Spedito da questa impresa Roberto si avvia per Salerno ad estirpar
di lą
le reliquie de' Greci, che ben li riuscģ; e stando occupato in tall'opra,
rice=
ve avviso dal suo Fratello Ruggiero, chi in Sicilia si tratteneva
con altri
guerrieri Normandi a dissipar da quell'Isola gli Saraceni, che
l'infestava=
no, gia da due anni, che immantenente colą si conducesse con
rinforzo di
truppe, per dare l'ultima mano all'esterminio di quei Barbari.
Ricevu=
to il Nunzio lo rimanda a Ruggiero coll'assicuramento di quanto chi=
edeva. Pertanto spedendo in Puglia un'ordine a tutti li suoi Conti,
signi=
fica loro, che ammanito un valido esercito a Ruggiero in Sicilia l'invi=
assero, che in Catanea l'attendeva, e dove ancor egli si allestiva a con=
dursi con altro rinforzo di navi da Salerno. Quest'ordine da tutti
li
cõ=
ti di Puglia fu accettato con prontezza, ed allegria, e preparatisi
tutti alla
spedizione, chi in persona, e chi in mandar truppe, in breve si
raccolse
un corpo
considerabiliss.° d'armata, e pronta si mette in marcia per
la
Calabria, si che sulla fine dell'anno 1071 tutti giunti si viddero
in Catania,
dove anche Roberto da Salerno sopravenne col seguito delle sue navi.
A tal gloriosa impresa siccome tutti li conti di Puglia si diedero
ad onore
il condursi, ed esser'a parte, solo Petrillo Conte di Trani fu
restio, e con
manifesta negativa non volle collegarsi, spacciandosi indipendente
da
Roberto.
I. Congregato in Catania il gran corpo dell'armata, senzaltra
dimora da prodi Normandi, e Pugliesi, e Calabri si dič
cominciamē=
to alla caccia de' Saraceni, principiandosi da Messina, donde fuori,
in un tratto si viddero dispersi, abbandonando questa capitale
in possa degli assalitori: altri trucidati, ed altri in fuga verso
dell'Afri=
ca. Ma poiche il corpo pił numeroso de' Saraceni, e le pił valide di
loro forze ivan raccolte in Palermo: qui li Duci Normandi s'armano
del proprio valore, assediandolo, lo battono da tutte le parti per
mare,
e per terra, e cade Palermo in possa loro nel 10 Genn° 1072.
II. Non si
vide, ne unquamai s'intese corso di vittoria piu rapido di questo,
con cui
sottomessa tutta la Sicilia, la posero al sacco, ed all'incendio,
trasportan=
done di lą il pił prezioso, che arricchivela, e spogliandola de'
suoi tesori.
Pertanto Roberto rimanendo in Sicilia il suo fratello Roggiero col
tito=
lo di conte di essa, fe' ritorno in Puglia, e trasportņ seco
un immenso
bottino di oro, argento, preziose suppellettili, ed un gran numero
di co=
lonne di bronzo, colle loro basi, e capitelli, vasi di simile
metallo,
conducē=
doli in Melfi sua residenza.
III.
Sparsa la fama dell'arrivo di Roberto in Melfi onusto di gloria, e
di
ric=
chiss.a preda, tutti li conti di Puglia vi si conducono
per ossequio, e
congra=
tulaz.e; solo Petrillo Conte di Trani, invidioso della
prosperitą di Rober=
to, non comparve fra tanti a tal doveroso uffizio. Il Duca
dissimulan=
do per allora il suo risentimento, serba nel cuore la vendetta, e la
differisce
sino all'anno appresso, che fu quello del 1073. Egli Roberto concepito
ave=
va il disegno di ritirarsi in Trani qual Cittą marittima, e renderla
capitale al
pari di Bari, Brindisi, Otranto, e Taranto; quindi sotto pretesto di
portarsi
in visita delle Cittą marittime, si approssima a quella di Trani con
un cor=
po di