Contenuto

[manoscritto - foglio 23, verso]
[traslitterazione in caratteri stampati]
 

cia con progetti d'accordo, e di sōmessione. Il tutto fu rigettato da questo Re, e viep=
piu ostinato si vide ad approssimarsi al Regno. Questo confuso, e mal regolato
procedere di Federico immantanente pervēne a notizia del Re Cattolico, chi
dichiarandosi offeso di tanta incostanza, spedisce rigoroso ordine al Gran Ca=
pitano, che gia pervenuto era in Sicilia colle sue navi, di tener pronto l'eser=
cito per regolarsi a seconda de' movimenti de' francesi, e saper dovesse, che
il Regno di Napoli era di sua pretenzione, e non gia d'altri, onde combat=
terlo, ed acquistarlo doveva a nome della Corona di Spagna. Tal ma=
nifesto venuto a notizia del Re di Francia, questo immantanente co=
minciò a dar moto alla facenda, onde spedironsi fra di loro recipro=
che imbasciate, e messi, per mezzo de' quali fu convenuto, che il Regno
si ripartisse, assalendolo ognun di essi dalle parti, che li riuscivano piu
commode: e che la Calabria, e la Puglia cedesse a beneficio del Re Cat=
tolico Ferdinando colla metà dell'entrate della Dogana delle Pecore
di Puglia: ed il rimanente del Regno con la capitale, e con l'altra metà
della Dogana andasse a beneficio di Ludovico di Francia, con il titolo
di Re di Napoli, e di Gerusalemme. Stabilita tale convenzione, detto fatto
si venne all'opra: conciosiache, il Gran Capitano Consalvo si mosse dalla
Sicilia per l'acquisto della Calabria, e della Puglia, dove avendo assedi=
ato Taranto, chiuse in esso il Duca di Calabria Ferdinando, Figlio del Re
Federico, ed in pochi dì, quelle Provincie si ridussero all'ubbidienza di Spa=
gna nell'anno 1500: ed il General Francese D. Francesco S. Severino con Mõ=
signor
d'Obbegnì, partiti dalla Romagna, si condussero alle mura di Capua,
ed assoggettatala, s'impadronirono ancora della Capitale.
   A tale improviso, e violente turbine il misero Re Federico, vedendosi in odio
di questi due Re, e spogliato del Regno, non sapendo a che attenersi, si rifuggiò
nell'Isola d'Ischia con tutta la real Famiglia, che rappresentava al suo ciglio
un spettacolo di lagrime e di dolore: ma sopratutto l'affliggeva l'assenza
di Ferdinando suo Primogenito, chiuso in Taranto, e poi fatto prigioniero
da Consalvo, chi lo tenne in tal stato sino all'arrivo del Re Cattolico in Re=
gno, che lo portò seco in Spagna, dove miseram.e venne tratto. Federico
rifuggiato in Ischia, piu ivi non si trattenne che per sei mesi, con liber=
tà di andarsene ove piu li fosse a grado, fuor che nel Regno. Meditan=
do egli in qual luogo condur si dovesse con tutta la sua disgraziata Fami=
glia a piangere la sua sorte, risolve portarsi in Francia, e darsi in ma=
no di quel Re, partendosi da Ischia nel mese di Agosto 1501. Il Re di Fran=
cia, quantunque accolto l'avesse, si mostrò troppo duro, conciosiache
l'apprestò altro appannaggio, che quello della Contea d'Angiò, con la rē=
dita di trentamila ducati annui, ove lo ritenne come in prigione, sen=
za libertà di condursi altrove. Alla per fine soprafatto da tante tristezze,
e rancori, nel dì 9 7brē 1504 tristamente se ne morì nella città di Torsi [=Tours (F)]
in età di anni 52. restando dopo di se cinque figlj, tre maschj, e due
femine, due delli quali mancarono in età tenera, chiamati Alfonzo,
e Cesare: le due Femine Isabella, e Giuglia anche morirono senza metter=
si in stato: ed il P°genito Ferdinando prigioniero in Spagna. L'infelice sua
Consorte