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[manoscritto - foglio 21, recto]
[traslitterazione in caratteri stampati]
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  Comincia Andria per tanto ad esser dominata da un nuovo Duca quall'
era Pirro, ornato del titolo di Principe d'Altamura, di Duca d'Andria, e di
Venosa, di Conte di Biseglie, di Montescaggioso, e di altre terre al numero di
trenta; la residenza di questo Principe fu Venosa sin tanto che visse la sua
consorte Maria Donata Orsini, la quale anche terminò li suoi giorni nell'
anno appresso 1485. in età d'anni 54, e fu seppellita nella Chiesa di S. Maria
della Pace de' Frati minori di Venosa. Dall'ora in poi egli venne a far re=
sidenza in Andria, come appare da alcune scritture signate dal medesimo:
Datum in Civitate nostra Andriæ: 1485 VI Iunii Pyrrus de Baucio. In quest'an=
no era vivente ancora la sua Madre Sancia di Chiaromonte, quale probabil=
mente nell'anno seguente diè termine alli suoi giorni, e fu seppellita nella
chiesa de' PP. Domenicani d'Andria nel tumulo gentilizio de' Balzi. Era Pirro
nell'anno 52 di sua eta, e cominciò a meditare un secondo maritaggio in per=
sona di D. Lucrezia d'Aragona, col contentimento del Re, se le riusciva; ma
il Re lo tenne a bada per alcuni mesi: quindi vedendosi deluso, e mal conten=
to di tal tardanza, unito al suo Fratello Engelberto, che piu e replicate volte ave=
va fatte istanze a Ferdinando d'esser investito del Principato di Taranto, per
esserli stato promesso ne' capitoli matrimoniali dal fu Principe suo suocero
in successione, e Ferdinando apertam.e ne lo negò, unito dissi cominciarono
a tramare una congiura, ed in breve si vidde unita la principal parte de' Ba=
roni contro il Re, fomentati questi dal Papa, che per allora erasi disgu[stato]=
di Ferdinando per motivivi d'interesse. Quindi ed il Papa, e li Baro=
ni spedirono imbasciata a Renato di Lorena Nipote del vecchio
Renato d'Angiò, di accingersi all'acquisto del Regno, mentre che
essi tutti preparavansi con le loro armi in suo soccorso. Ed in fatti
in un subito si vidde il Regno allarmato, ed inalberate le bandiere
del Papa. Durò questo bisbiglio per alcuni mesi; ma il Papa caduto
in non si sa qual timore, per maneggi segreti tenuti da Alfonzo Duca di Ca=
labria figlio del Re, si ritirò dall'impresa, e cominciò a persuadere li
ribellati Baroni di ritornare all'ubbidienza di Ferdinando, compro=
mettendosi della loro sicurtà. La necessità indusse li predetti all'accordo,
e chiederono cautela, purche il trattato maneggiato venisse dal Re Giovã=
ni
d'Aragona, e dal Re Cattolico; così fu fatto, ed il Papa con questi due Re
sulla loro parola diedero cautela a' detti Baroni nel dì 12 Agosto 1486 per
mezzo del Conte di Tentiglia. Nel dì di questo trattato Alfonzo figliol di Re
Ferdinando era occupato coll'esercito in campagna di Roma, ma fatto
ritorno in Napoli sul principio di 9brē, cominciò a persuadere il Padre,
che per ogni ragione, e polizia di stato, dovevano disfarsi di tutti li con=
giurati, per esser sicuri della corona. A tal conseglio Ferdinando volenti=
eri inclinò, e nel corso del predetto mese, sotto spezie d'un festino nuzzia=
le della Figlia del Duca d'Amalfi col Figlio del Duca di Sarno, invitati, e
congregati tutti li Baroni nella gran sala del Castel Novo, nel piu fervi=
do dell'allegria furon tutti catturati, ed imprigionati; indi fabricato il
processo