Ci sono diversi personaggi, nati e vissuti in Andria che è bene non dimenticare perché per diversi anni hanno ispirato molti andriesi, in quanto apportatori di idee innovative e all’avanguardia, ancora oggi riconosciute come tali.
Uno di questi è stato, senza alcun dubbio, Pasquale Attimonelli, “architetto senza laurea”, proprio come il suo punto di riferimento Le Corbusier, svizzero di nascita ma mondiale di fama.
Come mi hanno raccontato le sue due figlie Natalia e Marcella, Pasquale Attimonelli nacque ad Andria il 17 gennaio 1909 e la sua casa paterna era la palazzina di fine Ottocento ubicata in angolo tra piazza Catuma e via Porta Castello, poi abbattuta per realizzare un palazzone non in linea con lo skyline della piazza più importante di Andria.
[Il palazzo Attimonelli ad angolo tra via Porta Castello e Piazza Catuma negli anni Trenta del Novecento]
Si iscrisse alla facoltà di Architettura di Roma, ma il suo forte desiderio di agire e documentarsi lo portò a tralasciare l’Università (proprio come fece colui che considerava il suo idolo e maestro: Le Corbusier) senza conseguire la laurea, invece frequentò assiduamente gli studi di architetti, scultori e pittori per imparare l’arte del disegnare e progettare edifici all’avanguardia, di dipingere, di ristrutturare ed arredare. In particolare collaborò con lo studio dell’architetto Attilio Lapadula, professionista a cui l’Amministrazione Comunale affidò l’incarico di redigere una “Proposta di Piano Regolatore della città di Andria”, con lo studio dello scultore Antonio Bassi di Trani e quello dello scultore abruzzese Antonio Di Pillo, trinitapolese di adozione.
Sposò Angela Bonomo, figlia [della signora Giacinta Botta e] del generale Lorenzo Bonomo cui è intitolato il nostro Ospedale Civile, del quale fu “progettista e direttore dei lavori, insieme ai geometri Franco Cafaro e Sabino Papa”, come riporta il dott. Nicola Maiorano nel suo libro “L’Ospedale di Andria: dal passato al futuro” [1].
[Pasquale Attimonelli e Angela Bonomo, il giorno dellle nozze; un dipinto di Pasquale Attimonelli]
Le famiglie possidenti della nostra città, ad esempio De Corato, Porro, Ceci Ginistrelli, Spagnoletti e Squadrilli, si avvalsero della sua opera di designer per ristrutturare gli interni delle loro dimore, abbellendo i loro palazzi anche con disegni innovativi che si ispiravano ad artisti famosi [2] come il pittore olandese Piet Mondrian. I suoi disegni di architettura, invece, ricordano le opere degli architetti della Bauhaus quali Meyer, Gropius e Mies van der Rohe, e dell’architettura razionalista del Terragni [3] e soprattutto di Le Corbusier del quale sposò in toto il suo “quarto punto: la finestra a nastro”.
Non era facile seguirlo da parte della committenza perché le sue idee all’avanguardia non venivano sempre capite, e forte fu il suo impegno nel cercare di divulgarle, spiegarle a attuarle; modernissimo era nella scelta dei colori degli interni e nell’uso della pietra all’esterno, e non sempre le sue scelte erano condivise perché si discostavano dall’architettura e dal gusto tradizionali di paese.
[Progetto di ristrutturazione della Sala della Giunta Comunale - Progetto di un nuovo ingresso al 2° chiostro S. Francesco]
[Pasquale Attimonelli: disegno della casa tipo della “Città rurale” e progetto della "Casa del Fascio" in piazza Duomo]
Disegnò quella che doveva essere la “Casa del Fascio”, che doveva sorgere nel largo della Cattedrale dove erano stati abbattuti il Convento delle Suore Benedettine e l’annessa Chiesa della SS. Trinità; in seguito, su quella stessa area fu costruito il “Mercato nuovo” le cui linee architettoniche ricordano l’0riginario progetto della “Casa del Fascio”.
Il suo più vivo desiderio era quello di realizzare una grande struttura ricettiva da costruire a poche decine di metri dalla stazione ferroviaria, che dovesse servire come diurno ed albergo per i turisti ed i viaggiatori, e soprattutto realizzare un grande cinema con teatro al chiuso ed all’aperto, servizi totalmente mancanti in città. Quest’opera doveva sorgere su via Trani, di fronte al grande spazio, ex ippodromo, dove poi fu creata la grande villa comunale; di quest’idea grandiosa abbiamo solo un disegno, perché non fu possibile trovare un imprenditore finanziatore.
[Pasquale Attimonelli: progetto di una struttura ricettiva complessa su via Trani presso ferrovia]
Tuttavia Attimonelli non si arrese e, anche se di dimensioni più ridotte, realizzò a sue spese un diurno – albergo da sempre chiamato “Albergo dei Pini”, dove attuò in toto i suoi studi di architettura e i principi di Le Corbusier, quali le finestre a nastro, l’arretramento dei pilastri dalla facciata, la leggerezza e la sottigliezza delle strutture portanti. All’inizio, nell’attesa che i pini crescessero, il giardino dell’albergo aveva una grande bordura di ortensie su due lati che, nella stagione della fioritura, facevano da cornice colorata a tutto il nuovo complesso ricettivo.
[Pasquale Attimonelli: prospetti dell'Albergo dei Pini]
Dopo due anni dall’entrata in funzione dell’albergo, quando sembrava che la sua carriera di architetto cominciava a decollare con grande intensità, nel segno di Walter Gropius e di Le Corbusier, un tumore ai polmoni lo spense nel 1963 a soli 54 anni.
Si allegano alla presente alcune immagini significative dei suoi disegni, progetti, plastici, dipinti e realizzazioni architettoniche [inseriti in questa pagina nei luoghi dove si descrivono].
Andria, 16 maggio 2021
Ing. Riccardo Ruotolo
[1]
“I lavori diretti e condotti con competenza dell’architetto Pasquale Attimonelli,
e dai geom. Sabino Papa e Franco Cafaro, consentirono l’entrata in attività di una prima parte il 4 gennaio 1953
ed il completamento alla Vigilia di Natale del 1955 del Reparto Pediatrico …”
Nicola Maiorano, “L’Ospedale di Andria: dal passato al futuro”, Grafiche Guglielmi, Andria, 2010, p. 21.
[2]
Detti artisti, coi loro nomi e periodo di vita:
- Pieter Cornelis Mondriaan (1872-1944),
- Hannes Meyer (1889-1954),
- Walter Adolph Gropius (1883-1969),
- Ludwig Mies van der Rohe (1886-1969),
- Giuseppe Terragni (1904-1943),
- Charles-Édouard Jeanneret, detto "Le Corbusier" (1887-1965).