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il suo Padre
nell'eternità, restando la sua moglie Adriana incinta d'un
Figliolo, cui, nato, fu posto il nome di Fabrizio. In questo tempo fu
eret=
to in Andria il Monastero delle Reverende Monache Benedettine in quel
luogo, dove si manteneva l'ospedale di S. Riccardo sotto il titolo della
SS.a
Trinita colla suppressione del
pred.o spedale, e
d'un'altro. Per conferma
del
pred.o Monistero se ne formò publico stromento per
gli atti del Reggio
Notaro Nicola Angelo Facinio nel dì p°, ed
otto di Febraro del 1563. Diè
la sua approvazione con sua Bolla il Pontefice Pio IV. nel dì 4 Maggio
del medesimo anno, e con altro suo
Transunto nel dì 7 del medes.o
mese
ed anno si compiacque arricchirlo del Tesoro delle Indulgenze in forma
di Giubileo in perpetuo per il giorno Festivo della SS. Trinità, e di
tutto
l'ottavario: come nel medesimo Transunto apparisce. Die 7 maii 1563.
anno in cui il Vescovo Gianfrancesco de' Fieschi non era in Andria,
ma in
ma già
Trento, dove si diè compimento al Concilio: o forse
in Roma in questo
mese
di maggio,dove ottenne dal Pontefice Pio IV il riferito Transunto:
ed indi
passato in Trento, per darsi termine al Concilio, come avvenne nel
dì 3
Xbrē di quest'anno 1563.
Mentre il Vescovo a tall'opra era occupato, in Andria fra li due
cleri surse una nuova briga, che non poco disturbò la lor pace, ed ar=
monia. Era in costume il Popolo di questa Città da tempo immemora=
bile, che quallora le di lui Donne dovessero sposare, e ricevere la
benediz.e
del Parroco o in casa, o in Chiesa, da loro Genitori, o congiunti, si
faceva
un'invito di Gentiluomini, e questi conducevano le nuove spose sotto
d'un Pallio dalla lor casa in Chiesa, e di là a quella dello sposo, e
per lo
inalboramento di tal Pallio si contribuiva al
pred.o
Paroco, per suoi dirit=
ti, una tal qual somma di danaro, sotto il titolo di limosina. E perche
li
predetti Parochi erano chiamati da cittadini
indifferentem.e
a lor piace=
re o dall'uno, o dall'altro clero, venne in capo de' Preti della
Cattedrale
esser di lor ragione soltanto, e non gia de' Preti del Colleggio sposare
le
Dõ=
ne colla pompa di tal Pallio. Se ne tenta il giudizio in Curia del
Vescovo,
ed il di lei Vicario decreta contro di esso Colleggio. Questo sentendosi
grava=
to di tal ingiustizia, ne porta l'appello alla Metropoli. Da quel
Vicario
citate le parti, ricevute d'ambedue le istanze, esaminate le deposizioni
de' testimonj, per conseglio del suo ordinario Uditore Tullio Petruzio,
dà fuor la sentenza, e pronunzia: che il Reverendo Clero, e Capitolo di
S. Nicola della Città d'Andria, ed ogni suo cherico, o sacerdote può far
uso del Pallio liberamente, ed
assolutam.e siccome sin
ad ora
assolutam.e
e
liberam.e ne ha fatto uso nello sposar le Donne, sì
dentro la lor Chiesa
di S. Nicola, come ancora fuor di essa chiesa in tutte le altre chiese
Paro=
chiali, e case private di essa Città, quando a ciò fare saranno
chiamati,
senza supplica di essa chiesa ad altri: cercata però pria licenza
all'or=
dinario, ch'è in quel tempo, quantunque non l'ottenessero: accioche
non paiano esser'acephali, cioè senza capo, e possino li predetti che=
rici e ca=