re; Quindi,
onoratolo colli religiosi uffizj della cristiana pietà, nella loro
antica
cattedral chiesa in Tummulo distinto lo collocarono. Li prodiggj
però, che furono
in sequela a questo passaggio, ed alla sua tomba, non è assunto da
metterli in con=
to. Da per tutta la provincia era innumerabile il concorso de'
Fedeli, dalle di cui
obblazioni si accolse un tesoro di tal peso, che recava stupore ad
ognuno. Di
qui surse il nobil pensamento di applicar quelle somme ad un
monumento
stabile, e perenne, e si diè principio alla costruzione di quel
Tempio, che tanto
decora la città di Trani, che per ridurlo al suo termine, si consumò
il tempo di
ben quarant'anni.
Si approssimava
per tãto il
tempo di dover mettersi in cammino la gran lega
per la Grecia, e per la Soria; Boamondo tutto occupato a reclutare
nello stato, che
l'apparteneva gente guerriera da una parte; dall'altra Roggiero Duca
di Puglia,
Gottofredo Conte di Conversano, Riccardo di Andria, Rodolfo di
Lauritella, e
Briello contestabile erano nella medesima sollecitudine a
raccogliere nelle
loro pertinenze milizie crocesignate, e ridottole ne' porti delle
Città maritime
di Puglia, e della Japigia, tutte allestite si viddero alla
spedizione della grand'
opra. è da tenersi per certo, che molti de' Figli, e Fratelli de'
riferiti conti si accin=
sero quai cavalieri a condursi con Boamondo, e molti, e molti de'
nostri com=
patriotti li furono di seguito. Li porti della Sicilia nel medesimo
tempo da dì in dì,
si vedevano ripieni delle navi guerriere di quei Principi collegati,
e nell'anno
1096 fra gli uni, e gli altri si accolsero in uno al numero di
quattro cento mila
cõ=
battenti, tutti segnati di croce. Parte trattando questa formidabile
armata dal por=
to di Messina, e di altri luoghi di Sicilia sotto la scorta di
Gottofredo Buglione,
qual Principe di tutta la Sagra Lega, e de gli altri Duci, già
riferiti nel mese di
agosto di quest'anno: e dal porto di Taranto, e di Brindisi spiegano
ancora
le loro vele le navi che seco conduceva Boamondo col numero di
trenta=
cinque mila pugliesi, amalfitani, e calabri, il capo conduttor delle
quali era
esso Boamondo, unitamente col famoso rinomato Tancredi suo Nipote, e
colla
sequela della piu florida nobile gioventu di Puglia: e nel dì
medesimo, che esso Boa=
mondo si parte, spedisce per Roma un espresso, con cui accerta il sõmo
Pontefice
√ Urbano
Bonifacio della già seguita spedizione ed
insiemem.e mette
sotto la sua prote=
zione tutto la stato, che l'apparteneva. Urbano lieto per veder
posta in opra la
spedizione di questa lega in Terra Santa, volentieri accetta il
carico della
tutela dello stato di Boamondo, ed incarica l'Arcivesco di Bari elia
a
tenerlo raggualiato de' bisogni nelle occorrenze. Elia
fedelm.e
esegue
il suo dovere, e zelante degli interessi del Principe, e della
Chiesa commessali,
rappresenta al Pontefice con suo cordoglio d'essersi accorto, che la
chiesa di
Bari, malgrado il passaggio da lei fatto dal rito greco al latino
romano, pu=
re in seno nutriva il pernizioso eretical
dõma contra la processione
dello Spirito
Santo dal Padre, e dal Figliolo. Questa rappresentanza d'Elia fe' un
colpo sensibi=
le al cuor d'Urbano, chi postosi in sollecitudine per l'opportuno
riparo, medita
accingersi di bel nuovo al viaggio di Bari, ed ivi in persona
assistere ad un Concilio
Provinciale per stabilire il gran
dõma:
aspettãdo
il
tēpo opportuno per eseguirlo.
Avvenne frattanto (per disposizioni della divina Providenza) che
sul principio
dell'anno 1098, che capitasse in Roma il gran Dottor della chiesa
latina S. Anzelmo
Arcivescovo