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[manoscritto - foglio 22, recto]
[traslitterazione in caratteri stampati]
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sa col suo esercito, donde spedì Araldi in Napoli per significare la sua ne=
nuta a quei cittadini, da' quali deputatosi un Sindaco, per mezzo di costui
mandarono a darli omaggio per riceverlo, e nel dì 21 Febraio 1495, ad
ore 21 Carlo fe' il suo publico ingresso in Napoli per la Porta Capuana col
seguito di 38 mila soldati fra pedoni e cavallieri, ricevuto da tutto il Baro=
naggio nel Castel Capuano, ove si ritirò. Da qui egli  spedisce imbasciata a Fe=
derico in Ischia di volerli conferir progetti d'accordo: Federico si conduce, ma
non convengono, e si ritira in Ischia dal suo Nipote. Carlo per tanto mette
l'assaldo al Castel nuovo, e nel dì 6. marzo si arrese. Allora Ferantino, e
Federico, perduta ogni speranza, se ne passarono in Sicilia a ritrovare Alfon=
zo, che in Mazzara stavasi ritirato. A tal spettacolo di tanto campiamento di
fortuna Alfonzo non disperò, ma datosi animo, spedì in Spagna a Ferdi=
nando il Cattolico Berardino Bernardo Segretario del suo Figlio, supplican=
dolo di mercè, e d'aiuto: Carlo dall'altro canto, postosi in possesso del Regno
distribuisce tutta la sua armata per il Regno, e riempie le Provincie de' suoi
soldati Francesi, quali non poco danno le cagionarono colla loro insolenza,
e libertà. Non poco cordoglio concepirono li cittadini Andriani nell'infortu=
nio del loro Duca Federico, e della Duchessa Isabella sua moglie, vedendosi
bersaglio di stranieri, venuti ad albergare, e dominare nella lor città: e viep=
piu s'accrebbe per la morte del Vescovo D. Angelo Floro, che governato ave=
va la lor chiesa per diciotto anni con molto zelo, e lode. Egli sul prin=
cipio del mese di marzo finì di vivere, e rimase di se una memoria pe=
renne per li monumenti, che in essa fondò, li quali rilevar si possono
nell'epitafio inciso nel suo tumulo, rapportato da Ferdinando Ughelli
chi dice: cuius virtutes,et egregia facta in marmore exarata leguntur
ad eius tumulum in Cathedrali, quam splendide exornavit, variis suorũ
proventuum redditibus locupletavit: cuius obitus an. 1485 [? 1495]. D.O.M.
  Andrius Antistes hanc Florius Angelus ædem
Ornavit donis, muneribusque suis.
Hic ChrisOptima Præsulibus tradens exempla futuris
Divino cultu quos decet usque frui.
Hic Christum in medio suspendit culmine Templi
Sanguine qui lavit crimina nostra suo.
Ipse etiam multo Præsepia finxit in auro
Nata Redemploris quæ pia membra fovent:
Condidit atque chori numerosa sedilia: nec non
Struxit episcopii diruta tecta sui:
Hisque libros plures, sericoque, auro quoque tecta
Egregia, ut decent, pallia multa dedit:
Addidit his Divi Richardi in honore sacellum
Corpus ubi, atque ossaconditasancta iacent.
Hoc quoque de niveo monumentum marmore factum
Erexit, sub quo conditus ipse iacet.
Est tamen in patrio Pastor bonus actus ovili,
Cuique datum est merito Pontificale decus.
Sentiat ergo Deum sibi faustum, propitiumque
Tot bona qui Templo donat habere Dei.  MCCCCLXXXXV.    (a).
Del qual












































a.   Ferd. Ugh.
Ital. Sac.
t: 7°