nella necessità
di
tētare giudizio nella Vescovil Curia: dove
non ascoltate le preten=
zioni del Preposito, per essere contrarie al giusto, ed equo, nell'anno
1694, fà egli
ricorso alla
Sagra Congreg.e dell'A.C., ed in questa ributtato al pari
che in Andria,
si rifugiò (per una rimessiva estorta dal Pontefice Innocenzo) alla
Congreg.e del
Concilio, dove producendosi in esame quaranta tre capi, o siano dubbj,
non furon
questi risoluti, e decisi, se non nell'anno 1709, de' quali soltanto
quattro cadde=
ro a suo favore, riguardando alcune preminenze, che de iure furon
stimate spet=
tarli, e di tutti gli altri se ne fè la decisione in contrario, e piu
non se li diè luogo
ad altri ricorsi, dicendosi, et
ãplius. Tutta
la serie di questo annoso litiggio và regi=
strata nel libro delle collezioni, cui rimetto chi n'è curioso,
essēdo
assai prolissa.
Or ritornando al racconto del Vescovo, dico, ch'egli era un'uom
pacifico, cui mol=
to dispiacevoli riuscivano le contese fra li colleggiali, e
Prepos.o di
S. Nicola, ma
non potè ridurre la durezza dell'ultimo a darsi quiete, che non
l'acquistò, se
non colla morte. Il
pred.o
Vescovo molto aveva in
veneraz.e
il culto del
glorio=
siss.o S. Nicola, quindi
frequentem.e si conduceva in sua chiesa a
celebrare il
Sacrificio, ed adorarlo, ed in attestato della sua divozione, fe al
Santo il dono
d'una Pianeta di ricamo, e d'un Piviale di broccato, di cui sin'oggi se
ne fa uso
per
ornamēto della statua del Santo. Non
pertanto egli godè pace, e riposo: conci=
osia che nell'anno 1696 svegliatesi alcune turbolenze tra lui, ed il
Duca in materie
giuridizionali, e fomentate vieppiu da alcuni spiriti torbidi, erudito
dall'
esẽ=
pio del suo Predecessore, ne avanzò querele al Regnante Pontefice Inno=
cenzo, chi prevedendo le conseguenze ulteriori, a toglier di mezzo ogni
mal'esito, stimò trasferirlo alla Chiesa di Melfi, malgrado la sua
ripugnã=
za, sin a profondere
copiosiss.e
lagrime in quel dì, che
publicam.e
prese comia=
to da tutto il Clero raccolto nell'oratorio della Cattedral Chiesa, e da
tutto il
Popolo, portandosi per le strade della Citta, consolando li poveri, e
provedendo=
li di caritativo sussidio; ed adempito quest'atto, si pose in cammino
per Melfi.
Il zelo, e cura del lodato Pontefice quanto fù sollecito a mettere in
sicuro il buon
Vescovo, altrettanto restò perplesso nella scielta d'un nuovo Pastore
per la Chi=
esa di Andria; ma a relazione di due dottissimi, e zelanti Cardinali, li
fu pro=
posto un'ecclesiastico, secondo il suo cuore, chiamato D. Andrea Ariano,
che
stavasi occupato nella carica di Paroco nell'Isola d'Ischia, e nel dì 14
Genna=
ro 1697 lo dichiarò Vescovo di questa Città, astringendolo ad accettare
la sede
per ubbidienza. Coll'arrivo di questo Vescovo in Andria, si vide in essa
anche re=
stituita la pace, ed il decoro dell'ordine ecclesiastico, per la riforma
del clero, a cui lo
ridusse, sebben non senza fatiga, giacche le divine, ed umane cose,
erano in confussi=
one, e sovverse: Cominciò egli dall'abito esteriore, ordinando, che
tutti gli Ecclesiasti=
ci vestir dovessero abito talare; e che deposte quelle foggie improprie,
che erano in
moda presso di loro, ognun comparisse in abito decente allo stato: e fu
cotanto fermo
in tal
risoluz.e, che già ne venne a capo, in modo, che d'allora
sin'oggi se ne mantie=
ne l'osservanza. Il Duca Fabrizio, giunto all'anno 19 di sua età, fu dato
per sposo
alla
Sig.a D. Aurelia Imperiale de' Principi di Francavilla nell'anno
1698. la quale
nell'anno appresso diè alla luce il suo
p.o parto d'una fangiulla,
chiamata D. Mar=
garita, e nell'anno 1700 produsse il secondo, che si appellò Ettorre, e
fu il successore
nel Ducato. Le contese fra li colleggiali di S. Nicola, ed il di loro
Preposito erano nel mag=
gior bollore ora piu che mai, ne vi fu mezzo efficace a quietarli, siche
con gravi cõ=
muni dispendj