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[manoscritto - foglio 26, verso]
[traslitterazione in caratteri stampati]
 

di Ernandez della Torre, chi non piu partir volle da Andria, ove finì li suoi li
suoi giorni nell'anno 1564, come si disse.
   In questi tempi, sin dal Pontificato di Leon X. nel seno della Chiesa Cat=
tolica si svegliarono molti uomini dotti, ma imbevuti di falsa dottrina, a
declamare contro gli articoli della S. Fede in quella maniera, e forma, che dalla
Chiesa Romana s'insegnavano al popolo cristiano, e tanto gli errori di co=
storo erano avanzati, che, in breve tempo si sparsero per tutti li Regni d'Eu=
ropa: A metter argine a tal torrente li Pontefici Romani armati del zelo per
la verità cattolica, stimarono congregar'un Concilio generale, e resi consape=
voli di tal risoluzione, li Principi, che in essa dominavano, fu conchiuso, che
si raunasse in Trento, Città della Germania, qual luogo piu commodo a tutti
li Vescovi, che intervenir dovevano. Ma poiche la guerra irreconciliabile
che si manteneva fra li due Principi piu potenti d'Europa, cioè fra l'Impe=
rador di Germania Carlo V. ed il Re di Francia Francesco P°, non permet=
teva tanta liberta, e franchezza da poterlo eseguire, fu il ritardamento
prodotto a lungo, e non potè venirsi a capo, se non con la pace, e riconci=
liaz.e
di questi due primi mobili. La qual pace, per grazia del cielo appũ=
to
nacque in quest'anno 1545. Allora il Pontefice Paolo III° intima a tutti
li Vescovi della Cristianità ordine di conferirsi in Trento, ed ivi ciascheduno
di essi si conferisce per celebrarlo. Fra questi Vescovi portossi il Vescovo di An=
dria Gianfrancesco de' Fieschi, e seco, è verosimile, che si conferisse in com=
pagnia il Vescovo di Bitonto Cornelio Musso, Oratore il piu facondo, e giudi=
zioso di quei tempi, cui fu commesso di rappresentare in Discorso, per l'a=
pertura del Concilio nella Citta di Trento, che si cominciò nel dì 13 8brē
1545. Non fu terminato così presto, come si pensava, e sperava questo Con=
cilio: Varj, e molti furono gli accidenti, che 'l ritardarono; e dopo diver=
si interrompimenti di luogo, e di tempo, alla perfine ebbe il suo termine
nell'anno 1563. 3. Xbrē. Il Vescovo d'Andria, che lo ritrovamo sottoscritto
a questo Concilio, fra li Vescovi promossi da Leon X°, ebbe il piacere di veder=
lo cominciato, e terminato, e di ritornare alla sua residenza valido, e sa=
no nell'anno appresso 1564. Ripetendo per tanto, a maggior chiarezza de'
fatti, il racconto del nuovo Governadore Giorgio Salsedo, esercitò questo
il suo impiego sino all'anno 1552; quando perviene in Andria una notizia,
che il Duca Ernandez Consalvo era in risoluz.e di far vendita di tutto la stato
che possedeva in Regno, ed Andria veniva comprata dal Sig.r Conte di Ru=
vo D. Fabrizio Caraffa per la somma di ducati centomila. Si effettua il
contratto nell'anno appresso 1553, e D. Fabrizio Caraffa Conte II° di Ruvo
dopo alcune convenzioni co' cittadini, ne prende il possesso, e comincia
a intitolarsi P° Duca di Andria, portandosi in essa di residenza con tutta la
sua Ducal Famiglia, e colla Duchessa sua Moglie Porzia Caraffa de'
Maddaloni. Pochi anni godè del suo Ducato Fabrizio, da che nell'anno 1554
passò da' vivi, ed ebbe per successore Antonio suo P°genito, chi nell'anno se=
guente si maritò a D. Adriana Carafa, ma nell'anno 1560 anch'egli seguì
il suo Pad.e