L’Agresti
[1]
cita un documento dell’VIII secolo in cui “si enumerano le città appartenenti
al Ducato di Benevento, fra le quali Andria”. Questo documento sarebbe una
“tavola Corografica Longobardica esposta dal monaco Gasparre Berretti, riportata
dal Muratori nel tomo X del Rerum Italicarum Scriptores del secolo VIII”.
Il Mucci
[2],
ricopiando l’Agresti senza citarlo, accoglie e riporta la stessa notizia e si
affretta, come al solito, a dedurre che “tenendo conto dei suddetti documenti,
si può senz’altro affermare che Andria prima del Mille esisteva; e doveva essere
abbastanza grande se consideriamo il fatto che due Santi (Santa Silvia e San
Placido) passando attraverso il suo territorio siamo stati invogliati
visitarla”. Ma la ricerca che ho effettuato in proposito per verificare
l’esattezza della notizia, ha portato alla scoperta che questo “documento” non
dimostra niente. Infatti nel R.I.S., t.X, c’è solo una settecentesca
“Dissertatio Chorographica” sull’Italia altomedioevale, in cui l’autore, un
“Anonymus Mediolanensis”, dopo i “Prolegomena”, dedicati ai problemi generali
della storia dell’Italia nel medioevo, passa a parlare brevemente di ogni
regione, città e paese. Per le origini di Andria sono indicati solo due
documenti del X e XI sec.
[3],
ma niente dell’VIII sec.: “
ANDRIA: Leon. Ost., I, 60.
Andre; Guil. Apulo, pagg
259. a. 266. b. Andrum”
[4].
Inoltre, nella “ Protestation” l’anonimo autore, aprendo un dialogo con i
lettori, si lascia identificare: “ Quin imo rogo, obtestorque aequum quem libet
sincerae eruditionis amatorem, ut si quae in hoc uno labore emendanda, aut etiam
reprehendendam animadveterit, aperire mihi, licet Anonymo, non vereatur,
epistolas suas dirigens ad Cl. Virum Joseph Antonium Saxium, Bibliothecae
Ambrosianae Praefectum;”
L’autore quindi è Giuseppe Antonio Sassi, il presuntuoso e
puntiglioso successore del Muratori nella direzione dell’Ambrosiana di Milano.
Probabilmente l’Agresti suggestionato dallo pseudonimo dell’autore,
ha creduto che si trattasse di un documento dell’VIII secolo; non sono riuscito
però a rintracciare il “monaco Gaspare Berretti” a cui l’Agresti attribuisce la
“tavola corografica”. Volendo forse rintracciare il nome dell’autore, si sarà
imbattuto erroneamente in questo nome.
[De Italia medii ævi dissertatio chorographica ... Auctore anonymo mediolanensi i.e. Giovanni Gasparo Beretta, 1727]