “Scuole-Azienda-Convitto, anima e corpo dell’istruzione tecnica agraria”.
Cosi si è espresso nel ricordato Convegno un ispettore della Sovrintendenza di Bari, (**) il quale, nell’occasione, ha formulato le proposte che qui appresso sommariamente si riportano, facendo riferimento al noto disegno di legge:
NOTE
(*) CENSIS, XVII Rapporto 1983, pag. 210. Il gruppo agrario presenta nel precedente anno una variazione in meno del 3,3 %.
(**) Si veda l’intervento in “Istruzione tecnica e professionale” n. 74/1983, avanti citato.
Nel mese di agosto 1985, come previsto dalla relazione Lops, l’Azienda Papparicotta, le industrie Oleica, Vinicola furono tolte all’Istituto e gestite direttamente dall’Amministrazione Provinciale.
In data 2-IV-1986 il Presidente della Repubblica, sulla proposta del Ministro della Pubblica Istruzione Falcucci, decretava il conferimento al Preside Boccardi del “diploma di medaglia d’oro ai Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell’Arte”. (N° 1 del reg. dei diplomi - Tecnico di Posizione).
Tale riconoscimento premiava il Preside per l’impegno e vigoroso impulso dato alla vita dell’Istituto nei ventinove anni della sua attività.
In data 9 Settembre 1985, per raggiunti limiti di età, il Preside Prof. Giuseppe Boccardi venne collocato in pensione dopo circa ventinove anni di servizio.
[da “L’Istituto Tecnico Agrario Provinciale “Umberto I” — Andria”, di G. Boccardi, tip Zema, Bari, 2004, pp.173-178]
NOTE
(239) R.D.C., XII, N° 246 del 19 settembre 1980.
(240) R.D.C., XII, N° 16 del 23 novembre 1982.
(241) R.D.C., XII, N° 22 del 20 dicembre 1982.